Recensione film Justin Bieber: Never Say Never. Biografia di un 17enne
Il film sul 17enne più famoso al mondo (e su internet)

Recensione Justin Bieber: Never Say Never. Biografia di un 17enne. Mai dire mai: il fenomeno Justin Bieber è certamente uno di quelli che resterà nella storia della musica. Per vari motivi: per la giovane età che richiama Michael Jackson, per l’uso del mezzo mediatico per eccellenza, YouTube che da un torpore d’antan è assurto a veicolo delle nuove star e dell’immaginario del nuovo secolo. I padri sono contenti quando le figlie al concerto si divertono in maniera genuina, con canzoni che passano da One Time a Baby ft. Ludacris.
La pellicola evidenzia proprio questo aspetto di emancipazione: un semplice quindicenne educato dalla madre, trasferitosi ad Atlanta, fa upload di alcune esibizioni su YouTube, è notato da un agente e da lì la sua carriera svetta. Il film segue la pop star Bieber per i 10 giorni antecedenti il suo spettacolo più prestigioso, quello del 31 agosto 2010 a Madison Square Garden, esaurito in 22 minuti. Vediamo la visita di Bieber alla sua città natale: gli si rimprovera di aver danneggiato la voce, divertendosi con i suoi vecchi amici. Così non gli è permesso di parlare per alcuni giorni, recuperando così le forze per il Madison Squame Garden.
Al di là della noia che nasce dal seguire la preparazione del tour, è proprio la sua biografia ad interessare. Già a 4 anni, sul divano, lo vediamo strimpellare la chitarra, suonare la batteria. E se tutto questa enfasi e passione infantile ha poi portato a far in modo che il suo video su YouTube – appunto Baby ft. Ludacris - sia visto da un settimo della popolazione mondiale (523.957.366 persone), il motivo è da cercare in un carisma che è empatico con gli spettatori, piuttosto che in semplici manovre di marketing. E la stessa Miley Cyrus sul palco con lui, in short e con stivali da adolescente-cavallerizza moderna ma non svampita, alimenta questo coinvolgimento con i giovani fan, che piangono nel vederli cantare insieme.
La critica americana non ha stroncato il film, anzi lo ha graziato per come ripropone il genere del documentario musicale: ad essere apprezzato è proprio lo sguardo 3D su un idolo della cultura pop fenomeno, “tollerabile anche dagli adulti” (secondo il San Francisco Chronicle).
E gli incassi hanno ben alimentato le aspettative: 12,4 milioni dollari nel suo giorno di uscita, prevedendo che supererà i 31,1 milioni di dollari totali incassati da Miley Cyrus con il suo documentario musicale 3D del 2008, ossia Hannah Montana & Miley Cyrus: Best of Both Worlds Concert. Il film ha comunque già superato Michael Jackson\'s This Is It e Jonas Brothers: The 3D Concert Experience.
Poi c’è un libro su di lui, un fumetto. L’unico dubbio è se Bieber traghetterà i fan nell’età adulta.
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