L'aquila solitaria, il film di Billy Wilder nell’anniversario dell’uscita
Cinema / Editoriali - 18 April 2018 10:00
James Stewart è il protagonista del film “The Spirit of St. Louis”
L'aquila solitaria (“The Spirit of St. Louis”) è il film di Billy Wilder che usciva in questi giorni al cinema (il 20 aprile del 1957).
Nel 1927 in un hotel vicino al Roosevelt Field di New York, il pilota d'aria Charles A. "Slim" Lindbergh (James Stewart) attende che la pioggia finisca per intraprendere lo storico volo per Parigi. Rievoca anche come giunse a questa decisione, incontrando il presidente di banca e cercando di convincerli che in quaranta ore sarebbe riuscito a compiere l’impresa.
Dopo aver ottenuto l’appoggio finanziario, scopre che la società che dovrebbe affidargli l’aereo vuole scegliere il pilota: così si affida ad un’altra azienda per costruire un nuovo aereo, eliminando i pesi superflui e cercando soluzioni per alleggerire la struttura. Intanto piloti si appressato all’impresa, e Lindbergh ormai prossimo alla partenza decide addirittura si eliminare i contenitori del suo spazzolino da denti, del rasoio e la camicia in più. Rifiuta anche il paracadute, ma scopre di avere un clandestino a brodo, ovvero una mosca: così trascorre il tempo calcolando se l'insetto che vola all'interno dell'aereo aggiunga peso.
Durante la traversata non dorme per ventotto ore: tra varie difficoltà sorvola la Nuova Scozia e comica ad essere assalito dai ricordi. Vede le cime delle montagne, un iceberg. Quando le ali dell'aereo si ghiacciano teme il peggio, tanto che il motore si spegne e il velivolo inizia a precipitare.
Il film segna una novità nella cinematografia di Wilder, perché proveniva da film che vivevano di una coralità di personaggi come Viale del tramonto, Sabrina, Quando la moglie è in vacanza. Qui invece passa a focalizzarsi solo su un protagonista, seguendolo anche nei angusti spazi dell’abitacolo dell’aereo. E infatti per far emergere l’azione, deve escogitare la trovata della mosca, dei ricordi, che sono anche un esempio di come l’uomo affronti la solitudine.
La storia è quella del vero Charles A. Lindbergh, che eseguì l’impresa nel 1927: Wilder trasse il film dal suo libro, per cui vinse anche il premio Pulitzer. Così la maggior parte degli incidenti nel film sono storicamente accurati, dalla collocazione del serbatoio del carburante nella parte anteriore dell'aereo, allo spettatore che ha offerto il suo specchio a Lindbergh, dal tempo inclemente alla notte insonne prima del volo
James Stewart aveva ammirato a lungo il successo dell'aviazione di Lindbergh ed era desideroso di interpretare il ruolo, ma il produttore Jack Warner non voleva ad accettare l'attore quarantasettenne nella parte di un uomo di venticinque. Così Warner raccomandò al produttore Leland Hayward di dire a Stewart che fosse troppo grasso per la parte, e Stewart cominciò a dimagrire così tanto che affermò: “alla fine ero così magro non assomigliava nemmeno a me stesso, anzi, avevo un'aria terribilmente malata, il viso era scarno e avevo anelli neri sotto gli occhi “.
Il film è stato girato tra il luglio del 1955 e il marzo del 1956, in ordine inverso rispetto alla sceneggiatura. Lindbergh visitò gli studios per rivedere scene, così da creare attinenza con quanto accaduto realmente. Ciò portò la Warner Bros. a spendere 6 milioni di dollari di budget, con un incasso che fu fallimentare. Infatti si scoprì poi che le persone sotto i quarant'anni non erano a conoscenza di Lindbergh e dei suoi successi.
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