Ettore Scola: la stampa estera elogia il regista scomparso, tra gli ultimi grandi del cinema italiano

Cinema / News - 20 January 2016 12:30

Ettore Scola, il regista scomparso martedì 21 gennaio dalla stampa estera è descritto come uno degli "ultimi grandi del cinema italiano". Si elogiano film "Una giornata pa

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Ettore Scola, il regista scomparso all’età di 84 ha lasciato vasta eco nella cinematografia anche internazionale, tanto che oggi tutte le testate estere gli dedicano articoli e approfondimenti.

Il The Guardian ricorda il film “Una giornata particolare” del 1977, vincitore del Golden Globe e candidato all'Oscar come miglior film con Marcello Mastroianni nel ruolo di un giornalista radiofonico perseguitato, Sophia Loren in quello di una casalinga sentimentale nel contesto del crescente fascismo in Italia degli anni’30.

Per la Abc Ettore Scola è uno degli ultimi grandi del cinema italiano, grazie soprattutto al film "C'eravamo tanto amati” del 1977, tableau su dopoguerra l’Italia incentrato su tre partigiani divenuti amici e che poi si dividono, per rincontrarsi e ferirsi. Il film era scritto anche da Age & Scarpelli, con un cast composto da Stefania Sandrelli, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Stefano Satta.

Per Variety un film esemplare è "Brutti, sporchi e cattivi”, con cui ha vinto per la migliore regia al Festival di Cannes nel 1976, nell’anno in cui vinceva “Taxi Driver” di Martin Scorsese. Non dimentica "La terrazza" (1980), ricordando anche che Scola iniziò come sceneggiatore nel 1962, lavorando a "Il sorpasso" di Dino Risi e collaborando con Ruggero Maccari; “La famiglia” del 1987, elogiato a suo tempo da Washington Post e anch’esso comitato agli Oscar . Non manca "La cena” del 1998, con Fanny Ardant, Gassman e Giancarlo Giannini che lo stesso Variety definì “riunione grottesca di commensali trattoria, uno spaccato della società italiana (…) rilassante commedia ben oliata con poco da digerire”.

Il tedesco Der Spiegel si concentra anche sulla sua capacità di tradurre la politica in umorismo. Il francese Le Monde offre un ampio ritratto del regista, raccontando la sua nascita nel 1931 a Trevico, in Campania e il trasferimento a Roma della famiglia, studiando legge e poi collaborando alla rivista umoristica Marc'Aurelio, con scrittori come appunto Age e Scarpelli, Federico Fellini. Dal 1952 al 1964 - ricorda sempre Le Monde - ha lavorato a molti script di film, come “Due notti con Cleopatra” con la Loren, “Totò sulla Luna”. Il giornale riporta anche un’intervista rivolta al regista da Jacques Siclier: "Abbiamo sempre realizzato più o meno lo stesso film - disse Scola - Sono sempre stato preoccupato di argomenti di isolamento, differenza sociale (…) un'idea che trasponga la realtà nel grottesco e l’umorismo”.

Le Monde ricorda poi che “Ballando ballando” (1983), adattamento di uno spettacolo del regista francese Jean-Claude Penchenat racconta cinquant'anni di ballo liscio in Francia a partire dagli anni 1930, passando per il fronte popolare, la guerra, l'arrivo della musica jazz e rock, il maggio ’68, la discoteca. Il film ottenne quasi un milione di spettatori in Francia e fu candidato all’Oscar: la quarta nomination la ottenne per “I nuovi mostri”, diretto insieme a Mario Monicelli e Dino Risi, sceneggiato dagli stesi Age & Scarpelli, Bernardino Zapponi e Maccari.

Per Le Parisien la carriera del regista è stata immensa, dirigendo più di 40 film. Le Figaro riporta un’intervista rivoltagli nel mese di luglio 2014, per l’uscita del documentario “Che strano chiamarsi Federico!”. Qui diceva che Fellini era ispirazione per qualsiasi giovane regista, tra ironia e gioia. “Vedeva la vita come una festa”, diceva Scola.

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