Venezia 73: incontro con Wim Wenders e Sophie Semin

Cinema / News - 02 September 2016 15:45

Al Festival del cinema di Venezia abbiamo partecipato alla conferenza di "The Beautiful Days of Aranjuez" di Wim Wenders

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Film Bad roads - Le strade del Donbass - video

Mauxa ha partecipato alla conferenza stampa con il regista Wim Wenders, l'attrice Sophie Semin per la presentazione al Festival del Cinema di Venezia del film "The Beautiful Days of Aranjuez". Il film racconta due due personaggi, un uomo e una donna nati dall'immaginazione di uno scrittore, che dialogano del loro passato, conoscendosi lentamente.

D. Come mai avete scelto il rapporto uomo-donna da raccontare?
R. La storia dell'uomo e della donna nasce proprio dalla differenza tra uomo e donna, con una mela in mezzo. Ecco perché abbiamo inserito una mela nel film. Si tratta della differenza che hanno segnato conflitti nella storia dell'umanità.

La scelta del 3D è dovuta a motivazioni estetiche, dato che il luogo simbolico del film doveva echeggiare quello spirituale dei due personaggi. "È stato scelto perché il luogo è come se fosse il paradiso, situato su l'Ile de France, con un giardino realizzato da Sarah Bernard e creato proprio all'inizio del '900. Volevo uccellini che cinguettassero, una luce del sole perfetta, e il 3D era il modo perfetto per rendere la pace che doveva trasparire. Non avrei potuto farvi partecipare se non in altra maniera".

Il protagonista maschile, Jens Harzer afferma di avere visto la pièce in un teatro di Vienna: "quando Wenders mi chiese se volevo interpretare un personaggio di uno scrittore taciturno, ho subito accettato".

D. Sophie, il significato del film è anche collegato con una scoperta reciproca. Cosa ne pensa?
R. Sophie Semin. Wim Wenders mi ha scelto. La comunicazione inizia perché si tratta di un dialogo, l'uomo è curioso, vuol sapere come siano stati i suoi rapporti passati, ma lei tace. Lei vuol parlare di più del suo paese interno. È bello però il fatto che lui chieda sempre, in una sorta di progressione. Questo è lo spazio di un cinema inteso come paese della pace, del linguaggio , della possibilità che grazie alle parole si scambino idee. È anche il paese del sogno, è l'amore della vita, del mondo. Non possiamo parlare di sesso, è una cosa interna,molto profonda. Non sono nostalgici ma forse melanconici, e questa melanconia diventa poi gioia.

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