Hunger Games: il canto della rivolta - Parte II, la recensione dell'ultimo avvincente capitolo della saga

Cinema / Recensione - 19 November 2015 13:00

Hunger Games: il canto della rivolta - Parte II, il franchise campione d'incassi arriva al suo ultimo capitolo, quello in cui Katniss Everdeen, interpretata da Jennifer Lawrence, cercherà di po

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Hunger Games: il canto della rivolta - Parte II film diretto da Francis Lawrence, sceneggiato da Peter Craig e Danny Strong, tratto dal libro di Suzanne Collins “Hunger Games: Il Canto della Rivolta” (Mockingjay).

Nei precedenti film. Nella prima pellicola Katniss si presentava come una sedicenne anonima, la cui vita veniva cambiata dopo essersi resa volontaria al posto della sorella per partecipare agli Hunger Games. Dopo averli vinti, viene costretta a partecipare nuovamente l’anno successivo all’Edizione della memoria, con tutti i vecchi vincitori. Superata anche questa prova la giovane ragazza si ritrova, priva di sensi, nel suo distretto 13 ormai irriconoscibile, un luogo oscuro e sotterraneo dove i rivoltosi si stanno organizzando. Katniss diventa l’immagine della speranza per tutti, ma proprio quando la Ghiandaia Imitatrice (così viene chiamata) sta per spiccare il volo, il cammino diventa incerto: l’amico Peeta è uno stato di trance e ora la odia, il popolo è in preda alla disperazione e il presidente Snow è sempre più potente.

Trama. Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence), oramai leader dei ribelli, con i propri compagni si ritrova a dover affrontare la sfida decisiva contro la tirannia del presidente Snow (Donald Sutherland), per salvare l’intera nazione. Tutti i distretti si sono uniti alla rivolta della presidentessa Alma Coin (Julianne Moore), tranne il 2, che diventa il primo obiettivo, essendo la roccaforte delle forze militari di Panem. Katniss insieme a Peeta (Josh Hutcherson), ancora sotto l’effetto del lavaggio di cervello subito durante la sua detenzione, andranno in missione a Capitol City, trovando insidie e pericoli come mai si sarebbero aspettati: peggio di qualsiasi altro hunger games.

Recensione. Uno dei fenomeni cinematografici più potenti degli ultimi anni è arrivato alla sua conclusione. In questa ultima pellicola ricorrono motivi e idee presenti in tutti i precedenti capitoli: a contrapporsi ad un futuro distopico e terribile si ergono i valori quali la famiglia, l’amicizia e la voglia di non arrendersi mai. Senza dimenticare l’amore, trama secondaria che al giovane pubblico interessa tanto quanto la principale, in attesa di una tanto agognata decisone da parte di Katniss per quale partito scegliere: Peeta o Gale. E in questo contesto vediamo la veloce maturazione della protagonista, che da pedina nelle mani della presidentessa Coin, inizia a prendere coscienza del suo potere e a diventare indipendente, a vivere secondo i propri ideali. La guerra tra distretti e il regime di Capitol City assomiglierà sempre più ad una lotta fratricida, dove le smanie di potere sovrastano ogni logica: solo una voce fuori dal coro può ridare speranza, e questa ovviamente è la Ragazza di Fuoco.

Fine della saga. Questo è il quarto e ultimo capitolo della saga iniziata nel 2012 con “Hunger Games”, e proseguita con “Hunger Games: La ragazza di fuoco” nel 2013 e “Hunger Games: il canto della rivolta - Parte I” l’anno successivo.

© Riproduzione riservata



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