Denial, il film oltre l'Olocausto con Rachel Weisz
"Denial" è il film con Rachel Weisz e Tom Wilkinson: affronta un caso giudiziario inerente l'Olocausto

La verità negata (“Denial”) è il film in uscita in questi giorni, distribuito da Cinema. Diretto da Mick Jackson, ha un cast composto da Rachel Weisz, Tom Wilkinson, Timothy Spall.
La storia è alquanto tersa, poiché affonda in un caso legale: nel 1933 la docente Deborah Lipstadt (Weisz) pubblicò un libro che affrontava il tema del negazionismo, secondo cui l’Olocausto non sarebbe mai esistito secondo dal titolo “Denying The Holocaust: The Growing Assault on Truth and Memory”. Qui si avanzavano commenti inerenti l’autore David Irving (Timothy Spall), il quale veniva considerato un negazionista: Irving cita in giudizio Deborah per diffamazione. La legislazione britannica in questa materia prevede che l’accusato sia presunto colpevole finché non riesca a dimostrare la propria innocenza.
Deborah deve così difendere le proprie opinioni e sopratutto se stessa, quasi a dover ribadire che l'Olocausto non è un'invenzione.
La complessità della trama si evince nel momento in cui si decide di affrontare un caso giudiziario da trasporre in finzione: la casa di produzione del film è Participant Media, la medesima che ha prodotto il film vincitore dell’Oscar 2016 “Il caso Spotlight”, che raccontava allo scandalo dell’abuso dei preti sui minori.
Sopratutto nei casi di diffamazione in Gran Bretagna, molti editori decidono di ritirare i proprio lavori. Il rifiuto di retrocedere da parte della Lipstadt e del suo team legale, l’avvocato Anthony Julius (Andrew Scott) e avvocato Richard Rampton (Wilkinson) ha fatto scalpore perché affermava il primato della verità storica e la realtà dell'Olocausto. Rachel Weisz ha affermato che la vicenda la colpì: “Non sapevo nulla della negazione dell'Olocausto. Ma ero interessato a sapere come si può veicolare un argomento così emotivo”.
Il regista Jackson ha scelto la Weisz proprio per come negli anni ha interpretato personaggi controversi, da “The Lobster” (2015) a “Amabiii resti" (2011), fino a “Constantine” (2005).
Ma l’aspetto più profondo del film è proprio quello legale. Wilkinson ha il ruolo di Richard Rampton, uno dei migliori avvocati della Gran Bretagna che rappresenta Debrorah Lipstadt: la strategia usata per respingere le affermazioni di Irving è complessa, perché si chiede di dimostrare qualcosa che non avrebbe mai bisogno di essere accertato. Così la maniera più logica era portare in tribunale alcuni dei reduci dell’Olocausto, potendo essere ascoltati. Rampton impara il tedesco per il caso, mosso anche da una indignazione morale.
La Lipstadt è stata anche un consulente storico per la United States Holocaust Memorial Museum, ha contribuito a progettare la sezione del Museo dedicata alla risposta americana alla Shoah. Nonostante ciò, c’è stato bisogno di un processo per attribuire fondatezza storica.
La causa sarà vinta alla fine dalla Lipstadt, sancendo però anche che la verità è sempre opinabile oltre la storia.
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