La fabbrica dei troll e le fake news: dalle elezioni USA alla superiorità di vaccini autoctoni

Daily / Editoriali - 01 July 2021 12:00

Cosa sono e cosa nascondono le fabbriche di troll, per quale motivo sono nate e quale obiettivo perseguono

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Cosa sono e cosa nascondono le fabbriche di troll

La diffusione dei social network e del web nel suo insieme ha agevolato le modalità di veicolare messaggi e propagande vari, non necessariamente o non soltanto notizie. Infatti anche recentemente sono state affrontate molte discussioni circa la legittimità delle fake news. Le cosiddette bufale, notizie false che siano, hanno avuto una importanza fondamentale per fini ovviamente poco leciti o volti a condizionare, a volte destabilizzare, l’opinione pubblica. Per rilasciare e costruire le notizie false sono state create delle vere e proprie redazioni, denominate appunto fabbriche di troll, composte da individui capaci di rilasciare false notizie mirate per fini specifici. Le fabbriche di troll possono quindi essere definite come redazioni composte da impiegati, nate con lo scopo di usare i social network e il web per redigere e veicolare news false.

Per quale motivo sono nate e quale obiettivo perseguono

Le fabbriche dei troll sono state create per espletare uno scopo ben definito, il condizionamento dell’opinione pubblica. Le news false sono infatti state utilizzate come strumento in molti contesti civili, economici e politici. Sviare l’attenzione da fenomeni di guerra, generare un certo tipo di sentimento popolare verso un determinato argomento o personaggio politico, o ancora annunciare gli effetti e le conseguenze di una imminente manifestazione economica, questi sono stati spesso i fini perseguiti dai troll che nelle sede delle loro cosiddette fabbriche hanno disseminato il web di falsità fino a far intervenire le autorità. Ad esempio, in Russia, solo qualche anno fa è stata scoperta una delle più grandi fabbriche di troll che si dice abbia generato false news relative alla guerra in Ucraina.

Le news false e il tentativo di condizionare l’opinione pubblica, la nascita del fenomeno

Le prime fake news cominciarono ad essere veicolate nel 2016 per motivi di guadagno economico. Il media editor di Buzzfeed, Craig Silverman notò uno stravagante flusso di notizie completamente inventate che sembravano provenire da una piccola città della Macedonia, Veles. Silverman ricorda come furono rinvenuti un piccolo gruppo di siti web di notizie tutti registrati nel piccolo comune, e insieme al team di redazione, iniziò a indagare poco prima delle elezioni americane. Si trattava di circa 140 siti web di notizie false che stavano attirando un gran numero di utenti su Facebook: anche se i giovani di Veles potevano avere esiguo interesse per la politica americana, la pubblicità su Facebook fruttava bene.

Dalla politica all’economia, in quali contesti sono state più usate le news dei troll

L'ambizione consisteva nel fatto che le news viaggiassero sui social media. Chi postava le news – o altri fornitori di fake news - hanno scritto storie con titoli come "Papa Francesco sconvolge il mondo, approva Donald Trump come presidente" e "Agente dell'FBI sospettato di fuga di e-mail di Hillary Clinton trovato morto in apparente caso di omicidio-suicidio". Erano completamente false.

Secondo alcuni analisi recenti, il loro effetto si è abbassato per via della capacità di comprendere la falsità della news. L'impatto delle fake news sui mercati finanziari e sul trading ad alta frequenza non è ancora chiaramente definito, afferma Anton Gordon, co-fondatore di Indexer.me a Houston, un software che costruisce algoritmi per decifrare l’affidabilità del testo e del contenuto visivo.
Nel 2013, 130 miliardi di dollari di valore delle azioni sono stati spazzati via in pochi minuti a seguito di un tweet di AP (Associated Press) su una "esplosione" che avrebbe ferito Barack Obama. AP ha affermato che il suo account Twitter era stato violato: i prezzi delle azioni si sono ripresi poco dopo, ma l’evento indica come le notizie sui social media possono essere manipolate per influenzare gli algoritmi di trading che si basano sul testo per effettuare calls di investimento.

L'opinione pubblica e la lotta contro le fake news

La pandemia da Covid-19 è stata un tema portante anche per il diffondersi di innumerevoli fake news a riguardo: dal bere candeggina, o alcol puro. per difendersi dall'infezione, alle varie teorie di complotto fino al 5G come veicolo del virus.
Tra le istituzioni nate per combattere il fenomeno delle fake news, troviamo l'EDMO (European Digital Media Observatory). In Italia opera in merito l'Agcom con l'Osservatorio sulla disinformazione online con il seguente obiettivo: “L'Osservatorio, fondato sull'osservazione diretta di milioni di dati, analizza in particolare l'evoluzione nel tempo della produzione di contenuti fake, fornendo indicazioni sia sulla quantità di disinformazione online immessa nel sistema nazionale, sia sugli specifici argomenti e le principali tematiche rispetto alle quali la disinformazione si manifesta e si diffonde”.
Sempre in Italia, ogni cittadino può segnalare fake news su Facta, progetto di fact-checking che si occupa della lotta alle fake news dal 25 marzo 2020. Da marzo 2021 Facta è membro dell’International Fact-Checking Network (Ifcn).

Esistono ancora le fabbriche di troll? O in cosa si sono trasformate

Dal Brasile all'India, dalle Filippine alla Turchia o alla Repubblica Macedonia del Nord, per citare alcuni esempi recenti, le fabbriche di troll sono attive ancora oggi. Facebook e Twitter hanno bloccato pagine legate all'attività dell'Internet Research Agency - nota fabbrica di troll russa che già nel 2016 interferiva nelle elezioni presidenziali negli Stati Uniti a favore di Donald Trump - in occasione delle presidenziali dello scorso novembre contro il candidato del Partito Democratico Joe Biden.
Un recente studio condotto dall'EU evidenzia l'interesse sistematico di Russia e Cina - monitoraggio condotto dal dicembre 2020 ad aprile 2021, durante la campagna di vaccinazione europea - nel promuovere fake news, non supportate quindi da alcuna evidenza scientifica, in merito al tasso di mortalità correlato in persone vaccinate in località europee, promuovendo invece la superiorità dei vaccini autoctoni e dividendo l'opinione pubblica. Lo studio è disponibile sul sito EU vs DiSiNFO.

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