Man of Medan, recensione videogame per PS4 e Xbox One

Games / Recensione - 30 August 2019 11:00

La nuova avventura horror di Supermassive Games

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Film Young Woman and the Sea - video

La serie antologica The Dark Pictures Anthology di Supermassive Games apre le macabre danze con Man of Medan, un’avventura horror che lega cinque giovani amici ad una nave misteriosamente scomparsa durante la Seconda Guerra Mondiale nelle acque del Pacifico. La software house britannica, autrice in esclusiva per Sony dell’ottimo Until Dawn e del prequel The Inpatient per PlayStation VR, ha ideato un nuovo progetto sempre legato al loro genere di appartenenza, con storie horror fortemente narrative e ispirate alle leggende metropolitane, ma questa volta fruibili da un’utenza più ampia, grazie all’accordo con Bandai Namco di pubblicare i propri giochi anche per Xbox One e PC.

Man of Medan
La trama di Man of Medan è ambientata ai giorni nostri, quando un gruppo di cinque ragazzi organizza una piccola escursione in barca al largo delle coste della Polinesia francese, con l’intento di esplorare i fondali marini alla ricerca di relitti del passato. La storia dei giovani amici si incaglia ben presto nelle lamiere abbandonate in fondo al mare della SS Medan, una possente nave da guerra utilizzata durante la Seconda Guerra Mondiale, abbandonata nel cuore dell’Oceano Pacifico e al cui interno non venne mai ritrovato (realmente) alcun corpo. Il tono da leggenda metropolitana diviene così un’occasione unica di entrare nel relitto della nave, ricreata con grande cura per quanto riguarda dettagli e corridoi, fra piccole cabine e un’ambiente di stretti passaggi claustrofobici. Il cast di amici, composto da tre ragazzi e due ragazze, annovera volti del grande e piccolo schermo, tra cui Shawn Ashmore, già protagonista videoludico nel motion capture di Quantum Break per Xbox. La trama, centrale come sempre nelle opere di Supermassive Games, oltre ai dialoghi e alle nostre scelte, viene in parte affidata a un narratore onnisciente, il Curatore, che racconta da una prospettiva esterna gli avvenimenti di gioco.
Il gameplay di Man of Medan propone le classiche e basilari meccaniche delle avventure moderne, basate sull’esplorazione di ambienti, bivi e scelte multiple durante i dialoghi, insieme alle fasi action demandate ai quick time event. La bravura di Supermassive Games sta tuttavia nel ricreare un’atmosfera opprimente e dalla forte carica emotiva, seppur sin troppo spesso affidata ai jump scare, già prerogativa in Until Dawn. L’effetto farfalla, di causa e conseguenza, è ben sviluppato, con diverse possibilità narrative che confluiscono in finali alternativi, con percorsi differenti a seconda delle nostre decisioni. All’interno dell’esperienza, dalla longevità di circa quattro ore, fanno la loro comparsa le Premonizioni, simili ai Totem di Until Dawn, che ci danno un’idea ovattata di situazioni che succederanno a breve, insieme al minigioco Mantieni la Calma, necessario per sincronizzare il battito cardiaco con quanto richiesto a schermo. Una delle novità più interessanti e innovative all’interno del genere è rappresentata dalla presenza della componente multiplayer, qui declinata in due diverse categorie. Nella modalità Serata al Cinema si rimane nell’ambiente domestico, con un unico pad che deve essere passato di mano tra amici o familiari (da due a cinque personaggi selezionabili). Nella più corposa, e interessante, cooperativa online possiamo invece interamente vivere la storia di Man of Medan insieme ad un nostro compagno, con le decisioni che influenzano, da lontano, l’altro personaggio. Dal punto di vista grafico Man of Medan riprende lo stile e il taglio cinematografico delle precedenti opere di Supermassive, con un cast di attori reali, digitalizzati con estrema cura attraverso l’utilizzo del motion capture. Ciò permette non solo di avere volti e fisionomie ben distinte e riconoscibili, ma arricchisce l’esperienza visiva con una mole di espressioni facciali, e movenze, che caratterizzano in maniera peculiare ognuno dei cinque personaggi. Data la tipologia di gioco, con ritmi lenti e molti dialoghi, tra fasi esplorative e riprese ravvicinate, il lavoro di scannerizzazione diviene centrale per plasmare un’avventura affascinante e credibile, con animazioni fluide e ben legate tra loro, che accompagnano il giocatore negli spazi angusti e velatamente illuminati.


© Riproduzione riservata


Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon