Festival di Venezia 2017: tutti i film in concorso e delle varie sezioni
Cinema / Festival / News - 27 July 2017 17:30
A Roma è stata presentata in concorso la 74esima edizione della Mostra Internazionale d'Arte cinematografica di Venezia.
“Siamo entrati nell'epoca della virtual reality”, esordisce il Presidente della Fondazione Biennale di Venezia Paolo Baratta alla presentazione del 74esima edizione del Festival che si terrà dal 30 agosto al 9 settembre 2017. “Ciò è avvenuto indicazione del direttore Alberto Barbera. E abbiamo situato lo spazio per le proiezioni nel luogo più antico, il Lazzaretto vecchio. Era il luogo dove si accatastavano le merci in attesa di essere sdoganate per l'ingresso in porto. C'è una piccola imbarcazione che porta all'isola, e simboleggia proprio questo traghettamento verso le novità”.
La Mostra si è rivelata negli anni capace di segnare il gusto cinematografico, mostrando opere come “Birdman” (che vinse poi l’Oscar nel 2015) e “La La Land” (con cui Emma Stone e il regista Damiene Chazelle hanno ottenuto l’Oscar 2017). “Venezia è stata indicata come luogo in cui avvengono le presentazioni di opere che avranno poi successo nell'autunno-inverno. Ma le nostre opere hanno anche valori artistici e poetici che devono essere veicolati al pubblico”.
Alberto Barbera ha poi presentato i film, cominciando proprio dalla Virtual reality: “Non sarà l'estensione del cinema o il futuro - dice - ma un'altra cosa, un settore che la tecnologia ha inaugurato e che ottiene investimenti continui da parte della cultura. Abbiamo ricevuto 106 opere e ne abbiamo selezionate 22, mentre alcuni dei restanti sono fuori concorso”.
Per la realtà virtuale si potrà fruire in una sala con seggiole girevoli, con possibilità di visionarli con visori VR. In altre cinque postazioni c'è la tecnologia Vive, in altre sei lo spettatore può direttamente interagire. “Il rischio è un po' di nausea - ironizza Barbera - o mal di testa, ma ne vale veramente la pena”. Il regista Tsai Ming-liang sarà presente con un’opera, assieme a “Dear Angelica” e “Miyubi” sono le due opere speciali. “Ricordiamo che la proiezione è individuale e quindi occorre prenotarsi”, avverte Barbera. Tra i titoli “Nefertiti”, “Melita”, “Alice, The Virtual Reality Play”. La stessa Biennale college ha finanziato alcuni progetti.
Per le proiezioni speciali ci sarà “La lunga strada del ritorno” del 1962 di Alessandro Blasetti, restaurato dalla Rai e che propone interviste ai reduci dalla guerra. “Barbiana ‘65 - La lezione di Don Milani” e poi il reportage “Lievito madre - le ragazze del secolo scorso” di Conchita De Gregorio.
Per cinema nel giardino c’è “Manuel” di Dario Albertini, opera prima; “Controfigura” della videoartista Rä di Martino con Valeria Golino e Filippo Timi, su una serie di riprese su un set. “Woodstook” con Kirsten Dunst, “Nato a Casal di Principe“ con Donatella Finocchiaro, la serie tv “Suburra” di Michele Placido con i primi due episodi; “Tueurs” Bouli Lanners (leggi l’intervista).
Per Venezia Classici c’è “Anos Luz “, “Evviva Giuseppe” su Giuseppe Bertolucci. “L'utopie des images de la revolution russe” in cui si sono usate le fonti documentali sulla rivoluzione in maniera creativa e affascinante. “The Prince and The Dybbuk” di Elvira Niewiera che racconta la grande industria del cinema focalizzandosi sul produttore; poi un documentario di Mario Sesti su Paolo Villaggio.
Per la sezione orizzonti sono diciannove: “Niko” di Susanna Nucciarelli è girato in inglese, “Disappearance” di Ali Asgradi è iraniano, “Espèces Menacées” racconta la Francia si oggi, “The Rape ff Recy Taylor” proporne il resoconto di un atto di violenza contro i neri, famoso caso rimasto nella storia americana. “Caniba” è opera sperimentale e disturbante, ricostruzione di una tragedia francese degli anni ‘80 in cui uno studente giapponese si innamorò di una ragazza, lei lo respinse e lui la uccise e la mangiò.
“Les Bienheureux” racconta di una ragazza africana che dubita se venire in Francia; “Marvin” con Isabelle Huppert è la storia di un giovane omosessuale che vive nella provincia francese, e poi diverrà un famoso attore. “Invisible” su una ragazza che scopre di essere incinta; “Brutti e cattivi” di Cosimo Gomez con Claudio Santamaria, un'opera grottesca; “The Cousin” sul rapporto tra palestinesi e israeliani; “The Testament” sullo sterminio di ebrei in un piccolo villaggio austriaco; “No Date, No Signature” mette insieme una riflessione sulle società iraniana e sui conflitti etici; “Los Versos Del Olvido” è ambientato durante la repressione di Pinochet, con un becchino che si rifiuta di riconoscere delle vittime. “La nuit où j’ai nagé” è il racconto di un bambino giapponese, guardando la vita attraverso i suoi occhi. Poi “Krieg”, “West of sunshine”, l'animazione del film italiano “Gatta cenerentola” tratto da un'opera di Roberto De Simone; la commedia “Under The three”, “La vita in comune” di Edoardo Winspeare.
Fuori concorso c’è il cortometraggio “Casa d'altri“ di Gianni Amelio è girato ad Amatrice devastata dal terremoto; “Michael Jackson’s thriller 3D” di John Landis, regista del videoclip del 1983. “Landis sarà presente al Festival”, afferma Barbera.
Robert Redford è Jane Fonda sono presenti con “Our Souls Al Night”, di Ritesh Batra e che partecipo anche alla Biennale college. “Il signor Rotpeter” di Antonietta de Lillo è tratto da Franz Kafka; “Victoria è Abdul” di Stephen Frears su un momento dimenticato della casa reale. “La mélodie” è la storia di un violinista che viene mandato a fare formazione presso una scuola con ragazzi difficili da gestire; “Outrage Coda” di Takeshi Kitano; “Loving Pablo” con Javier Bardem e Penélope Cruz, sulla donna che si innamorò del criminale Pablo Escobar; “Zama” tratto da un'opera di un famoso scrittore argentino; “Wormwood” con Peter Sarsgaard su un uomo assoldato per far parte di un programma segreto di guerra biologica; “Diva” di Francesco Patierno ricostruisce la vita dell'attrice Valentina Cortese, con otto attrici che la interpretano.
“La fidèle” è la storia di una pilota di auto da corsa, con Adele Exarchopoulos; “Il colore nascosto delle cose” di Silvio Soldini sul mondo dei non vedenti, sempre con la Golino è Adriano Giannini. “The Private Life of a Modern Woman” con Sienna Miller e Alex Baldwin. “Brawl in cell block 99” è un horror con Vincent Vaughn, con una violenza di genere estrema.
Per il Fuori concorso - Non fiction c’è il documentario “Cuba and The cameraman”, che testimonia la vita di Cuba; “Amy Generation” con Michael Cane; “Piazza Vittorio” di Abel Ferrara, sulla piazza romana in cui lo stesso regista abita; “The Devil and Father Amorth” sugli esorcismi; “This is Congo” sulla situazione africana, “Ryuichi Sakamoto: Coda”, “Jim e Andy: The Great beyond. The story of Jim Carrey, Andy Kaufman and Tony Clifton”, su rari materiali inerenti l’attore Carrey. “Happy Winter” sulla spiaggia di Mondello.
In concorso ci sono ventuno film. “Human Flow” fa percepire il fenomeno dell'immigrazione, “Mother” con Jennifer Lawrence è la storia di come la relazione di una coppia possa essere messa alla prova dagli ospiti (leggi l’articolo); “Suburbicon” di George Clooney da una sceneggiatura mia realizzata dei fratelli Cohen (leggi l’articolo).
“Te Shape of water” di Guillermo del Toro, sulla storia di due ricercatrici che scoprono un esperimento segreto. “L’insulte” dal Libano, “La villa” e “Jusqu’à la garde” dalla Francia, “Lean on Pete” con Steve Buscemi dalla Gran Bretagna, “Mektoub, My Love”, “Sandome no sagsujin” dal Giappone.
“Foxtrot” di Samuel Matoz che vinse già Venezia, con tocchi surreali; “Three Billboards Outside Ebbing, Missouri”; “Hannah” con Charlotte Rampling che è l'unico personaggio del film; “Downsizing” di Alexander Payne (leggi l’articolo); “Angels Wear White”; “First Reformed” di Paul Schrader, integerrimo su un ex cappellano militare (Ethan Hawke) distrutto dal dolore per la morte di suo figlio; “Sweet Country” di un regista aborigeno; “Ex Libris”, sulla public library di New York che è tesa alla modernità.
Per i film italiani “Amore e malavita” dei Manetti Bros, sulla vendetta di un killer dai risvolti imprevisti; “Una famiglia” con Micaela Ramazzotti sul tema dell'utero in affitto; “The Leisure Seeker” di Paolo Virzì, con Donald Sutherland e Helen Mirren che partono per un viaggio particolare; “Hannah” di Andrea Pallaoro, su una donna rimasta sola dopo l’arresto del marito.
“Sul cinema italiano negli anni passati ci fu quantità a discapito della qualità - afferma Barbera - cosicché anche il pubblico si è disaffezionato. Ma quest'anno ci sono molti esordi ed opere nuove con l'impressione di opere che sperimentano nuovi modelli capaci di confrontarsi con il cinema internazionale. È un fenomeno da osservare con grande attenzione. Per i film italiani non siamo alla ricerca di capolavori, ma di esordi”. A questa teoria chiosa anche Paolo Baratta: “Anche nel settore dell’arte de La Biennale, cerchiamo artisti italiani piuttosto che opere formidabili”.
Alberto Barbera chiude dicendo che uno dei temi fondamentali di quest’anno è l’emigrazione, “perché è dominante rispetto a tutti gli altri. Poi quello della famiglia, articolato in maniera diversa, con la crisi dei valori che la nostra società sta vivendo”.
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