Silvio Berlusconi, Giorgio Napolitano risponde alle affermazioni del libro di Timothy Geithner
Daily / News - 15 May 2014 13:21
Silvio Berlusconi viene citato in un libro di Timothy Geithner, dove si afferma che nel 2011 ci furono pressioni pressioni le sue dimissioni. Giorgio Napolitano risponde a quanto scritto nel libro.
Silvio Berlusconi è citato da Giorgio Napolitano per ciò che concerne le rivelazioni di Timothy Geithner, secondo cui nel 2011 alcuni funzionari europei gli proposero un piano per far cadere il premier italiano.
Giorgio Napolitano. “Sulle vicende che condussero alle dimissioni dell'on. Berlusconi nel novembre del 2011, e dunque alla crisi del governo da lui presieduto e alla nascita del governo Monti - afferma Giorgio Napolitano - il Presidente della Repubblica (...) fornì un'ampia ed esaustiva ricostruzione e valutazione nel discorso tenuto il 20 dicembre 2011”.
Le dimissioni. In dettaglio in quel discorso emergeva che il motivo del cambio di governo era da rinvenire nella “crisi finanziaria ed economica che l'Italia stava attraversando nel contesto europeo”. Sull’opinione che gli stati esteri avevano della politica italiana il Presidente della Repubblica ”stigmatizzò, il 25 ottobre 2011, le inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche (a margine di incontri istituzionali tra capi di governo) di scarsa fiducia negli impegni assunti dall'Italia". Per ciò che concerne le dimissioni di Silvio Berlusconi, “non vennero motivate se non in riferimento, in entrambe le circostanze, a eventi politico-parlamentari italiani”.
Il libro di Timothy Geithner. Il libro in cui Timothy Geithner rivela l’accaduto è “Stress Test: Reflections on Financial Crises”: da Segretario del Tesoro degli Stati Uniti conduce i lettori dietro le quinte durante i momenti più bui della crisi economica, riflettendo sulla crisi finanziarie, le decisioni politicamente sgradevole che Geithner e altri membri nell'amministrazione Obama ha fatto durante il periodo, il fine settimana in cui la Lehman Brothers è fallita. Geithner condivide anche i ricordi personali e professionali dei protagonisti dell’amministrazione Obama, come Ben Bernanke, Hank Paulson e Larry Summers.
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