Premio Nobel per la letteratura, i libri di Svetlana Alexievich vincono raccontando la sofferenza del comunismo
Daily / News - 10 October 2015 16:59
Il Premio Nobel per la letteratura è andato alla scrittrice della Bielorussia Svetlana Alexievich: i sui libri raccontano la sofferenza del comunismo e il suo crollo.
Il Premio Nobel per la letteratura 2015 assegnato a Svetlana Alexievich è stato accolto con unanime approvazione. La scrittrice bielorussa ha ottenuto il premio "per i suoi scritti polifonici, un monumento alla sofferenza e al coraggio del nostro tempo".
Biografia. Svetlana Alexievich è nata nel 1948 nella città ucraina di Ivano-Frankivsk, da genitori insegnanti: anche lei è stata docente e giornalista, studiando all'Università di Minsk tra il 1967 e il 1972. Dopo la laurea si è trasferita anche per lavoro in una redazione di Brest, vicino al confine con la Polonia a causa delle sue opinioni di opposizione. Tornata a Minsk ha lavorato al giornale Sel'skaja Gazeta, raccogliendo negli anni il materiale per il suo primo libro, “U vojny ne ženskoe Lico” (1985) che si basa su interviste con centinaia di donne che hanno partecipato alla seconda guerra mondiale. Questo lavoro rappresenta il primo ciclo dei suoi libri, "Voices of Utopia" dove la vita in Unione Sovietica è raffigurata dal punto di vista dell'individuo.
Libri. Dopo il disastro nucleare di Chernobyl scrive nel 1986 “Černobyl'skaja molitva” (“Voci da Chernobyl”), “Cinkovye mal'čiki” (“Voci sovietiche da una guerra dimenticata”), rappresentazione della guerra dell'Unione Sovietica in Afghanistan tra il 1979 e il 1989. Seguono “Vremja secondo chènd” ("Il tempo di seconda mano”), “Poslednie svideteli” (1985).
Bielorussia. Molte impressioni sono state tratte dai racconti dell’infermiera e scrittrice Sofia Fedorchenko (1888-1959), con le esperienze vissute dai soldati durante la Prima Guerra Mondiale, e documenti dell'autore bielorusso Ales Adamovich (1927-1994) sulla Seconda Guerra Mondiale. A causa della sua critica al regime la Alexievich ha periodicamente vissuto all'estero, in Italia, Francia, Germania e Svezia.
“Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo” è uno dei volumi tradotti in Italia, edito da Bompiani. “Per me non è tanto importante che tu scriva quello che ti ho raccontato, ma che andando via ti volti a guardare la mia casetta, e non una ma due volte": parte da qui il racconto, con una frase rivolta alla scrittrice da una contadina bielorussa. La donna aveva così espresso la fiducia che le proprie parole non venissero travisate, con episodi di donne e uomini, vittime e carnefici, drammi corali, quello delle "piccole persone" coinvolte dalla Grande Utopia comunista. Le figure sono intellettuali, contadini, operai, studenti, la giovane militante, il generale, l'alto funzionario del Cremlino, il carnefice di ieri che oggi è consapevole degli orrori del regime.
Preghiera per Cernobyl' non affronta tanto le cause del disastro nucleare bensì le impressioni, i sentimenti delle persone che hanno vissuto la tragedia. “È la ricostruzione non degli avvenimenti, ma dei sentimenti - afferma Alexievich - Per tre anni ho viaggiato e fatto domande a persone di professioni, generazioni e temperamenti diversi. Credenti e atei. Contadini e intellettuali”. Emerge un evento che ha contaminato sono solo le cose ma anche le anime.
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