Irrational Man: divide la critica il nuovo film del regista Woody Allen sulle ragioni della vita
Cinema / News - 16 December 2015 12:15
Irrational Man è il nuovo film di Woody Allen che s'interroga sulle ragioni della vita: il film ha diviso la critica, che lo osanna o lo condanna. Nel cast ci sono Joaquin Phoenix ed Emma Stone
Irrational Man è il film di Woody Allen che esce nella sale, interpretato da Jamie Blackley, Joaquin Phoenix, Parker Posey ed Emma Stone.
La novità del longevo regista di New York è l’affrontare il tema della filosofia, passato più volte nei suoi film ma mai condensato in un personaggio. Stavolta invece la trama segue il protagonista Abe Lucas (Phoenix), proprio un professore di filosofia, in generica crisi esistenziale poiché non riesce a dare un senso alla sua vita. Se l’attivismo politico e l’insegnamento non gli hanno reso soddisfazioni, forse è l’incontro con due donne a sancire un progresso. Abe giunge in un college di una piccola città per insegnare filosofia, qui incontra Rita Richards (Posey), ermetica docente e Jill Pollard (Stone), studentessa e futura amica nonché spasimante delle intemperanze del professore. Quando Jill vuole una relazione con lui, Abe la rifiuta: solo ascoltando involontariamente una conversazione di uno sconosciuto, il professore compie una scelta drastica che gli permette di apprezzare di nuovo la sua vita. Non senza conseguenza indelebili.
Critica. Il film è uscito negli Stati Uniti il 14 luglio 2015, con un incasso di 4,030,360 dollari, mentre all’estero di 16 milioni. Ha diviso la critica, che considera il film capace di mostrare “principi morali elastici in continuo mutamento, malizioso ed inquietante con un gustoso finale hitchcockiano”, come citato dal The Hollywood Reporter. Per il The New Yorker ci si avvicina al “dramma dostoevskiano, con speculazioni velenose che prendono il sopravvento”, facendo emergere “un groviglio di enigmi spettrali e ironie feroci”; per il Los Angeles Times il protagonista Abe è imperscrutabile “come la maggior parte delle persone, Allen inclusa: misteri da se stessi e per gli altri. Questo fa sì che il film non è né commedia né dramma, ma una storia di orrore troppo umano in cui il mostro è dentro”.
Invece per The New York Times “la scrittura è lassista”, quasi che in “Irrational Man” Woody Allen sia “disinteressato a quanto di reale le persone vivono”. Per Entertainment Weekly si tratta di un “Woody minore”, per il The Wall Street Journal solo “Emma Stone è di una delizia coerente (…) ma ‘Irrational Man’ non è neanche divertente. E 'un film di Woody Allen che il prossimo saprà farci dimenticare”. Lapidario è il New York Daily News, secondo cui il film “gioca, come gran parte del lavoro di Woody Allen negli ultimi 20 anni, come una brutta parodia di se stesso”. Per The Guardian è “uno schizzo, ma la pellicola stessa non è realizzata”; infine il New York Post lo considera “maldestramente messo in scena e con un ritmo letargico”.
Woody Allen ha affrontato spesso tematiche legate alla filosofia, come “Amore e guerra” (“Love and Death”, 1975), “Crimini e misfatti” (“Crimes and Misdemeanors”, 1989) e “Match Point (2005). “Ero affascinato dai film di Ingmar Bergman - ha detto Allen - dalle questioni affrontate (…) Sono cresciuto divertendomi a leggere filosofi, comparandoli”. Questo è il medesimo limite del recente Allen, la convinzione che i problemi personali, “realtà depresse che si annidano in me” possano coinvolgere tutti gli spettatori. Ma lo stesso Allen poi ironizza sulla filosofia, quasi con inconsistenza di materia ormai fuori moda: lo fa dire al protagonista Abe, quando esclama “non riuscivo a ricordare la ragione della vita, e quando l'ho fatto non era convincente”.
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