RomaFictionFest: Hitler ha vinto la 2a guerra mondiale nella nuova serie tv che assurge a realtà
Tv / News - 16 November 2015 11:14
Il RomaFictionFest vede trionfare la nuova serie tv "The man in the high castle": qui Hitler ha vinto la 2a guerra mondiale. Kasia Smutniak in "Limbo" è un soldato, nella se
Il RomaFictionFest ha chiuso la nona edizione assegnando i premi ufficiali. Il premio per la migliore serie tv è andato alla statunitense “The man in the high castle”, scritta da Frank Spotnitz. La vicenda ricrea la storia della Seconda Guerra mondiale, tanto che Hitler e il Giappone hanno sconfitto gli Alleati, dividendosi il territorio degli Stati Uniti. Così nel 1962 quattro personaggi intrecciano le loro vicende: Juliana Crain indaga sulla morte della sorella uccisa dalla polizia giapponese; il fidanzato Frank Frink nasconde alle autorità le sue origini ebraiche; Joe Blake è una spia nazista che collabora con un gruppo di resistenti; Nobusuke Tagomi è un ufficiale giapponese preoccupato per il futuro della coalizione. La serie è prodotta da Amazon Studios ed è un adattamento del romanzo “La svastica sul sole” di Philip K. Dick.
\r\nKasia Smutniak. La migliore attrice è Kasia Smutniak per “Limbo”, serie diretta da Lucio Pellegrini e prodotta da Fandango per Rai Fiction. La trama ruota attorno a Manuela Paris, soldato che torna nella sua casa di mare vicino a Roma. È comandante di un reggimento nel deserto afgano, e un attacco la lascia gravemente ferita tanto da dovere interrompere il suo lavoro.
\r\nMr. Robot. Il migliore attore è Rami Malek per “Mr. Robot”, prodotta da Universal Cable Productions e trasmessa in Italia da Mediaset Premium. Qui Elliot Alderson, giovane che vive a New York City, lavora presso la società di sicurezza informatica: affetto da disturbo d'ansia sociale e depressione clinica, agisce spesso come cyber-vigilante. È reclutato da un misterioso anarchico insurrezionale conosciuto come "Mr. Robot", e si unisce il suo team il cui primo obiettivo è cancellare tutti i debiti partendo da una delle più grandi aziende del mondo.
\r\nLa migliore regia è quella della norvegese “Occupied”, creata da Jo Nesbø. Qui la Russia decide di invadere la Norvegia la quale ha interrotto le attività di estrazione e raffinazione del petrolio per motivi ambientali.
\r\nPer la sceneggiatura vince Peter Bowker per “Capital”, tratta dall'omonimo romanzo di John Lanchester. A Londra una strada è trasformata dal rapido aumento dei prezzi degli immobili, cosicché varie razze affrontano imprevisti problemi, tra ricchezza e invidia.
\r\nPaul Haggis. Possiamo notare che tutte le serie hanno un filo comune dell'attualità, quasi che sia un argomenti improrogabile. Molte sono tratte da romanzi, o da tv di giornale. Basti pensare alla mini serie “Show Me a Hero”, diretta da Paul Haggis e basata sull’omonimo saggio del 1999 della giornalista del New York Times, Lisa Belkin. La vicenda racconta la resistenza di un quartiere bianco di estrazione borghese alla proposta del sindaco di Yonkers di sviluppare un quartiere residenziale pubblico.
\r\nMaster of None. Per quanto di genere diverso, anche la commedia “Master of None” in queste settimane sta ottenendo ottime recensioni. In onda su Netflix, è stata creata da Aziz Ansari e Alan Yang: il primo interpreta Dev, trentenne attore che nella realtà complicata di New York City cerca un semplice lavoro.
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