L'indagine nelle serie tv: un processo in continua evoluzione

Tv / Editoriali - 18 November 2016 10:00

Da "Il commissario Montalbano" a "Squadra Antimafia", le diverse espressioni del racconto investigativo.

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Film Exhibiting Forgiveness - video

Con questo articolo apriamo una rubrica su come l'indagine è rappresentata nelle serie televisive. 

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Divenuto uno degli aspetti centrali delle fiction poliziesche italiane ed estere, il tema dell'investigazione è oggetto di un processo d'evoluzione che riguarda le modalità con le quali si determina la figura del "colpevole".

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In Italia molte serie si concentrano particolarmente su un unico investigatore. È il caso de "Il commissario Montalbano", la cui trama è focalizzata su un protagonista costruito per risultare estremamente affidabile e dotato di intuito e abilità che gli consentono di risolvere i casi anche in solitudine. La narrazione lascia emergere una stile investigativo soggettivo e collegato a un singolo personaggio.

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La serialità televisiva ha interessato anche fiction basate su un'investigazione che coinvolge un gruppo numeroso di personaggi, chiamati a formare una vera e propria "squadra". La proficuità di questo modello è confermata da produzioni di successo come "Squadra Antimafia" e "Distretto di polizia", dove tutti i protagonisti svolgono un loro ruolo per risalire alla verità. 

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La ricerca del "colpevole" è stata profondamente ridefinita da una delle serie di maggior successo degli ultimi decenni, "CSI: Crime Scene Investigation", serie ideata da Anthony Zuiker e trasmessa dall'emittente statunitense CBS dal 2000 al 2015. Il police drama ha introdotto un modello di indagine "scientifica", condotta all'interno di un laboratorio, superando il format tipico del poliziesco basato su pedinamenti e inseguimenti. Con "CSI" la prova della colpevolezza è esaminata al microscopio e appare indiscutibile.

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L'evoluzione della fiction poliziesca italiana ha portato alla convivenza di diversi stili narrativi. In serie come "Il commissario Montalbano" c'è una linea narrativa verticale che segue ogni singolo episodio e riguarda l'indagine su un caso particolare.

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"Una faccenda delicata", andato in onda su Rai 1 nel febbraio 2016, si apre con il delitto di un’anziana prostituta. Montalbano ritorna nel commissariato di Vigata e inizia a indagare su quanto accaduto, aiutato dai suoi storici collaboratori Mimi Augello e Fazio. Il personaggio conferma immediatamente la sua abilità di ottenere facilmente preziose informazioni. Incontra Teresita, amica e vicina dell’assassinata, riuscendo a farle ricordare un importante dettaglio sulla vittima che era sfuggito al suo collega Augello. Grazie alle varie testimonianze raccolte dal protagonista e ai diversi luoghi visitati alla ricerca di prove perfino gli spettatori occasionali possono essere coinvolti nel racconto e ipotizzare il responsabile del delitto. Il finale mostra il grande intuito di Montalbano, il quale riesce a capire chi è il vero colpevole e per fargli confessare l'omicidio inventa il testo di una lettera che la vittima non ha mai scritto e che riassume l’esito della sua indagine.

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La linea narrativa orizzontale segue i diversi personaggi nel corso di un'intera stagione, racconta le loro relazioni personali (come il rapporto tra Montalbano e la sua compagna Livia) e delinea la loro personalità (come l'atteggiamento da casanova di Mimi).

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In Italia lo stile narrativo della fiction ha permesso alla commedia di entrare nel racconto investigativo, dato evidenziato nell'opera "Considerazioni generali" (1997) di Milly Buonanno, dove si afferma come il poliziesco italiano "lavora ai confini tra crime-story e commedia", distinguendosi ad esempio da quello francese che è caratterizzato da "una impostazione socio-psicologica, attenta e accurata nella ricostruzione di ambienti e di profili". 

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"Don Matteo", una delle serie più seguite degli ultimi anni, propone l'alternanza tra suspense investigativa e momenti di comicità. Gli episodi si aprono spesso con il ritrovamento di un cadavere e l'indagine del celebre personaggio interpretato da Terence Hill trascina il pubblico in un'atmosfera di forte aspettativa fino al raggiungimento della verità.

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Il successo della rappresentazione dell'indagine nella fiction televisiva può quindi essere giustificato dalla possibilità che ha lo spettatore di partecipare alla ricerca del "colpevole", seguendo uno o più personaggi nella ricerca di indizi e prove, immedesimarsi nelle vicende raccontate e ipotizzare strade da seguire.

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