Civilization VI: Gathering Storm, recensione videogame per PC

Games / Recensione - 19 February 2019 14:00

I cambiamenti climatici invadono la serie Civilization

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La saga di Civilization rappresenta da sempre il punto di riferimento indiscusso per gli strategici a turni, con una profondità ludica, dettagli e cura per ogni aspetto davvero inarrivabile. Civilization VI è la somma di un progresso decennale, con nuove introduzioni e miglioramenti costanti, sublimati lo scorso anno con l’espansione Rise and Fall e ora con l’arrivo dell’interessante, e per certi versi pionieristico, DLC Gathering Storm. L’introduzione dei cambiamenti climatici, di nuove civiltà e di rapporti diplomatici molto più complessi, configurano un’offerta ludica molto più ampia rispetto al passato, soprattutto per quanto riguarda le fasi finali del gioco.

Civilization VI
LA TEMPESTA È ALLE PORTE

Uno degli aspetti più discussi negli ultimi anni, per buona pace di Donal Trump, riguarda il riscaldamento globale, un cambiamento che stiamo già vivendo, tra scioglimento dei ghiacciai, aumento della temperatura mondiale e la violenza sempre maggiore degli eventi meteorologici. Civilization porta quindi in maniera prepotente, e prima di chiunque altro, quello che nei prossimi decenni potrebbe a tutti gli effetti essere una delle maggiori variabili in termini politici e sociali. Il DLC, come anche il nome stesso lascia bene intendere, approfondisce e rende tangibile la potenza della natura sul nostro mondo, modificata dallo sviluppo e progresso della civiltà umana. Se prima le nostre azioni avevano un impatto relativo sulla mappa di gioco, ora ogni nostra scelta, soprattutto dalla fase industriale in poi, si compenetra con l’ambiente circostante modificandone dinamiche e conseguenze. Una produzione sfrenata e senza regole trasformerà ben presto la realtà, con l’innalzamento del livello del mare, e conseguente restringimento delle aree costiere, una potenza delle calamità naturali ben maggiore e un tasso di inquinamento che modifica qualità e stile di vita dei cittadini. Ogni nostra scelta avrà così una diretta conseguenza sull’ambiente, situazione che può essere arginata con lo sviluppo di tecnologie sostenibili e rapporti diplomatici con le altre nazioni, grazie al nuovo Congresso Mondiale, una sorta di ONU dove discutere di questioni ambientali, accordi tra leader mondiali e aiuti umanitari. Le stesse zone colpite da cataclismi, come tornado, alluvioni e inondazioni possono essere aiutate economicamente, una scelta che innalza il nostro livello di diplomazia che, insieme a premi specifici e di gestione politica, può portare ad un nuovo tipo di vittoria.

NUOVE CIVILTÀ E MERAVIGLIE

La gestione dei rapporti diplomatici, ora molto più complessa e profonda che in passato, è legata strettamente alla questione ambientale, che modifica e amplia le possibilità ludiche dell’Era contemporanea. Porre un argine al mutamento climatico è infatti una problematica che si manifesta dal XX secolo, con la necessità di uno sviluppo sostenibile e opere ingegneristiche che possano contenere i danni. Ogni costruzione e progetto ha con sé non solo un costo economico, ma anche di impatto ambientale, che richiede una scelta strategica di ferrovie, trafori, dighe, barriere e canali. Gli eventi ambientali, come tempesta e siccità, modificano la produttività del terreno, come anche la presenza dei vulcani, resi ora tangibili grazie a un sistema di nomi e pericolosità: un’elevata attività può infatti sfociare in un’eruzione, che distrugge ogni cosa nelle caselle adiacenti, rendendo tuttavia estremamente fertile il terreno. La dicotomia tra bellezza e pericolosità della natura è bene espressa da sette differenti Meraviglie naturali, oltre che da zone dal diverso appeal turistico e visivo, insieme all’inserimento di altrettante Grandi Meraviglie. I contenuti si espandono anche dal punto di vista delle unità, edifici, tecnologie e progressi civici, spesso legate all’inserimento delle otto nuove civiltà. Abbiamo così una pletora di differenti leader, preferibili a seconda della vittoria che intendiamo ottenere. Wilfrid Laurier, ministro canadese, è ad esempio perfetto per una partita diplomatica, essendo il Canada neutrale alle guerre e capace di raggiugnere più velocemente di altri i punti diplomazia. Molta è la varietà in termini di bonus iniziali e di progresso tecnologico e scientifico, come nel caso del premio Nobel se scegliamo Cristina, carismatico leader svedese. I Maori prediligono lo sviluppo marittimo, mentre gli Inca quello legato all'entroterra e a stretto contatto con le montagne; Solimano il Magnifico (Ottomani) ama la guerra e l’arte militare, mentre Didone, regina di Cartagine, e Mattia Corvino (Ungheria) sono i due esponenti più bilanciati. Eleonora d’Aquitania può invece essere associata sia all’Inghilterra che alla Francia, una novità assoluta all’interno dello sterminato carnet di civiltà e leader di Civilization VI.

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