Mariel Hemingway, la seconda vita dell’attrice di Manhattan

Cinema / Editoriali - 07 December 2018 10:00

Mariel Hemingway era l’interprete del film Manhattan di Woody Allen

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Mariel Hemingway divenne famosa interpretando a soli 16 anni la fidanzata di Woody Allen nel film Manhattan. Lì aveva il ruolo di Tracy, che alla domanda di Isaac Davis (Allen) su perché si voglia allontanare per sei mesi risponde: “Non l'hai tirato fuori tu la scorsa settimana questo discorso? Sei mesi non sono così lunghi. Non tutti vengono corrotti. Devi avere un po’ di fiducia nelle persone”. Per quel film ottenne una nomination all'Oscar come migliore attrice non protagonista.


Film Manhattan


In seguito seppe sfruttare il successo lavorando a  film come Due donne in gara (1982), la serie tv Amerika (1987) e Superman IV (1987) nella parte di Lacy Warfield.

Ma non si espose mai fino ad diventare una star, nonostante il successo ottenuto con quel film (Manhattan incassò 39,9 milioni di dollari). Il suo cognome è ingombrante, essendo il nonno lo scrittore Ernest Hemingway, autore di capolavori come Il vecchio e il mare, Addio alle armi e Per chi suona la campana.

Hemingway morì suicida nel 1961, e Mariel nacque quattro mesi dopo. Suo padre era il figlio dello scrittore, e l’ossessione del suicido cominciò a pervadere i suoi timori.

Mariel Hemingway e il nonno Ernest

Mariel ha parlato spesso delle lotte della sua famiglia contro alcolismo, le malattie mentali e il suicidio. Sua sorella Margaux divenne una top model nell’era dello Studio 54, tanto che la rivista Time la inserì in copertina nel 1975 con il titolo "The New Beauties”. La giovane morì di overdose nel 1996, quando aveva 42 anni e ciò influì sulla vita di Mariel.

Lei stessa affermò che il matrimonio dei suoi genitori era violento e infelice, e il suo libro pubblicato nel 2015 dal titolo Invisible Girl contiene questa frase: “Apro gli occhi. La stanza è buia. Sento urla, piatti spezzati e vorrei che fosse tutto un sogno terribile”. Il libro è una versione per un pubblico giovane del precedente Out Came the Sun.


Emerge una famiglia in cui i genitori passavano quasi tutte le sere a bere, costretti poi al litigio. Dopo che si erano ritirati in camere da letto separate, Mariel era solita ripulire il caos lasciato in salotto, come il vino versato e gli occhiali rotti. Quando i suoi genitori hanno entrambi sofferto di malattie, è diventata la loro assistente a partire dall'età di 11 anni. Sua sorella Muffet soffriva di schizofrenia, e la madre morì di cancro.


Mariel Hemingway si racconta nel documentario Running From Crazy

Mostrandosi quasi efebica nei film, pare difficile affidarle un vissuto denso di sofferenze. E così ha deciso di riversare tutta la sua esperienza in un documentario, Running From Crazy prodotto da Oprah Winfrey e presentato al Sudance Film Festival. “Ha molto a che fare con la mia storia, ma c'è di più su mia sorella, i suicidi e tutti questi aspetti - ha detto a Yahoo intervistata da Bobby Brown - Così ho iniziato a parlare di fronte ai gruppi e raccontare la mia storia. Mi sono resa conto di quanto siano appassionate le persone riguardo alle loro storie, e quanto siano spaventate nel rivelarle. Ho capito che nessuno ha una storia diversa; abbiamo solo variazioni su un tema. Tutti abbiamo qualcosa che ci ha influenzato in un modo che ci ha resi tristi o confusi da bambini”. 

Un messaggio sincero e lineare, cui poi ha dato seguito scrivendo un libro con il secondo marito Bobby Williams,  con cui gestisce un'impresa lifestyle e nutrizionale chiamata WillingWay: l’obbiettivo è ricollegare alla natura la propria vita, rendendola appagante e semplice. Le attività sono anche claustrali, come guardare un'alba invece di dormire, bere acqua in vetro anziché in plastica, prendersi del tempo per stare in silenzio invece di ascoltare sempre le cose esterne, mangiare cibo pulito invece che confezionato, allontanarsi dalla tecnologia.

Mariel negli ultimi anni ha passato una buona parte del suo tempo a parlare di malattie mentali e problemi di suicidio, prestando il suo nome in cause collegate a questi disturbi. In Running From Crazy c’è una scena che si svolge alla casa di Ketchum, con una breve camminata verso il corridoio posteriore dell’abitazione dove il nonno Ernest si sparò, uno spazio che la nipote ha sempre identificato con scantinati infestati e altri luoghi pericolosi. "È come se qualcosa mi tenesse lontano", dice.

Il ritorno al cinema è fissato per il 2019, nel film Grace and Grit. Si tratta del resoconto toccante della lotta di una coppia con il cancro e del loro viaggio durato cinque anni verso la guarigione spirituale. 

© Riproduzione riservata



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