Recensione Noi siamo la marea, il thriller premiato dal pubblico al festival di Torino

Cinema / Recensione - 18 June 2018 10:15

Con Max Mauff e Lana Cooper, in sala dal 21 giugno.

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Film Ordinary Angels - video

Noi siamo la marea (Wir sind die Flucht e We are the tide, rispettivamente il titolo originale e quello inglese) è il thriller sci-fi diretto da Sebastian Hilger. Il film si è guadagnato l'anteprima al Festival di Berlino e il premio del pubblico a quello di Torino.

Noi siamo la marea

Nella cittadina di Windholm scompare l'alta marea. “La gente in spiaggia ha lo sguardo fisso nel vuoto e un oscuro presagio”: con essa, anche tutti i bambini del paese sono scomparsi, senza lasciare traccia di sé. Si tratta di un crimine o di un incidente? Nessuna spiegazione sembra plausibile. Una mattina è semplicemente successo, il ciclico alternarsi delle maree si è interrotto. Le cause di questa anomalia non sono mai state accertate, alimentando leggende.

Noi siamo la marea è un film che procede lungo scenari notturni e albeggianti, per approdare infine a un affascinante paesaggio lunare. Quando la scienza si allea alla fede del mistero umano, si tramuta in progresso.

Micha (Max Mauff) lavora part-time come barista in una discoteca. È un brillante fisico, che si è interessato al caso della scomparsa dell'alta marea a Windholm, e sta per discutere la tesi all'Università di Berlino. Micha è in lista per un posto da ricercatore.
La commissione, contro le sue previsioni, boccia il progetto, giudicando il giovane inesperto per una vicenda così delicata.

In attesa del responso, Micha ha incontrato Jana (Lana Cooper): la sua ex, nonché figlia talentuosa del professore che, infine, lo licenzia. Lana lo ha lasciato tempo fa, abbandonando gli studi per partire per il Portogallo.

Insieme a Jana, con una falsa autorizzazione, Micha sfiderà la decisione professori e giungerà a Windholm. Qui, i due ricercatori saranno trattati con diffidenza dalla maggior parte della popolazione. Considerati “gentaglia” e “disadattati di città”, mentre la comunità in lutto è in cerca di pace. La loro presenza accende speranze che sarebbe meglio seppellire, insieme ai bambini.

Sarà Hanna (Gro Swantje Kohlhof), figlia dell'affittacamere, a guidare i due protagonisti verso la risoluzione del mistero.


© Riproduzione riservata



Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon