Town of Light, recensione per PS4 e Xbox One
Town of Light è un titolo horror che ripercorre parte della storia italiana, con la chiusura dei manicomi e le immense sofferenze vissute al loro interno

Town of Light è il videogioco sviluppato da un team italiano, LKA.it, un’avventura horror ambientata in uno scenario della nostra penisola, precisamente nel manicomio di Volterra. Il percorso all’interno del filone del genere horror ci conduce in un introspettivo viaggio nella follia, narrata e sviscerata attraverso forti connotati psicologici e sociali. L’esperienza risulta pienamente riuscita, con l’intento di mettere il giocatore all’interno di una storia ben raccontata e che tratta tematiche per nulla scontate, in special modo nell’odierno e inflazionato canone dell’orrore.
La trama di Town of Light ripercorre uno spaccato della storia italiana recente, con l’approvazione nel 1978 della legge n.180, con la quale veniva sancita la chiusura dei manicomi e il nuovo codice per il trattamento sanitario obbligatorio. Luogo delle vicende sarà proprio un vecchio ospedale psichiatrico, quello di Volterra, aperto nel 1887 e rivissuto nel suo stato attuale, nel 2012. Le tematiche orrorifiche vengono qui portate e raccontate più nella riflessione di quello che rappresentavano tali luoghi, divenuti col tempo più assimilabili a delle carceri che a delle strutture di recupero. Gli episodi del passato, tra torture, elettroshock, sedativi e violenze fisiche riecheggiano nella solitudine e abbandono del complesso, una metafora strutturale di quello che poteva essere il degrado e la confusione residente negli ex pazienti.
Il gameplay di Town of Light ricalca meccaniche degli attuali “walking simulator”, tra esplorazione ambientale e qualche enigma da risolvere. La nostra camminata all’interno del manicomio ci permette di raccogliere documenti e scoprire il passato dell’ospedale psichiatrico, tra flashback rivissuti dagli occhi della protagonista Renèe e i suoi consigli per proseguire nell’avventura. La raccolta delle cartelle originali e della strumentazione del tempo contribuisce a ricreare l’atmosfera e le sofferenze vissute durante lo scorso secolo, non rappresentando un mero procedere in avanti con la storia, ma utile a creare un ponte tra sezioni di gameplay e plot narrativo.
La grafica di Town of Light è quella di una produzione indipendente, che punta molto del suo fascino sull’ambientazione scelta, l’efficacia nel ricreare un manicomio abbandonato e l’ottimo utilizzo di luci ed ombre, fondamentali nel saper imprimere la giusta fotografia in un titolo a tinte horror. Gli interni dell’ospedale hanno pareti graffiate, sporcizia, ruggine, sedie abbandonate e mobili divelti, tra zone senza soffitto e aree riservate che si sono conservate meglio. L’atmosfera viene creata attraverso un audio ambientale soddisfacente e musiche originali, insieme al doppiaggio in italiano. Accanto alle sequenze di gameplay, i filmati non interattivi presentano dei disegni fatti a mano, che portano avanti il racconto all’interno del gioco.
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