MilanoDanza Expo 2014: Behind the scenes
Daily / News - 26 November 2014 16:00
Dal 21 al 23 novembre si è svolta a Milano, presso il polo fieristico di Novegro, la sesta edizione di MilanoDanza Expo, la più grande kermesse italiana dedicata alla danza. Dopo aver an
MilanoDanza Expo2014. Forse non sarà il pensiero più originale nella storia degli incipit, ma provando a rievocare il primo impatto con MilanoDanza Expo e cercando di riassumerne l'effetto in una sola parola, questa non può che essere: musica.
Musica. La si sentiva fin dal parcheggio, ti s'insinuava dentro che nemmeno te ne accorgevi, ovattata, distante, e ti accompagnava fino all'ingresso della fiera. Un invito sussurrato che si faceva più prepotente man mano che ti avvicinavi, fino a diventare ritmo trascinante, fino ad agitartisi dentro: e dentro, nel cuore dell'evento, tu, ancora neppure c'eri arrivato.
Poi, finalmente, l'ingresso. E allora sì, allora ti sentivi arrivato: due padiglioni enormi, interamente dedicati alla danza in ogni sua forma. Da merchandising agli stand delle scuole di ballo, dalle conferenze alle mostre fotografiche, dai workshop alla diretta radiofonica: la danza era ovunque. C'erano i maestri, e gli espositori, c'erano artisti esperti in ogni disciplina. E poi, c'erano le persone. Centinaia di persone con l'impronta della danza tatuata sotto pelle, nelle punte dei piedi irrequieti, in fondo agli occhi.
Workshop. Se la prima parola che MilanoDanza Expo porta con sé è musica, la seconda è sicuramente energia. Un'energia elettrica e palpabile, che anziché disperdersi nella moltitudine - gli stand, il programma denso d'eventi, la folla - riusciva nel difficile compito di autoalimentarsi incessantemente: bastava muovere pochi passi (rigorosamente a ritmo di musica) per ritrovarsi catapultati in tante realtà differenti.
E ce n'era davvero per tutti i gusti: c'era il Mambo Village, interamente dedicato ai balli latino-americani. C'era la sezione del Moma Studios, la scuola di ballo professionale fondata da Pietro Froiio che offriva spazi e corsi per tutti gli stili di danza, dalla classica alla moderna. C'erano una zona riservata alla street dance, con esibizioni libere on stage e corsi per i più piccoli, e una interamente dedicata alle arti circensi.
C'erano la voglia bella di insegnare, di condividere le proprie conoscenze, e la spinta forte a esibirsi. E poi, c'erano i palchi del Tripudium Ballet.
Tripudium Ballet. Due palchi enormi, presieduti da una giuria d'eccezione e inaugurati dall'importante persenza di Edward Watson, Principal del Royal Ballet di Londra: un'importante vetrina dedicata ai più prestigiosi Centri di Formazione coreutica del nostro paese che ogni hanno si esibiscono accanto a ospiti delle migliori scuole europee e non solo. In quest'edizione sono stati i danzatori della Fondazione Victor Ullate e it Danza della Spagna, insieme ai ballerini serbi della National Foundation for Dance, a condividere lo stage con i danzatori italiani del DAF, dell'Opus Ballet, dell'Accademia Nazionale Danza di Roma, dell'AIDA di Milano e molti altri.
Tantissime esibizioni senza interruzioni, tantissimi ballerini di ogni età e genere: dai più piccoli ai più grandi, dai gruppi ai singoli, dalle performance di classica a quelle di street, jazz, moderna, folk.
Ospiti d'eccezione. E a supervisionare ogni cosa, accanto a Edward Watson, una rosa di giudici d'eccezione su cui i novelli Billy Elliot (ricordate il film con protagonista Jamie Bell?) hanno potuto contare: da Anna Maria Prina, Direttrice della scuola di ballo del Teatro alla Scala a Christopher Roman, da Sean Wood, Direttore dell'Ecole de Danse de Gen a Naomi Perlov del Bikurey Ha-Itim Arts Center di Israele. Sono solo alcuni degli illustri nomi che hanno deciso di mettere la loro arte e la loro esperienza al servizio delle nuove promesse della danza che hanno animato MilanoDanza Expo, e che hanno contribuito a renderlo l'evento che è stato, pieno di ritmo e di pathos.
“Conta per perduto il giorno senza danza”, scriveva Friedrich Nietzsche. I tre giorni di fiera a Novegro, di sicuro, sono stati tre giorni guadagnati.
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