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Mostra del Cinema di Venezia 2025, recensione film Newport & the Great Folk Dream

Scopri Newport & the Great Folk Dream, il film fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia

Mostra del Cinema di Venezia 2025, recensione film Newport & the Great Folk Dream

La musica folk nella sua silenziosa ribellione esplode al Newport Folk Festival nel 1963. Le vicende private dei cantanti cominciano a emergere nelle canzoni, con versi che raccontano di scarpe usate per il viaggio dai neri, oppure del desiderio di fuggire dalla propria casa. È proprio Bob Dylan a dare una svolta al festival, facendo comprendere che era possibile un'altra forma di racconto della propria condizione, che trova melodia nei suoni della fisarmonica, della chitarra vibrata con metodicità, delle parole scandite.

Joan Baez inizia ad esibirsi, Pete Seeger, ma anche suonatori di banjo provenienti dalle terre del carbone, artisti gospel della Georgia, pescatori dei villaggi del Canada. Il festival diventa anche un modo per socializzare: il film Newport & the Great Folk Dream di Robert Gordon restituisce appieno questa trasformazione, passata per l'assassinio del Presidente John Kennedy, e traghettata verso la guerra in Vietnam. Le canzoni parlano di soldati al fronte, di sottomissione, e il pubblico s'immedesima nel festival.

Giova al film la presenza di canzoni iconiche, come Mr Tambourine Man di Dylan: "Non ho un posto dove andare / ehi mister tambourine / suona una canzone per me / nel tintinnare del mattino / camminerò con te". Da artisti come José Feliciano a Odetta, dal quartetto Freedom Singers con la loro invocazione dei diritti civili ai The Weavers. Baez canta Virgin Mary Had One Son e We Are Crossing Jordan River; "Ho una casa dall'altra parte / Stiamo attraversando il fiume Giordano, voglio la mia corona / Quando arriverò in paradiso / mi siederò", e dopo l'esibizione ottiene un contratto con la Vanguard Records. La musica folk diviene quell'elemento di protesta che i Beatles non riuscivano a plasmare, tanto che le divisioni tra folk e loro erano nette, così come con il rock. Qui gli anziani condividevano canti e tecniche, i giovani innovavano e si spingevano oltre i limiti, e accanto ai big si esibisce un suonatore di flauto di Pan realizzato in casa.

I filmati proposti coprono gli anni dal 1963 al 1966, e documentano la rapidità dei cambiamenti. Blowin' In the Wind nacque allora: "E per quanto tempo dovranno volare le palle di cannone / prima che vengano bandite per sempre? / la risposta, amico mio, se ne va nel vento". Il film rende vivo quel periodo, non solo nostalgico ma furente e ribelle, come oggi è impossibile solo auspicare.

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