Remember, per la critica è poco convincente la trama del film di Atom Egoyan sugli effetti del nazismo
Cinema / News - 03 February 2016 13:00
Remember è il film di Atom Egoyan con Christopher Plummer e Martin Landau, per la critica statunitense è poco convincente la trama, incentrata sugli effetti del nazismo nell'epoca odiern
Remember è il film di Atom Egoyan con Christopher Plummer e Martin Landau, in uscita il 4 febbraio 2016.
Il regista Egoyan continua la sua analisi del rinvenimento della cause di un mistero, dopo “Captive” (2014): i protagonisti di “Remember" sono infatti portatori di problematiche adulte, che intercettano già un pubblico. La trama s’incentra su un novantenne Zev (Plummer) rimasto vedovo: una settimana dopo la morte della moglie Ruth riceve un pacco misterioso dal suo caro amico Max (Landau), contenente del denaro e una lettera che ipotizza un piano scioccante. Zev e Max erano infatti prigionieri ad Auschwitz, la stessa guardia responsabile della morte delle loro famiglie dopo la guerra fuggì dalla Germania ora vive negli Stati Uniti sotto falsa identità. Max è costretto su una carrozzina, ma ha il pieno controllo delle sue facoltà mentali; con la sua guida, Zev intraprende un viaggio complicato per portare la giustizia unendo l'uomo che ha distrutto la vita di entrambi.
Credibilità dell'Olocausto. La sceneggiatura originale è scritta da Benjamin August, ma la critica statunitense non ha apprezzato né la regia né l’evoluzione dei personaggi. Per Variety è solo l’interpretazione di Plummer ad essere convincete, mentre il personaggio di Zev procede con una facilità improbabile, tra memoria che spesso langue dimenticando lo scopo della sua missione e mancanza di plausibilità nella storia.
Per The Hollywood Reporter è lo stesso regista Egoyan a non credere alla trama, tanto da non saper dimenare spesso un plot “poco credibile”. Il The Guardian afferma che è l’interpretazione di Plummer ad essere poco convincente, legata ad una trama forzatamente senile, anche perché “la seconda guerra mondiale e dei suoi effetti su coloro che sono sopravvissuti” non può erompere in “brividi a buon mercato”.
Solo il The Telegraph ammira la sobrietà della regia, con una fotografia che fa uso di ampie inquadrature in campo lungo. Ammirevole è anche il modo in cui ha mostrato come vivano i quattro uomini rintracciati da Zev, tutti emigrati tedeschi con lo stesso nome la loro “generazione maledetta”.
Per il regista si tratta di una delle ultime modalità di racconto in relazione a quel periodo storico: in realtà lo stesso Paolo Sorrentino in “This Must Be the Place” del 2011 aveva affrontato tematiche simili. Atom Egoyan instaura così un legame con il film precedente, “Ararat - Il monte dell’Arca” interpretato dallo stesso Plummer, affrontando il tema degli effetti della storia sull’attualità. Si è eclissato dietro gli attori ormai novantenni: “ti rendi conto che hanno una loro mitologia”, ha affermato riferendosi anche alle capacità che hanno di atteggiare il proprio corpo a scopi recitativi.
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