Sicario, l'agente Emily Blunt in azione contro il Cartello messicano

Cinema / Recensione - 24 September 2015 09:00

Sicario, Denis Villeneuve va a scoprire una terra di confine tra Stati Uniti e Messico dominata dal narcotraffico, in cui l'idealista agente impersonata da Emily Blunt capirà cos'è l'inf

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Sicario film diretto da Denis Villeneuve e sceneggiato da Taylor Sheridan. La pellicola è stata presentata al Festival di Cannes nel 2015. 

Sicario trama. Kate (Emily Blunt) è una giovane agente dell’FBI, che agisce in una zona di confine tra Stati Uniti e Messico. Nell’ultima retata scopre una cosa inquietante: decine di cadaveri nascosti dietro ai muri di una casa. Per scoprire chi fossero i responsabili di quell’orribile esecuzione il governo organizza una task force, sotto la supervisione del funzionario Matt (Josh Brolin), e per quanto Kate si occupi solo di rapimenti, anch’ella viene arruolata. È l’inizio di una lenta caduta nell’oblio, il team si ritroverà faccia a faccia con le più terribili nefandezze del Cartello messicano, ci sono morti ovunque a Juarez. Un uomo molto ambiguo (Benicio Del Toro) li aiuterà in questa missione, soprattutto quando saranno costretti ad agire nella clandestinità.

Sicario recensione. Da decenni oramai la guerra scatenatasi al confine tra Stati Uniti e Messico per il controllo del traffico di droga è arrivata a livelli apocalittici. Il regista canadese Denis Villeneuve realizza così un thriller che si addentra in questo groviglio di corruzione e degrado, un’inferno così rovente che per essere contrastato è necessario uscire dalla legalità. Proprio su questo fronte si snoda il dilemma morale della protagonista, una donna carica di idealismo e di fedeltà verso il proprio Paese, catapultata nell’ombelico del male e quindi costretta a prendere decisioni che violano ogni suo principio. Uno scontro frontale con la realtà che toglie il fiato, una pellicola che parla di scelte controverse, tanto che giunti ad un certo punto risulta complesso comprendere se ci siano o meno personaggi positivi. Ma è proprio questa sensazione di essere in uno spazio vuoto, agorafobico e privo di certezze, che permette di giustificare ogni azione, anche la più orrenda.

Sicario Emily Blunt. L’attrice inglese vincitrice del Golden Globe, e che recentemente abbiamo visto in film come Into the Woods, Edge of Tomorrow e Looper, si immerge in un’esperienza nuova, un ruolo duro sia psicologicamente che fisicamente, ma dal quale riesce ad ottenere un’interpretazione profonda ed emozionante. Il suo è il personaggio chiave della pellicola, il più fragile e quindi vulnerabile, ma che come conferma la stessa Blunt: “È la bussola morale di Sicario”. 

Sicario Denis Villeneuve. Non è una novità invece per lui il genere, aveva già sperimentato azione e dilemmi morali nei suoi precedenti lavori, come Prisoners (con Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal) e La donna che canta. L’intento principale di Villeneuve è fornire una scossa allo spettatore, un argomento su cui riflettere, senza però dare un suo giudizio, anche perché egli stesso afferma: “Ho sempre pensato che il mondo sia grigio, non bianco e nero, e che la nozione di bene e male sia orientata dal retroterra culturale e geopolitico di ciascuno”.

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