Betty Boop Dynamite comics, l'icona degli Anni Trenta torna alla ribalta

Comics / Super Heroes / News - 04 August 2016 10:00

Dynamite Entertainment annuncia la nuova serie di Betty Boop: l'icona cult sta per rinascere grazie a Roger Langridge e Gisèle Lagacé.

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Film Un nemico che ti vuole bene

Dopo quasi trent'anni di assenza dalla scena comics, torna Betty Boop 2016 con il sorprendente ritorno fissato per il 5 ottobre: lo annuncia Dynamite Entertainment che si è riservata l'esclusiva di raccontare le nuove storie basate sul cartone animato di Max Fleischer. A proposito, dichiara orgoglioso Nick Barrucci, fondatore della casa editrice: “Betty Boop è un'icona senza tempo della cultura americana, tra le più riconoscibili nella storia dell'animazione. Questa nuova serie piacerà ai giovanissimi, ai meno giovani, e a tutti gli altri”.

La trama del primo numero è ambientato durante il periodo di Halloween: alcuni fantasmi dispettosi sembrano essersi impossessati della casa di Betty e Grampy. Tra un'esibizione e l'altra all'OOP-A-Doop Club, toccherà a Betty e ai suoi amici (Koko il Clown, Bimbo, Sally Swing e Pudgy) trovare una soluzione all'inconveniente.

Betty Boop irrompe sulla scena del mondo dell'animazione nel 1929, durante la grande depressione segnata dal crollo di Wall Street. Non sono lontane le favolose feste mondane, a ritmo di sofisticate sonorità jazz, raccontate in “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald. La nostalgia dei Roaring Twenties è palpabile.
Betty Boop disarma il pubblico maschile grazie al viso fanciullesco – i suoi grandi occhi anticipano, o influenzano, l'arte di Margaret Keane, la cui biografia è stata raccontata nel film "Big Eyes" (2014) di Tim Burton – e le forme prorompenti, il vestito che lascia intravvedere la giarrettiera, i capelli acconciati all'ultima moda: qualcosa che non si è mai visto ai tempi di Minnie e di Walt Disney.

Più che la caricatura di una flapper, in Betty Boop predomina l'ironia, la disincantata ribellione contro certi valori, evidentemente obsoleti, della generazione precedente, la spensieratezza maliziosa: un potente mix disturbante, e non a caso, mascherato attraverso storie surreali.

Quando il codice Hays, a tutela degli standard morali dello spettatore, punta il dito contro la “creatura” di Max Fleischer, Betty Boop si tramuterà in un'innocua casalinga a partire dall'estate del 1934: cambia il look, decisamente più castigato e anonimo, che seguirà, di pari passo, una personalità di Betty Boop matura e saggia. L'artificiosità dell'espediente conquista i lettori più giovani, ma contemporaneamente ne annuncia il declino popolare.

Parlando di Betty Boop, torna la curiosità intorno alle celebrities dell'epoca che hanno ispirato Fleicher. Sono molte, ma la cantante Helen Kane si è conquistata gli onori della ribalta per aver fatto causa a Fleischer e alla Paramount Publix Corporation nel 1932. La caratteristica voce infantile, nel parlato e nel canto dell'artista, non è stata riconosciuta come prerogativa originale.

Sarà l'acclamato Roger Langridge (“The Muppets”, “Popeye”, “Judge Dredd”) a raccontare Betty Boop: è una rilettura fresca e moderna con le storie ambientate nel mondo degli Anni Trenta, senza perdere l'essenzialità dei personaggi, dichiara l'autore di origini neo-zeolandesi.
Le tavole portano la firma di Gisèle Lagacé (“Archie”).

“Betty Boop #1” può contare, tra l'altro, su quattro copertine disegnate da Howard Chaykin, Gisèle Lagacé, Roger Langridge e Max Fleischer.

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