Recensione La costola di Adamo di Antonio Manzini: Rocco Schiavone indaga tra rimpianti e malumori

Comics / Super Heroes / News - 21 January 2014 15:35

"La costola di Adamo" (Sellerio editore Palermo) di Antonio Manzini: accolto con entusiasmo da pubblico e critica, torna in libreria un nuovo caso per il vicequestore Rocco Schiavone.

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Film Nomadland - video

La costola di Adamo (Sellerio editore Palermo) di Antonio Manzini - Lo studio, in fondo alla casa, ha le tapparelle abbassate. Nell'oscurità, una donna è appesa al gancio di un lampadario. Indossa la camicia da notte. Le ginocchia sono sbucciate.
Si tratta di Ester Baudo, ha trentacinque anni e pare che abbia deciso di farla finita. Forse, approfittando della mattinata del venerdì, quando il marito si sveglia all'alba per una “sgambata” in bicicletta.
Tuttavia, dalla camera da letto mancano i (modesti) preziosi di famiglia. Inoltre, la donna ha il viso tumefatto e il cavo attorno al collo non è quello dello strangolamento. Un disgraziato tentativo di furto?
Infine, la cucina è l'unico locale dell'abitazione a presentarsi sottosopra. Ma perchè?
Insomma, molti particolari non quadrano. Il vicequestore Rocco Schiavone non ha dubbi: si tratta di omicidio. Una bella rottura di palle, riflette con una Chesterfield tra le labbre.

Fiaba di amore di Antonio Moresco: l'incanto come forma di verità

Un presente coniugato al passato tra rimpianti e malumori - Non bastasse quel tempo di acqua e neve persistente che penetra nel loden e infradicia le Clarks.
Trasteverino doc, finito in sorte dalla parte opposta della barricata, quella delle guardie, Schiavone mantiene le sue cattive abitudini e gli amici di sempre. Dalla morte di Marina in un pomeriggio di luglio romano, procede come un soldato sul fronte russo nel '43. Con indolenza, su una pellicola in bianco e nero: “Si lanciò sulle strisce pedonali sfidando la sorte. A Roma sarebbe stato già spalmato sull'asfalto. Invece ad Aosta le macchine inchiodavano senza protestare. Pensava a cosa lo stesse aspettando, cosa avesse davanti. A parte la 500 che attendeva che lui attraversasse, solo il lavoro. E una vita in un città che gli era estranea e lontana. Non aveva niente, e niente avrebbe avuto, anche a restarci dieci anni. Non poteva ridursi a parlare con i vecchi nei bar sulle eccellenze vinicole del posto o sull'andamento del calciomercato. E anche il tentativo incerto e traballante di farsi una storia d'amore era esile più di un foglio di carta velina. Aveva bisogno dei suoi amici. Che in un momento come quello sarebbero stati lì ad alleviare quella rottura di coglioni inaffrontabile. Pensava a Seba che almeno era venuto a trovarlo. Furio, Brizio. Dov'erano? Erano ancora a piedi libero o i suoi colleghi li avevano sbattuti all'hotel Roma? Avrebbe dato un dito della mano congelata per una semplice pizza a Trastevere, una sana fumata notturna al Gianicolo, un poker da Stampella.”

Libro Giuseppe Catozzella, Non dirmi che hai paura

Una faccenda urgente - Nel capoluogo valdostano ci è arrivato in esilio, grazie al sottosegretario agli Esteri, Borghetti Ansaldo. L'onorevole ha il figlio marcio con il vizio delle ragazzine. Invece di rinchiuderlo in qualche istituto, ha preferito sistemare il vicequestore. Ora quel figlio è tornato in circolazione. Rocco deve tornare a Roma e chiudere la faccenda una volta per tutte. A modo suo.
Al suo rientro ad Aosta, è deciso a dedicarsi, a tempo pieno, al recupero dei tasselli mancanti riguardo alla morte di Ester Baudo: un matrimonio infelice e un'amica scrittrice. Un'indagine per omicidio che intreccia un malaffare di droga, furto e ricettazione. Una cravatta di cashmere misto seta. Un racconto di Edgar Allan Poe.
Dove finiscono le coincidenze e cominciano gli indizi?
Seconda indagine letteraria per Rocco Schiavone, nato da una "costola" di Montalbano in casa Sellerio: un vicequestore che ha tutta l'aria di sapere il fatto suo - che sia in grado di raccogliere l'eredità vacante del commissario?

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