L'agricoltura verticale, cos'è e come funziona la coltivazione a casa che sfida i vari lockdown
Daily / Editoriali - 28 October 2020 15:00
L'agricoltura verticale è uno dei settori di maggiore espansione
Durante il lockdown dello scorso marzo, molte persone si sono dedicate alla cucina riscoprendo l'atavico piacere di fare, per esempio, il pane in casa. Ma c'è un altro prodotto che ha riscosso la curiosità salutista: la possibilità di prodursi il proprio olio casalingo rinunciando a quelli commerciali, la cui conservazione a lunga scadenza è direttamente proporzionale alla distruzione delle preziose proprietà nutrizionali.
Per produrre l'olio in casa, esistono numerosi macchinari studiati per la realizzazione casalinga, dal frantoio domestico all'estrattore a freddo.
Quali alimenti possono essere prodotti in casa
La sfida della produzione fai da te acquisisce un fascino particolare se si è dotati della giusta strumentazione. Un hobby dilettevole che permette di produrre vino domestico o anche birra, produzioni che permettono di riscoprire il fascino naturale con la certezza che i prodotti non sono chimicamente trattati, ma è opportuno fare comunque attenzione quando si produce qualcosa in casa. Ebbene di prodotti da fare in casa ce ne sono molti e la loro naturalità non deve certo permettere al consumatore fai da te di abusarne. Restando all’olio ad esempio non se ne potrebbe fare un uso smodato se si vogliono mantenere gli standard di una dieta bilanciata come consigliata da esperti nutrizionisti. Certo si può vivere anche con olio, per rimanere in tema, che non sia esclusivamente di oliva. In commercio ci sono ad esempio estrattori a freddo o a caldo, a seconda che si miri alla qualità o alla resa dei semi, che permettono di ottenere oli dal girasole, dagli arachidi, dal cocco, dal sesamo. Si può persino ottenere olio dagli agrumi, dalle noci, dalla zucca, dall’avocado.
Tra gli oli, uno ha destato molte perplessità e che probabilmente non si dovrebbe produrre in casa. Si tratta dell’olio estratto dai semi di colza che contiene acido erucico . Mentre invece l’olio di canola, ovvero estratto dalla colza ma epurato dall’acido erucico, è innocuo per la salute. Quindi e partendo da queste ultime considerazioni è opportuno propendere per una adeguata conclusione: non tutti gli oli possono essere prodotti in casa da mani inesperte.
Cosa è e come funziona l’agricoltura verticale
Questa possibilità si ascrive al più generale settore dell'agricoltura verticale (vertical-farming o indoor farming). Per via delle interruzioni nella catena di approvvigionamento alimentare dovuta alla pandemia da Covid-19, coltivare cibo in casa è una delle attività più praticate in questi mesi. Ad esempio una società statunitense chiamata Gardyn ha costruito una fattoria che si affida all'intelligenza artificiale per svolgere gran parte del lavoro pesante in termini di monitoraggio e mantenimento di un raccolto commestibile di cibo. Vi è una una torre verticale compatta – che può ospitare fino a 30 piante – e un'app di formazione con un assistente AI chiamato "Kelby". Gli utenti devono solo ordinare i semi e "collegare" i baccelli dei semi nelle torri verticali. Il sistema fa circolare automaticamente l'acqua e le sostanze nutritive alle piante, mentre Kelby monitora la crescita delle piante e invia promemoria quando è il momento di aggiungere acqua al giardino o raccogliere le piante. Si possono coltivare verdure a foglia verde ed erbe aromatiche, alcuni fiori, pomodori e jalapeños, peperoni, aloe vera, broccoli. Un altro prodotto, il Garden Tower ® 2 rotante può ospitare 50 piante, mentre per i neofiti il Bounty Basic – al costo di 50 Dollari – gestisce 9 piante, con la “Modalità vacanza” e il promemoria per acqua e cibo.
Sarà l’agricoltura del futuro?
L'emergenza sanitaria a causa del Covid-19 ha attirato l'attenzione sulla vertical farm. Tuttavia, prima di questa pandemia, la crescente popolazione, i cambiamenti climatici e gli incidenti nucleari hanno compromesso e stanno compromettendo gli ecosistemi terrestri, mettendo in crisi la produzione tradizionale. La realtà è sotto gli occhi di tutti. L'agricoltura tradizionale contribuisce a uno spreco di acqua straordinario. L'agricoltura verticale sembra una risposta valida, ad oggi, rispetto alla penuria delle risorse e alla sicurezza alimentare.
Come la covid-19 ha accelerato questo processo
Ed è proprio da questa mancanza che si dovrebbe ripartire per favorire lo sviluppo dell’agricoltura, limitando gli sprechi di acqua che ormai viene definita oro blu. In questo l’agricoltura verticale potrebbe aiutare per il suo contenuto utilizzo di terreno e di acqua, oltre ad una maggiore resistenza ai cambiamenti climatici. Potrebbe persino essere una produzione che risponde al problema del sovraffollamento della popolazione mondiale. In tema di coronavirus bisogna essere attenti alle etichette per valutare la provenienza dei prodotti, ma la vertical farm potrebbe essere una soluzione anche per l’eliminazione di germi e batteri. Infatti si possono produrre ortaggi al chiuso, con un clima ideale e senza l’invasione di insetti, batteri e parassiti, eliminando di conseguenza l’uso di pesticidi ed aumentandone la produzione. Tutto ciò però espone i produttori a costi maggiori di energia elettrica e pertanto entrano in gioco i concetti delle energie rinnovabili, un insieme di situazioni e contesti che sebbene al centro di molteplici discussioni attuali sembrano lontani dal quotidiano culturale e politico.
L'agricoltura verticale come business e nuova forma di lavoro e occupazione
L’agricoltura pare essere il settore in maggiore sviluppo in questi mesi, in controtendenza con asfissia economica dovuta agli oberati lockdown. Nel secondo trimestre del 2020 - secondo i dati dell’Osservatorio sulle partite Iva del ministero dell’Economia, Dipartimento delle Finanze - sono state aperte 94.932 nuove partite Iva, con una flessione del 30,7% rispetto al secondo trimestre del 2019 in conseguenza dell’emergenza Covid 19. A giugno l’agricoltura ha registrato un balzo del 40%, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. E le attività sono quelle di prossimità, ovvero quelle in cui è più facile approvvigionarsi delle materie prime necessarie alle coltivazioni, e poi metterle in produzione. Infatti di queste aperture nel settore dell'agricoltura, il 74,8% delle nuove aperture si riferisce a persone fisiche: in questo caso senza un esborso economico eccessivo si può avviare un'attività in proprio, distribuite i prodotti sia nelle vicinanze che con spedizioni che avvengono online. Un costo quindi inferiore di quello necessario per creare società di capitali ( 19,2% delle nuove aperture agricole) o società di persone (2,7%). E la parte dell'Italia che risultava più lontana dallo sviluppo economico si tramuta in quella più prolifica: è infatti nel Sud che a giugno si registrano i maggiori incrementi di nuove aperture agricole.
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