Recensione film: The Holdovers - lezioni di vita

Cinema / Recensione - 03 July 2024 16:45

Disponibile in DVD e in Blu-Ray la pluripremiata commedia natalizia diretta da Alexander Payne

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Un film agrodolce che tratta in modo intelligente e bruciante il tema del confronto tra generazioni, ruoli sociali ed economici, in un’epoca di profonde trasformazioni come era quella degli Stati Uniti dei primi anni Settanta.


Film The Holdovers - video

Trama di The Holdovers - Lezioni di vita

New England (USA), Natale 1970. Paul Hunham (Paul Giamatti) è un insegnante di lettere classiche alla Barton Academy, un college maschile, detestato dai colleghi per la sua personalità testarda e dagli studenti per la sua severità nel valutare il loro impegno nello studio.

Il preside della Barton Academy, il dottor Hardy Woodrup (Andrew Garman), un ex studente di Hunham e anche lui iscritto a suo tempo nella medesima scuola, lo convoca nel suo studio per rimproverargli questa eccessiva durezza, che ha danneggiato l’istituzione. L’università di Princeton ha rifiutato la richiesta di iscrizione di uno studente che Hunham ha bocciato e di conseguenza il padre del ragazzo ha deciso di non donare al college una importante somma di denaro.

Come punizione, Hunham rimarrà nella Barton Academy durante le vacanze di Natale per seguire cinque studenti rimasti nella struttura, tra cui Angus Tully (Dominic Sessa), abbandonato dalla madre che ha annullato una vacanza a Saint Kitts per trascorrere la luna di miele con il suo nuovo marito.


Con loro rimane anche la direttrice della mensa Mary Lamb (Da'Vine Joy Randolph), una afroamericana il cui figlio, Curtis, ha frequentato Barton, ma è morto da poco tempo in Vietnam. Rispetto alla maggior parte degli studenti del college, Curtis non aveva ottenuto il rinvio perché non poteva permettersi di andare all’università e aveva scelto di partire militare per guadagnarsi i soldi necessari per continuare gli studi.

A prescindere dal contesto e dall’avvicinarsi delle festività natalizie, Hunan mantiene il suo comportamento inflessibile, prosegue le lezioni e costringe gli studenti a proseguire negli studi. I ragazzi sono molto infastiditi da un simile atteggiamento ma non sanno cosa fare per opporsi in modo efficace finché sei giorni dopo, il ventidue dicembre, arriva in elicottero uno dei genitori degli studenti che accetta di portarli con sé a sciare, purché autorizzati dai genitori. E così sarà per tutti tranne che per Angus, il quale non riesce a contattare sua madre e così rimane alla Barton in compagnia di Hunham e Mary.

I primi approcci tra Angus e “Occhiostorto” (il soprannome che gli studenti hanno appoppato a Hunham per via di uno strabismo) sono disastrosi ma, grazie anche alla mediazione di Mary, i due hanno modo di conoscersi, superare le rispettive diffidenze, scoprire che hanno molte cose in comune e, infine, instaurare un rapporto umano che va al di là dell’età, dei ruoli sociali ed economici.

E, su consiglio di Mary Lamb, Paul Hunham si decide ad esaudire il desiderio di Angus Tully: fare una "gita scolastica" a Boston.

I molti punti di The Holdovers - Lezioni di vita

Come è facile intuire la trama del film non è molto originale - una storia di formazione in bilico tra commedia e dramma -, i punti di forza dell’opera risiedono altrove, nel modo in cui la vicenda è stata sviluppata sotto il profilo della sceneggiatura, delle tecniche di ripresa, dell’ambientazione scenica e soprattutto per quanto riguarda l’interpretazione portata avanti dai protagonisti, in particolar modo dal Paul Giamatti, Dominic Sessa e Da'Vine Joy Randolph.

Paul Giamatti interpreta un docente innamorato della cultura classica, un rappresentante della America Wasp, un uomo convinto dei suoi ideali, che, a seguito di un grave torto professionale, si è rinchiuso nel piccolo mondo della Barton Academy, dal quale esce solo per recarsi nella vicina cittadina. Inconsapevolmente, sa che il suo mondo è al tramonto, come quello dei Cartaginesi di cui è un grande estimatore, e quando sarà il momento saprà farsi da parte con grande dignità, dedicandosi a un progetto troppo a lungo rimandato.

Dominic Sessa, invece, - uno studente della Deerfield Academy, il collegio del Massachusetts dove è stato girato il film, un esordiente assoluto – al suo primo ruolo cinematografico, incarna il futuro, una generazione che non accetta le regole troppo rigide della scuola, non è interessata al passato, al mondo romano, che sente lontano, vuole vedere nuove cose, fare esperienze, costruirsi una sua strada. Dopotutto ha una vita davanti.

Da'Vine Joy Randolph, invece, raffigura quanto di più concreto esista in quel mondo. È la cuoca della scuola, una persona pratica e realista. Sa che il fatto di essere povera in un lugo frequentato da uomini ricchi rappresenta per lei un handicap, ma non per questo getta la spugna. Se suo figlio è morto c’è sempre un nipote da far studiare, bisogna quindi andare avanti e il fatto di essere donna e di esser stata madre l’aiuta a capire Angus, facendola diventare il punto di contatto tra due generazioni maschili in un primo tempo incapaci di parlarsi.

Tre attori che hanno ricevuto molti premi (e altri sono stati attribuiti alla film), tra cui Da'Vine Joy Randolph l'Oscar come migliore attrice non protagonista per la sua interpretazione di Mary Lamb, Paul Giamatti il Golden Globe come miglior attore nel ruolo di Paul Hunham, infine Dominic Sessa ha vinto il Critics' Choice Movie Award come miglior giovane interprete per la sua interpretazione di Angus Tully.

Come accennato, è stata molto curata l’ambientazione del film, girato proprio nel New England, una parte degli Staiti Uniti che non ha subito grandi cambiamenti dal 1970 ad oggi. Inoltre, a livello di tecnica di ripresa il film è stato realizzato così come sarebbe girato in quel periodo, persino nella scelta di ricreare l’emulsione della pellicola e la gradazione del colore utilizzato all’epoca. Una ricercatezza che è stata estesa al linguaggio dei protagonisti, ai dettagli dei vestiti, dei mezzi, degli oggetti di arredamento e della colonna sonora, composta da Mark Orton, ma che comprende anche diverse canzoni classiche di Natale e altre canzoni degli anni Settanta.

Il risultato finale è quello di un’opera che coinvolge lo spettatore dandogli la sensazione di vivere oppure rivivere quel periodo, un’epoca di profonde trasformazioni, tra paure, speranze e delusioni, che i protagonisti del film hanno saputo mettere sapientemente in scena.

© Riproduzione riservata




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