The Rocky Horror Picture Show, il film cult che raccontò la stramberia

Cinema / Classico / News - 21 September 2016 11:30

Il film "The Rocky Horror Picture Show" usciva in questo periodo, divenendo un successo di pubblico e critica.

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Film Ghostbusters: Legacy - video

The Rocky Horror Picture Show è il film musical e horror che in questo periodo dell’anno 1975 riscuoteva maggiore successo negli Stati Uniti e in Italia. Dietro da Jim Sharman e interpretato da Tim Curry, Susan Sarandon e Barry Bostwickdalla venne distribuito dalla 20th Century Fox.

La trama è surreale. Durante la cerimonia dei loro amici, Janet accetta la proposta di matrimonio di Brad. La coppia prosegue in auto da Denton, nell’Ohio per poi perdersi nella pioggia. Vorrebbero tornare indietro ma s’imbattono in un castello e chiedono aiuto: qui c’è il Dr. Frank-N-Furter, scienziato che afferma di avere scoperto il metodo per dar la vita alla sua creatura. Il redivivo è Rocky Horror, il quale comincia ad agire in maniera imprevedibile. Il dottore lo placa, rivelando anche di avere usato metà del cervello di Eddie, un fattorino.

Non mancano eccessi sessuali, come Janet che ha un rapporto con Rocky. Giunge un uomo che cerca Eddie: in realtà gli ospiti stanno cenando, e Frank-N-Furter fa capire che l'arrosto che stanno mangiando è in proprio Eddie.

Dopo la morte del dottore, Brad e Janet riescono a fuggire: il criminologo, narratore delle vicende di Brad e Janet chiude il fascicolo che regge in mano.

Il film incassò in totale e 140.2 milioni di dollari, rivelandosi un caso eccezionale, vista la tematica surreale. Ma i tempi erano quelli della sovversione della realtà, tanto che nello stesso periodo anche un film come “Amarcord” di Federico Fellini raggiunge le prime posizioni in classifica, vincendo l’Oscar.

Il film è tratto dal musical omonimo, e l’attesa del film era tale che il cantante Mick Jagger sperava di interpretare il ruolo principale di "Dr. Frank-N-Furter”. L’autore del musical Richard O'Brien viveva come attore disoccupato a Londra nei primi anni 1970: scrisse “The Rocky Horror Show” durante un inverno, solo per essere occupato, amando la fantascienza e B movie horror. Mostrò parte dello script al regista australiano Jim Sharman che decise di dirigerlo nello stage sperimentale Upstairs at the Royal Court Theatre nel quartiere londinese di Chelsea. Il successo portò il musical a New York City, con i diritti acquistato dal produttore Lou Adler.

La location de film era un castello britannico del XIX secolo. L’eclettismo si evidenziava anche nei dettagli, con simboli chimici scarabocchiati sul muro del laboratorio vicino al pannello di controllo, con una lista della spesa che cita farina, uova, pane, zucchero e due siringhe.

Il pubblico da essere di nicchia veicolò l’interesse del film, divento una visione di culto per un pubblico sia giovane che “outsider”. Molti spettatori apparivano vestiti da personaggi del film, cantando la colonna sonora - di Richard Hartley - durante le proiezioni.

Proiettato anche dopo 15 anni, continuò ad incassare tanto da venire distribuito in 175 sale.

Un aspetto fondamentale era collegato alla colonna sonora, da "Science Fiction/Double Feature” a "Dammit Janet”, da "Over at the Frankenstein Place” a "Time Warp”, "I Can Make You a Man”, "Touch-a, Touch-a, Touch-a, Touch Me”. L’album raggiunse la quarantanovesima posizione nella classifica Billboard nel 1978. Un remake del film è trasmesso dal canale Fox  il 20 ottobre 2016.

© Riproduzione riservata



Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon