Il diritto di uccidere, il film noir con Humphrey Bogart sul falso sospetto

Cinema / Classico / News - 16 June 2017 08:00

"Il diritto di uccidere" è il film classico di Nicholas Ray con Humphrey Bogart.

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Film Red, White & Royal Blue - video

Il diritto di uccidere (“In a Lonely Place”) è il film di Nicholas Ray che uscì il 17 giugno 1951 in Gran Bretagna.

Tratto da un romanzo del 1947 di Dorothy B. Hughes, racconta dello sceneggiatore Dixon Steele (Humphrey Bogart) famoso per un temperamento scontroso. Spesso eccede nell’uso di alcool. Lavora solo a progetti che lo soddisfano, così resta disoccupato per un lungo periodo. Dopo l'incontro con il suo agente invita una ragazza - Mildred Atkinson, che conosce l’agente - nel suo appartamento facendosi raccontare la trama del romanzo che lui dovrebbe adattare al cinema. ha cos’ l conferma che anche quel libro è spazzatura.

La mattina successiva Brub Nicolai (Frank Lovejoy), poliziotto ed ex compagno di esercito di Dix lo conduce alla stazione di polizia: la giovane Mildred è stata brutalmente assassinata. Una testimone la vide uscire dal suo appartamento, ovvero la nuova vicina di casa, l’aspirante attrice Laurel Gray (Gloria Grahame). La polizia non è convinta dell’innocenza di Dix, anche a causa del suo passato violento.

Tra Laurel e Dix inizia una storia, lui smette di bere e inizia a scrivere di nuovo. Lei viene convocata una seconda volta dalla polizia, non riferisce a Dix dell’incontro e quando lui lo scopre teme la sua diffidenza. Mentre i due sono in macchina Dix sbanda e minaccia di uccidere con una pietra l’altro conducente. Laurel comincia a temere la gelosia di Dix tanto che accetta la proposta di matrimonio solo per evitare una discussione con lui. Laurel cerca di lasciare l’uomo e - di nascosto - fa avere una sua sceneggiatura all’agente cosicché quando lei lo abbandonerà, Dix sarà comunque contento dal punto di vista professionale: ma l’esito è negativo, perché Dix lo scopre e rovina la festa di fidanzamento. Intanto si scopre che ad uccidere la giovane Mildred fu il suo fidanzato. Dix viene sapere che Lauren vuole lasciarlo il giorno del matrimonio e tenta di soffocarla, mentre riceve la telefonata dell’ispettore Brub che gli rivela la confessione.

Il film di Nicholas Ray porta anche a compimento il suo progetto di raccontare amori impossibili, iniziato con “La donna del bandito” (“They Live by Night”, 1948), “Hai sempre mentito” (“A Woman's Secret”, 1949), e che si concluderà con il film western “Johnny Guitar” (1954). Il tema non è solo quello del femminicidio - sono solo donne ad essere colpite - ma anche dell’ambizione che conduce alla rabbia. Un argomento noir che non è poi relegato ad elementi polizieschi o di oggetti da recuperare, come nel film “Il mistero del falco” (1941) che Bogart interpretò.

Qui si passa a raccontare una deviazione personale, nonché un sospetto fugace che poi si scopre essere infondato. Indiziare una persona senza prove è un errore comune della giustizia, ma l’ironia sta poi nello scoprire che quell’innocente coltiva comunque atteggiamenti da colpevole.

La paranoia, la diffidenza e il tradimento erano atteggiamenti prevalenti negli Stati Uniti durante le caccia alle streghe anti-sovietiche. Così Ray distrugge ogni idealismo: l'ufficio Breen (braccio dell’autocensura di Hollywood) non avrebbe mai acconsentito ad una versione cinematografica del libro di Hughes, in cui gli omicidi erano a sfondo sessuale. Così lo sceneggiatore Andrew Solt ambientò la storia a Hollywood, facendo di Dixon Steele uno sceneggiatore evitando anche la rappresentazione di omicidi sullo schermo.

Il film fu ben accolto dalla critica, anche se al box office incassò meno del previsto. Fu lodato come un capolavoro del genere noir, con molti canoni rispettati: il sospetto di un innocente, il cinismo del protagonista, l’amore che conduce alla morte, il poliziotto dubbioso.

Un aspetto da cui Ray devia è un romanticismo non esibito, ma raccontato. Alla fine del film "Laurel" cita un verso del script che rivela “Dix" come un romantico: "Sono nato quando mi hai baciato, sono morto quando mi hai lasciato, ho vissuto un paio di settimane mentre affinché tu mi amassi”.

© Riproduzione riservata



Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon