Venezia 2017: Caniba, un caso reale di cannibalismo
Cinema / News - 07 September 2017 07:00
Alla 74° Mostra internazionale del cinema di Venezia viene presentato nella sezione Orizzonti il film documentario Caniba, tratto da una storia vera
Caniba è un film documentario realizzato dai registi Verena Paravel e Lucien Castaing-Taylor che propongono il tema del cannibalismo espresso e presentato come elemento insito nella storia nella storia dell’umanità, soffermandosi sulla vicenda umana e sociale di Issei Sagawa. Un caso che negli anni ottanta fece scalpore sia in Europa che in Giappone, presentando al mondo il mostro cannibale. I registi, con questo documentario si sono proposti l’obiettivo di presentare il lato umano celato oltre il mostro.
In Caniba il protagonista della storia è Issei Sagawa che nel 1981 fu arrestato in Francia per aver fatto a pezzi e mangiato alcuni parti della sua compagna d’Università alla Sorbonne, Renée Hartevelt. Come dichiarato dallo stesso Sagawa, il suo desiderio non era quello di ucciderla ma di mangiarne un poco e di averla dentro di sé. Una lucida follia che viene ancora oggi catturata dalla telecamera in soggettiva del regista. Condannato e poi dichiarato mentalmente infermo, Sagawa venne liberato ed ora vive a Tokio. Verena Paravel e Lucien Castaing-Taylor hanno raccolto la sua testimonianza con un’alternanza di primi piani che indugiano sul protagonista e sul fratello. Sagawa aveva rilasciato già alcune interviste nelle quali ha raccontato la sua esperienza, innamoratosi di Renée Hartevelt voleva averla in un modo innaturale. Riconosce di non essere riuscito a reprimere il suo istinto dissennato ed ha posto fine alla vita della giovane studentessa della Sorbonne.
Verena Paravel e Lucien Castaing-Taylor non propongono all’attenzione dello spettatore il tema del cannibalismo come fenomeno sociale ma come aspetto di una vicenda personale, rapportandolo al legame che Sagawa ha con suo fratello Jun Sagawa, dipingendo un affresco familiare e complesso a tratti delirante. Viene documentata la scoperta da parte del fratello di Issei Sagawa del manga realizzato da quest’ultimo, nel quale viene descritto l’omicidio di Renée Hartevelt e le perversioni sessuali sfociate nel cannibalismo. Tuttavia appare scioccante anche la rivelazione di Jun Sagawa che afferma di provare piacere nell’infliggersi dolore fisico senza comprenderne il motivo. Un affresco familiare dal quale emergono istinti morbosi, crimini e pratiche non ortodosse ma anche desideri maggiormente convenzionali.
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