Blade Runner 2, titolo ufficiale e cast del sequel con Harrison Ford e Ryan Gosling

Cinema / Drama / News - 22 October 2016 08:00

A un anno dall'uscita in sala, la Warner Bros ha deciso di rivelare il meno possibile sull'attesissimo seguito del cult sci-fi degli anni Ottanta. Per ora sappiamo solo che Blade Runner 2049 si ambien

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Dopo anni di annunci, “Blade Runner”, pietra miliare della fantascienza che negli anni ‘80 ha contribuito a consolidare la fama stellare di Harrison Ford, avrà finalmente un sequel. Qualche settimana fa la Warner Bros ha annunciato ufficialmente che il film si intitolerà “Blade Runner 2049”, ma, a parte questo, il progetto è ancora avvolto nel mistero. Harrison Ford tornerà a vestire i panni di Rick Deckard, e ad affiancarlo ci sarà uno degli attori più richiesti degli ultimi anni, Ryan Gosling. Nel cast sono stati confermati anche Dave Bautista, Robin Wright, e Jared Leto (visto di recente in “Suicide Squad”), mentre alla regia c’è Denis Villeneuve, autore che quest’anno ha sfornato un’altra pellicola sci-fi amatissima dalla critica, “Arrival”. Ridley Scott, regista dell’originale, partecipa alla lavorazione nel ruolo di produttore.

Oggigiorno il primo Blade Runner è unanimemente considerato un caposaldo della fantascienza, ma in realtà il film ebbe una lavorazione molto travagliata (con continui scontri tra Ridley Scott e i produttori), e all’epoca dell’uscita in sala polarizzò la critica: c’è chi lo bocciò per il suo ritmo troppo lento, chi invece ne elogiò la complessità delle tematiche. La pellicola non andò bene al botteghino, ma con gli anni è riuscita a conquistarsi la fama di autentico cult. “Blade Runner” rimane tuttora un film ineguagliato, definito da Scott come “il suo più completo e personale”. La colonna sonora di Vangelis, le performance di (tra gli altri) Daryl Hannah, Rutger Hauer e ovviamente Harrison Ford, la suggestività dell’ambientazione, il modo disinvolto in cui il film riesce a mescolare elementi sci-fi e noir: questi sono solo alcuni dei motivi che rendono “Blade Runner” così affascinante.

“Blade Runner” è liberamente ispirato al romanzo “Il cacciatore di androidi” (“Do androids dream of electric sheep?”, in originale), pubblicato da Philip K. Dick nel 1968, ma con gli anni il successo del film ha inevitabilmente offuscato il materiale di partenza. “Il cacciatore di androidi” affronta temi sociali, psicologici, e metafisici che riflettono perfettamente l’epoca in cui è stato scritto, ovvero all’apice della rivoluzione hippie degli anni ‘60. Dal punto di vista filosofico, Dick si interroga, attraverso il conflitto tra uomo e androide, su cosa siano la vita, la coscienza, e l’autoconsapevolezza. “Gli androidi sognano?”, si chiede a un certo punto Rick, una domanda che riassume perfettamente lo spirito dell’intero romanzo . Dai tempi di “Frankenstein”, la fantascienza non ha mai smesso di indagare sulla natura umana, e di cercare di capire che cosa distingua veramente un essere umano da una creatura artificiale come appunto la Creatura, i robot di Isaac Asimov, o i Replicanti di “Blade Runner”.

Nonostante presenti molte differenze rispetto a “Il cacciatore di androidi”, “Blade Runner” non si distacca dall’atmosfera di incertezza e ambiguità che permea il romanzo. Da una parte, nel film ci viene mostrato che per riconoscere i Replicanti si ricorre a un “test dell’empatia”, soprattutto verso gli animali; dall’altra, è evidente che i sei Replicanti a cui Rick dà la caccia sono capaci di provare compassione, almeno verso i propri simili, mentre gli umani che abitano Los Angeles ci appaiono freddi e distanti. Il film (perlomeno nella “Director’s Cut” proposta da Ridley Scott nel ‘92, e nel “Final Cut” del 2007) arriva addirittura a insinuare il dubbio che lo stesso Deckard sia un androide, come a voler ribadire che, in realtà, è impossibile stabilire con certezza che cosa sia un “essere umano”.

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