Festival di Venezia 2016, film classici restaurati per una retrospettiva unica
Al Festival di Venezia 2016 concorrono anche film classici restaurati, da Woody Allen a Howard Hawks, Luigi Comencini e Dino Risi

Il Festival di Venezia propone quest’anno la visione di film classici restaurati, in una retrospettiva di pellicole restaurate che si delinea come una delle più interessanti, tanto da consolidarsi come Festival a se stante.
Uno dei film più attesi è “Tutti a casa” (“Everybody Go Home!”, 1960) di Luigi Comencini. Restaurato da Filmauro e CSC-Cineteca Nazionale, il film racconta del tenente Innocenzi (Alberto Sordi) che l’8 settembre 1943 - giorno dell’Armistizio - deve trattenere il reggimento dal desiderio di tornare alla propria vita. Resta in compagnia di pochi soldati, con loro si dirige verso sud e verso i rispettivi luoghi d’origine, tra difficoltà che mostrano come la fine della guerra sia ancora lontana. Il restauro è stato realizzato in 4k partendo dai negativi originali.
Di Dino Risi sarà proiettato “Profumo di donna” (“Scent of a Woman”, 1974), vicenda del capitano Fausto Consolo divenuto cieco dopo un incidente avvenuto durante un’esercitazione militare: in viaggio da Torino a Napoli per visitare un commilitone, si fa accompagnare da un giovane attendente. A Napoli incontra Sara, da sempre innamorata di lui.
La commedia più attesa è “Manhattan” (1979) di Woody Allen, con il quarantaduenne Davis fidanzato con una diciassette, una ex moglie lesbica che compie un libro verità sul loro matrimonio. Tra nevrosi e finti pentimenti, inizia una relazione con l’amante del suo miglior amico. Il restauro è curato da Park Circus e Metro Goldwyn Mayer.
“The Brat" (“La trovatella”, 1931) di John Ford racconta di uno scrittore di romanzi a sfondo sociale che aiuta una giovane in difficoltà, sperando di trarne ispirazione per il nuovo libro. I familiari dell’autore devono affrontare la convivenza. Il film è restaurato da The Museum of Modern Art e The Film Foundation.
“Twentieth Century” (“XX secolo”, 1934) di Howard Hawks è incentrato ad a Broadway, dove un impresario egocentrico sottopone la commessa Mildred Plotka - attrice dilettante - a estreme sedute di prove trasformandola in una diva del palcoscenico. La donna però è stanca del rapporto corroso con l’uomo e si trasferisce ad Hollywood, mandando in crisi la carriera dell’impresario.
“I sette samurai” (1954) di Akira Kurosawa vede dei briganti intenti a saccheggiare un villaggio: gli abitanti per difendersi assoldano alcuni samurai, organizzando una estrema difesa. Il restauro è curato da Toho.
“An American Werewolf in London” (”Un lupo mannaro americano a Londra”, 1981) di John Landis s’incentra su David e Jack, studenti universitari americani in viaggio in Gran Bretagna assalita da un lupo mannaro. David sopravvive al morso ma è perseguitato da incubi in cui appare l’amico mutilato, il quale lo avverte che diventerà un lupo mannaro. S’innamora dell’infermiera che tenta di di difenderlo dalla mutazione. Il restauro è curato da Universal Studios.
“Le voleur” (”Il ladro di Parigi”, 1965) di Louis Malle ha una trama che s’incentra su Georges Randal, orfano che ruba i gioielli di famiglia del fidanzato della cugina lasciandolo nullatenente. Georges comincia così a rubare case dei ricchi: pur avendo ormai ricchezza e una bella compagna, non riesce a smettere di rubare. Il restauro è di Gaumont.
“L’argent" (“Il denaro”, 1983) di Robert Bresson, su Yvon che consegna gasolio per il riscaldamento: quando è pagato con una banconota falsa - usata poi per una consumazione al bar - è scoperto, perdendo il lavoro e partecipando ad una rapina. Finisce i giorni da omicida psicopatico.
Tra gli altri restauri, “La battaglia di Algeri” (1966) di Gillo Pontecorvo, “Break up - L’uomo dei cinque palloni” (1965) di Marco Ferreri, l’atteso “Dawn of the Dead – European Cut [Zombi]” di George A. Romero, “Oci Ciornie” (1987) di Nikita Michalkov, “The Ondekoza” (1979) di Kato Tai, “Opfergang” (1942) di Veit Harlan, “Pretty Poison” (1968) di Noel Black, “Processo alla città” (1952) di Luigi Zampa, “Shabhaye Zayandeh – rood” (1990) di Mohsen Makhmalbaf, “Shanzhong Chuanqi” (“La leggenda della montagna”, 1979) di King Hu e “Stalker” (1979) di Andrej Tarkovskij.
Una Giuria di studenti - presieduta dal regista Roberto Andò - assegnerà i premi Venezia Classici per il miglior film restaurato, e per il miglior documentario sul cinema.
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