I migliori Game as a Service, da Destiny a The Division 2

Games / Editoriali - 18 July 2019 14:00

Il podio dei looter shooter online

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Film Concrete Cowboy

In questa generazione il grande pubblico ha iniziato a conoscere, e in parte amare, un genere di sparatutto centrato sulla componente multiplayer, titoli in continua evoluzione e basati su ricompense per le attività svolte, con il potenziamento di abilità ed equipaggiamento, diviso in oggetti comuni, rari, leggendari ed esotici. I Game as A Service (GaaS), nati nella scorsa generazione con Borderlands, hanno visto una decisa impennata negli ultimi anni grazie al primo Destiny, continuando con The Division di Ubisoft e con l’ultimo fallimentare tentativo di EA, incapace con Anthem di entrare nel genere dei looter shooter online, spesso redditizi sul lungo termine con DLC ed espansioni.

The Division 2
Partiamo dai primi due Borderlands, presenti su PS4 e Xbox One con remaster molto valide, capaci di portare il cell-shading della serie Gearbox in un pulito e ancora stilisticamente eccezionale universo di gioco. Il gameplay è fresco e veloce, arcade e dalle tantissime armi e versioni potenziate, che configurano una cornucopia di contenuti che strizzano fortemente l’occhio a statistiche da gioco di ruolo. La trama presenta una spiccata e forte vena ironica, con personaggi splendidamente caratterizzati e con uno dei miglior villain del mondo dei videogiochi, Jack Il Bello. I primi due capitoli si configurano quindi come un mondo sfaccettato e dal forte carattere autoscale, una rarità all’interno delle produzioni votate all’online. 

Destiny 2 ha tentato di espandere l’affascinante e visivamente ispirato background del primo capitolo che, nonostante alcuni difetti di gioventù, era stato in grado di far conoscere al grande pubblico il genere dei looter shooter. Destiny ha portato, con il suo aggiornamento nel corso del tempo e un marketing aggressivo, il concetto di Game as a Service nel mondo console, con risultati spesso unici. Le incursioni sino a sei giocatori, chiamati strettamente a collaborare per superare boss e parti dello scenario, rappresentano ancora oggi un unicum nel panorama videoludico, capaci di donare un senso di epicità, tensione e grandezza difficilmente riscontrabili in qualsiasi altra produzione. L’immaginario visivo, particolarmente ispirato, si basava su armature e armi stilisticamente peculiari, come l’iconico lanciarazzi Gjallarhorn, mutato dalla mitologia scandinava, il futuristico e poderoso Mitoclasta Vex, insieme alla classe ed eleganza del fucile Monte Carlo. La trama mediocre del primo capitolo ha trovato un netto e deciso miglioramento in Destiny 2, con un Campagna più corposa e gestita con filmati di intermezzo dal forte impatto cinematografico.

The Division 2 è il più completo e solido Game as a Service disponibile sul mercato, in termini di contenuti, con tantissime attività da svolgere, un potente sistema di crescita del personaggio e un endgame che introduce una nuova fazione di gioco, ridisegnando quasi da zero tattiche e strategie. La trama si presenta piuttosto fiacca dal punto di vista narrativo, a differenza del primo capitolo ambientato a New York, mentre le missioni principali allestiscono un level design impeccabile, bello visivamente e sempre differente, anche grazie a un’intelligenza artificiale nemica tra le migliori mai viste in un videogioco. Accanto ad una struttura di gioco collaudata e ben bilanciata, trova spazio una rappresentazione virtuale di Washington DC fedele e vicina alla realtà, come da tradizione Ubisoft, bravissima a ricreare una metropoli in versione post-apocalittica.

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