Cuori puri, 'è essenziale abbracciare il rischio': intervista all'attrice del film Antonella Attili

Cinema / Drama / News - 02 June 2017 08:00

Mauxa ha intervistato Antonella Attili, attrice del film "Cuori puri" presentato alla La Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes.

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Cuori puri è il film nelle sale di Roberto De Paolis. Nel cast ci sono Selene Caramazza, Simone Liberati, Barbora Bobulova e Antonella Attili. Il film stato presentato alla La Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes.


La storia è quella di Agnese (Selene Caramazza) e Stefano (Simone Liberati): i due sono una giovane coppia con idee opposte. Agnese vive in una famiglia devota, sta per compiere una promessa di castità fino al matrimonio. Stefano lavora come custode in un parcheggio di un centro commerciale confinante con un grande campo rom. Il loro sentimento puro si scontra con i desideri che Agnese non vuole assecondare.

Mauxa ha intervistato l’attrice Antonella Attili, che nel film ha il ruolo di Angela. Antonella dal 1988 ha seguito una ininterrotta carriera cinematografica, dal ruolo della madre del piccolo Totò in “Nuovo Cinema Paradiso”, ad altri film di Giuseppe Tornatore come “Stanno tutti bene”, “L'uomo delle stelle”, fino a “Dichiarazioni d’amore” (1994) di Pupi Avati, “Il paziente inglese” di Anthony Minghella.

D. Antonella, puoi raccontarci il tuo personaggio nel film “Cuori puri”?

Antonella Attili. Ho il ruolo della madre di Stefano, il protagonista: lui vive in una condizione di disagio sociale, il marito è disoccupato, lei è casalinga e la famiglia sta per perdere la casa. Come tante altre famiglie che si ritrovano dall'oggi al domani a non poter più far fronte ad affitto, spese. Il degrado cosi non è solo una condizione esterna perché siamo in un quartiere popolare, Tor Sapienza: così la condizione diviene anche interna, e questa donna è costretta a chiedere aiuto al figlio. Così perde anche di dignità, di decoro. La sceneggiatura mi ha colpito molto, il personaggio in pochi tratti era già cosi fortemente delineato che ho dovuto solo andarci dentro.

D. Il tema del film è anche quello di mantenere fede alle proprie convinzioni. Sei d’accordo?

A. A. Sì, Giovanni. Sono sostanzialmente d’accordo. Ma non fino al punto di essere e restare ottusi di fronte ad un’esperienza che può mettere in crisi il proprio punto di vista. Bisogna rimanere aperti, per me è essenziale abbracciare il rischio e cambiare se necessario. Per passione, per amore, per necessità. Essere pronti ad una trasformazione perché solo cosi ci si conosce.

D. Nella tua carriera ha sempre scelto con cura i progetti cui lavorare, da “Nuovo cinema Paradiso” a “Dichiarazioni d'amore”. In base a cosa decidi?

A. A. Scelgo con la pancia. In genere quando leggo comincio ad immaginare di voler fare quel personaggio se la storia mi prende. Altrimenti mi distraggo e capisco che non e una cosa per me. Poi l'incontro col regista è fondamentale, con l'uomo o la donna che devono avere una visione e sapermela trasmettere. Se un’energia mi conquista, per me è tutto.

  D. C’è un episodio particolare in “Nuovo Cinema Paradiso” che ti è rimasto impresso?

A. A. Durante le riprese del film vivevamo - come troupe ed attori - nel paese che era anche il set. Ma qui non c'erano alberghi e io ero vicina di camera di Philippe Noiret in una casa. In quel periodo, non so per quale suggestione o associazione sentivo a ripetizione la Traviata. Una mattina Noiret con calma, classe e gentilezza mi spiegò che non era necessario per recitare bene.

D. Qual è il tuo prossimo progetto?

A. A. Il prossimo progetto è uno spettacolo teatrale con una regista svizzera. Mi piace sperimentare e vado dove ne ho la possibilità.

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