Intervista a Maria Pia Ammirati. Affrontare la mancanza
Maria Pia Ammirati torna in libreria con un romanzo intimo e feroce. Le voci intorno

Intervista a Maria Pia Ammirati. Affrontare la mancanza. Dopo I cani portano via le donne sole (2000, selezionato al premio Strega 2001), Un caldo pomeriggio d’estate (2005, Premio Grinzane-Cavour Calabria) e Se tu fossi qui (2010, Premio Selezione Campiello 2011) Maria Pia Ammirati torna in libreria con un romanzo intimo e feroce. Le voci intorno è la storia di Alice, ventenne che dopo un incidente è fissa in un letto d’ospedale, che le presenze che intorno a lei che si manifestano solo tramite voci, in attesa di una possibilità. Mauxa l’ha intervistata.
Sia in Se tu fossi qui che in Le voci intorno i personaggi maschili non riescono ad entrare in empatia con le figure femminili, rimanendo sempre ai margini delle loro esistenze. E’ una scelta condizionata da esperienze personali?
Maria Pia Ammirati. Non credo che la narrativa sia fatta solo di esperienze personali. Certo, la conoscenza del mondo e delle persone è un fatto empirico e quindi ci sarà una parte di autobiografico. Per quanto riguarda i personaggi maschili credo che abbiano un problema con il mondo e non solo con le donne.
In Se tu fossi qui c’è una donna che muore lasciando soli la figlia e il marito. Si può affermare che Le voci intorno sia il sequel?
M.P.A. Si lo è, ho costruito il racconto spostandolo in avanti di dieci anni. Mi interessava capire cosa può succedere a una famiglia provata da un lutto così grave. In realtà quella storia è una delle tante possibili.
A pag 38 Aurora in stato di coma si rende conto dell’amore che il padre ha per lei: “non credevo mi amasse fino a questo punto”. E’ di fronte alla possibilità di perdere le persone care che ci rendiamo conto di quanto siano importanti per noi?
M.P.A. E’ di fronte alla mancanza che ci accorgiamo di quello che abbiamo perso. Purtroppo è un meccanismo naturale e non prevedibile.
Nel romanzo si affronta il delicato tema dell’eutanasia. Lei che opinione ha al riguardo? E’ giusto che un uomo decida il destino di un altro essere umano?
M.P.A. È un tema delicato che lascerei decidere alle persone coinvolte. Chi non conosce le situazioni estreme come lo stato vegetativo o gravi malattie non può giudicare fino in fondo. Ma è giusto ci sia una legislazione a tutela dei più deboli.
Il rapporto tra Aurora e Alice è un legame solido, che va al di là dalla rassegnazione alla morte. Secondo lei la complicità tra donne può esistere o è insidiata dalla competizione?
M.P.A. Credo che negli anni finalmente le donne siano arrivate a solidarizzare fra loro fino a creare complicità. La competizione è un tema che va affrontato semmai come un valore e non come un brutale dato sociale. Anche gli uomini sono tra loro competitivi ma di loro si dice sempre che sono bravi a fare rete. Oggi le donne fanno rete e quando lo fanno devo dire che sono brave ed ottengono ciò che vogliono.
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