John Fitzgerald Kennedy, il doppio filo tra realtà e finzione a 100 anni dalla nascita

Cinema / Drama / News - 29 May 2017 08:00

John Fitzgerald Kennedy, a cento anni dalla nascita è una delle figure più raccontate nei film e nelle serie tv.

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John Fitzgerald Kennedy - di cui oggi ricorre il centenario della nascita - è tuttora una delle figure già raccontare al cinema e nella fiction televisiva.

John era il figlio di un finanziere, Joseph P. Kennedy Sr. che dopo il crollo di Wall Street nel 1929 divenne anche produttore cinematografico. Già nel 1926 Joseph guidava un gruppo che acquistò una società già attiva, e sancendo una fusione che portò alla creazione della RKO, uno dei principali studi della Golden Age di Hollywood, che produsse film come “Quarto Potere" e “Notorius”.

Nel 1935 la ricchezza di Joe Kennedy ammontava a 180 milioni di dollari, ovvero l’equivalente attuale di 3.14 miliardi: nel 1957 fu definito tra una delle diciassette persone già ricche degli Stati Uniti.

John Fitzgerald Kennedy quindi fin da giovane era immerso nel mondo affaristico del cinema, ignaro che nei decenni successivi con la sua storia ne sarebbe stato protagonista. 

Divenne presidente nel 1961, con una campagna elettorale sorretta anche dall’influenza finanziaria del padre che ambiva ad avere un figlio presidente (dopo che il primogenito Joe Kennedy Junior morì nel 1944).

John Kennedy nella sua carriera presidenziale ha rappresentato per la politica e la governance, quello che Billy Wilder ha rappresentato per il cinema. Un fenomeno, come per altri personaggi, sottovalutato in vita e divenuto generazionale con il passare degli anni.  

Un fenomeno che ha avuto una duplice valenza, caratterizzato dal mistero che si è sviluppato attorno alla sua morte avvenuta il 22 novembre del 1963 a Dallas ma anche dovuto alla visione di una politica caratterizzata dal concetto della Nuova Frontiera che dopo il New Deal rooseveltiano veniva annunciato come un’attesa svolta. Un mistero dovuto anche e soprattutto alle contraddizioni delle indagini che hanno portato la Commissione Warren - che avrebbe dovuto far luce sull'assassinio - a redigere un controverso rapporto. Tuttavia, il concetto di nuova frontiera che riprendeva la lotta per i diritti civili andava oltre l’uomo Kennedy e le sue imperfezioni, rappresentava una sfida che venne meglio definita in un discorso reso nel luglio del 1963: “Ma la storia e la nostra coscienza ci giudicheranno con maggiore severità se ora non mettiamo in atto ogni sforzo per mettere alla prova le nostre speranze con l’azione”.

Il film più completo che affronta la sua figura è certamente “Thirteen Days” (2000) di Roger Donaldson: emerge tutta la complessità delle novità politiche cui John Kennedy si ispirava. In questo caso si tratta della crisi missilistica di Cuba nell’ottobre del 1962, quando Fidel Castro era propenso ad installare una base missilistica coordinata dall’URSS, e si temette l’inizio di una terza guerra mondiale che sarebbe diventata nucleare. Infatti un presidente meno avveduto di Kennedy avrebbe preso decisioni più drastiche. Il nuovo conflitto invece è stato scongiurato grazie ad un lavoro di equipe con il fratello Bob che incontra l'ambasciatore sovietico Anatoly Dobrynin ribadendo la richiesta di rimozione dei missili da Cuba: in cambio gli Stati Uniti promettono di non invadere Cuba.

Qui emerge anche John Kennedy amante dei media, tanto che fu realmente il primo presidente - quasi una cicatrice dell’attività cinematografica del padre - a usare la televisione come mezzo privilegiato per cominciare con la popolazione. Il suo studio alla casa Bianca era sempre invasa di cine-operatori, cosicché risulta essere uno dei Presidenti che è apparso più volte in pubblico.

Per quando concerne la sua più recente riproposizione, lo abbiamo visto nel film “Jackie” di Pablo Larrain: interpretato da Caspar Phillipson (leggi l’intervista) è il motore della disperazione compita della moglie Jackie (Natalie Portman), che con il vestito ancora bagnato del sangue del cranio del marito deve decidere come realizzare il suo funerale, se rassegnarsi ad una vita futura di stenti per lei e per i suoi figli.

In “The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca” (2013) James Marsden interpreta il Presidente, mentre il maggiordomo è Cecil: un uomo di colore che vedrà il Presidente battersi per il Civil Rights Act, che dichiarò illegali le segregazione razziale nelle scuole, sul posto di lavoro e nelle strutture pubbliche. Così come le disparità di registrazione: il Civil Rights Act fu approvato nel 1964, un anno dopo dalla morte di John Kennedy. Il film è ispirato alla vera storia di Eugene Allen, che lavorò alla casa Bianca per 35 anni.

In “Transformers 3” (2011) di Michael Bay Kennedy (Brett Stimely) fa un pastiche in cui nel 1961 un veicolo spaziale trasporta un’invenzione in grado di porre fine alla guerra tra i benevoli Autobots e i malvagi Decepticons: il veicolo si schianta sul lato oscuro della Luna, e il presidente John F. Kennedy autorizza una missione per portare un uomo sulla luna come copertura per indagare sulla vicenda.

Anche in “Forrest Gump” (1994) appare il personaggio, che stringe la mano al protagonista. In “Due sconosciuti, un destino” (1992) di Jonathan Kaplan una giovane Michelle Pfeiffer è Louise Irene Hallett, che nell’anno 1963 dopo l’assassinio del Presidente ha l’obiettivo di incontrare la vedova Jacqueline Kennedy per consolarla, e raccontarle le reciproche sofferenze.

L’anno precedente è Oliver Stone con “JFK - Un caso ancora aperto” a seminare il dubbio che la morte di Kennedy sia dovuta ad un complotto del ministero della difesa: qui Kevin Costner è Jim Garrison, il procuratore distrettuale di New Orleans (Louisiana) all'epoca dell’assassinio. Il film mostra come la presunta verità cela una indicibile finzione: non fu un “pazzo” ad uccidere Kennedy, come lo stesso processo ha stabilito. Bensì un complotto nascosto, pianificato dagli alti vertici della Central Intelligence Agency, dalle forze armate, con la complicità dell'FBI, in collaborazione con la mafia americana e con l'avallo dell'allora vicepresidente in carica Lyndon B. Johnson. Lo scopo di tale assassinio era proseguire la guerra del Vietnam a vantaggio delle gerarchie militari e dei fornitori di armi.

La serie tv più recente che l’ha visto protagonista è “22.11.63”, tratta dal romanzo di Stephen King: qui il docente Jake Epping (James Franco) torna indietro nel tempo, fino al 1963 per evitare che l’assassinio del Presidente venga commesso.

Nella serie “I Kennedy” (2012) si passano in rassegna i trionfi e le tragedie della famiglia politica più popolare nella storia americana. Nella serie “Ai confini della realtà” (1985) l'episodio Dallas racconta uno storico antenato del presidente, che viaggia nel tempo per salvargli la vita.

Nel film tv “I missili di ottobre” (1974) si racconta lo stesso episodio dei tredici giorni dell’ottobre 1962: qui Kennedy ha il volto di William Devane. Lo stesso Andy Warhol girò “Since - Kennedy’s Assassination” nel 1966, sul clamore mediatico delle vicenda.

Durante la sua carriera da Presidente, ci fu anche un film che celebrava le proprie gesta da soldato. Si tratta di “Pt 109 posto di combattimento”: qui durante la Seconda Guerra Mondiale, il comandante John F. Kennedy prende il comando della motosilurante PT 109 per combattere i giapponesi nelle Isole Salomone. La piccola unità navale di attacco è lanciata contro le fortezze galleggianti della marina giapponese e nonostante la temerarietà dei soldati viene distrutta: il giovane Kennedy salva i superstiti portandoli al riparo su un'isola.

Prossimamente il suo personaggio sarà nel film dal titolo provvisorio "Mayday 109" di Samuel V. Franco e Evan Kilgore: qui si racconta il medesimo episodio della seconda guerra mondiale in Giappone.

Per celebrare il cento anni dalla nascita, il JFK 100-Milestones & Mementos Centennial Exhibition è iniziato il 26 maggio per concludersi nel maggio 2018. La mostra propone le tappe storiche nella carriera e nella presidenza di Kennedy, aspetti della sua vita personale e familiare. Appaiono oggetti di famiglia, dell’infanzia, adolescenza, una bandiera della nave PT 109, articoli relativi alla crisi missilistica cubana, note redatte in preparazione della sua lotta per i diritti civili. Oggetti mai mostrati come occhiali da sole, cravatte, regali ai suoi figli.

Nei dettagli c’è lo Scrapbook compilato come studente della scuola superiore mentre frequentava Choate, nel biennio 1934-35, la valigia usata durante la campagna presidenziale nel 1960, il discorso all’American Society of Newspaper Editors sulla fallita invasione della Baia dei Pigni del 1961. Infine le osservazioni non inviate e preparate per il Dallas Trade Mart, nel fatale 22 novembre 1963.

E la finzione semina ancora la realtà: dopo il film “JFK” e il rinnovato interesse per l’assassinio, si fa luce sui documenti ancora segreti. Il Congresso approvò la legge JFK, per raccogliere i National Archives e rendere disponibili al pubblico tutti documenti sull’assassinio: sono 60.000 i file che raggiungono oltre 4 milioni di pagine. Tutti i documenti saranno resi pubblici entro ottobre 2017, tranne quelli che possano rappresentare un “danno individuabile alle operazioni militari, alla difesa, alle operazioni di intelligence, all'applicazione della legge o alla condotta delle relazioni estere”.

© Riproduzione riservata


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