Il mistero della civiltà Maya e la piramide perduta: cosa visitare in Messico

Daily / Editoriali - 17 May 2021 12:45

Cosa visitare in Messico della civiltà Maya

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La piramide perduta 

La storia della civiltà Maya si arresta nel 378 d.C., a seguito di un'invasione straniera giunta a Tikal, oggi Guatemala settentrionale. Gli archeologi sospettano che gli invasori provenissero da Teotihuacan, vicino all'odierna Città del Messico, situata a un migliaio di chilometri di distanza da Tikal. Tuttavia, una nuova scoperta, annunciata ad aprile, suggerisce che Teotihuacan potesse avere un'enclave a Tikal molto tempo prima dell'invasione e che i rapporti tra le due comunità fossero stati inizialmente amichevoli.
Le ricerche - supportate dalla tecnica lidar che si avvale di impulsi laser per mappare, in questo caso, dall'alto eventuali resti antichi coperti dalle foreste - hanno individuato una “speciale” piramide nella parte meridionale di Tikal. L'esame delle immagini ha permesso al team, guidato da Edwin Román Ramírez del Foundation for Maya Cultural and Natural Heritage (PACUNAM), di riconoscere nella piramide una struttura caratteristica di Teotihuacan. Gli scavi, nell'area d'interesse, hanno successivamente portato alla luce armi, bruciatori di incenso, sculture del dio della pioggia, una sepoltura: tutti in stile Teotihuacan.
La pandemia ha ritardato la datazione al radiocarbonio e l'analisi isotopica delle ossa trovate nel sito di sepoltura. "Quello che abbiamo trovato suggerisce che per più di un secolo persone che erano almeno molto familiari con la cultura e le tradizioni di Teotihuacan vivevano lì nella loro colonia, un settore distinto per identità e che praticava la religione di Teotihuacan", ha dichiarato Román-Ramírez. La scoperta potrebbe rappresentare una possibile svolta per risolvere uno dei più grandi misteri nella storia dei Maya.

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Com'era la vita dei Maya

La storia dei Maya, infatti, è ancora oggi avvolta in un primordiale mistero, di cui ne subiamo la fascinazione. Non conosciamo ancora l'origine del declino della civiltà Maya e la maggior parte dei siti di interesse rimangono sepolti, a disposizione delle ricerche degli archeologi. Tuttavia, i Maya sono vivi e vegeti attraverso i loro discendenti: per esempio, il 40% della popolazione del Guatemala è rappresentato dagli indios che discendono dagli antichi Maya - si stima una ventina di comunità che tramandano tradizioni e linguaggio locale autoctono di generazione in generazione.
Gli antichi Maya sono famosi anche per la matematica – hanno sviluppato il concetto dello zero – e l'astronomia. Numerose piramidi sono state costruite per segnalare eventi astronomici. La piramide di Kukulkan, nota anche come El Castillo, riflette un'ombra a forma di serpente negli equinozi di primavera e autunno. Sempre a Chichén Itzá, sito patrimonio mondiale dell'Unesco, troviamo l'antico osservatorio di El Caracol, noto per la scala di pietra a chiocciola, legato all'orbita di Venere e ai solstizi di estate e d'inverno.

Le superstizioni collegate con i Maya

Se da un lato i Maya sapevano essere estremamente efferati per i sacrifici umani con i quali invocavano la benevolenza degli dei, dall’altra erano profondi conoscitori della cosmologia allora comprensibile. Oggi sono rappresentati come un popolo sanguinario, superstizioso e profetico. Infatti la loro conoscenza li aveva portati a realizzare un calendario diviso in epoche. L’ultima di queste epoche cadde nel 2012 e dalla scoperta di questa del calendario nacque la profezia che la fine del mondo sarebbe coincisa con l’ultima epoca indicata dai Maya e cioè nel 2012, fine del mondo. Ma ormai questa profezia non interessa più, superata sia dal tempo e sia dalla scienza che ha comunque riconosciuto ai Maya una profonda conoscenza della cosmologia. Tra le superstizioni dei May deve tuttavia essere annoverata anche la straziante scia di sangue e sacrifici umani di nemici o prigionieri con i quali si invocavano gli dei per i favori del raccolto e per la loro benevolenza nella quotidianità.

Cosa visitare oggi della civiltà Maya nei siti di Chichén Itzá e Palenque

I resti della civiltà Maya sono tra i reperti archeologici maggiormente interessanti della storia, alcuni siti sono stati scoperti nella giungla. Il sito di maggiore importanza della civiltà Maya, tutt’ora visitabile, è rappresentata dal complesso di Chichén Itzá. Un luogo nel quale sorgeva una serie di edifici imponenti tra cui la piramide di Kukulkan, dalle grandi scalinate che arrivano sino in cima. L’itinerario del turista appassionato di storia passerà certamente tra le rovine di Palenque, anticamente denominata Grande Acqua. Con mostri altri siti compresi nella zona del Messico e dello Yucatan. Molto ben conservato appare infatti anche al visitatore anche il sito archeologico dello Uxmal. I Maya sono stati eccelsi costruttori e studiosi, con città organizzate è una religione efferata.


La scoperta delle impronte dei bambini Maya

In una remota giungla sulla penisola messicana dello Yucatán, dentro una grotta sotterranea nascosta gli archeologi hanno trovato 137 impronte di mani rosse e nere di bambini. La scoperta è stata diffusa solo ora – pur se risalente a diversi anni – per prevenire atti di vandalismo. I ricercatori ritengono che le impronte siano parte di una cerimonia religiosa, che commemora la pubertà e il passaggio all'età adulta. Infatti alcuni Maya consideravano l'albero di ceiba sacro, e la posizione di questa grotta vicino a un  ceiba potrebbe spiegare perché sia stata scelta per uso religioso o cerimoniale. La datazione è impressionante, perché risalirebbe ad un lasso di tempo compreso tra il 250 al 900 d.C., verso la fine del cosiddetto periodo classico della civiltà Maya, quando svilupparono sistemi distintivi di scrittura, un calendario, opere d'arte in ceramica multicolore, effettuarono progressi in astronomia e matematica, realizzarono opere architettoniche come i maestosi templi nelle vicine Uxmal e Chichén Itzá. La loro civiltà sarebbe poi mutata tra l'800 e il 1000 d.C., quando una grave siccità  potrebbe aver portato al crollo delle principali città e a un cambiamento significativo nella cultura Maya. E questi bambini hanno lasciato il segno nella grotta sotterranea mentre vivevano un periodo di intenso cambiamento nella società Maya. Avrebbero impresso " le loro mani sui muri in nero... che simboleggiava la morte, ma questo non significava che sarebbero stati uccisi, ma piuttosto rivelavano la morte da una prospettiva rituale", dice l’archeologo Sergio Grosjean alla Reuters. "In seguito, questi bambini hanno impresso le loro mani in rosso, che era un riferimento alla guerra o alla vita”.

La civiltà Maya a Tikal in Guatemala e Copán in Honduras

Dalla penisola dello Yucatan, con dieci ore di auto ci si sposta a Tikal, in Guatemala. Qui si assiste alla magnificenza dei Maya, con la possibilità di visitare le piramidi e circa 200 templi. C’è il Serpente Bicefalo (alto 64 metri), il Gran Sacerdote (55 metri), il Gran Giaguaro, il Tempio delle Maschere, quello delle Iscrizioni. La Grande Piramide del Mundo Perdido appartiene al periodo pre-classico, e ha quindi una storicità simile a quelle dei Fori Romani o poco successiva all’Acropoli di Atene. L’ Acropoli Nord di Tikal conteneva circa sedici templi, quella sud vantava sette piattaforme. Con altre otto ore di auto verso sud si giunge a Copán, sito archeologico maya situato in Honduras, sulle sponde dell'omonimo fiume: le rovine della sua acropoli e le sue piazze monumentali testimoniano le tre fasi principali del suo sviluppo, prima del suo abbandono all'inizio del X secolo. L'Acropoli è attorniata da  cinque piazze, tra cui Piazza delle cerimonie, con l’imponente stadio che si apre su una collina dove svettano monoliti e altari  scolpiti, e Piazza della scalinata con incisioni rupestri: le monumentali gradinate conducono ad una delle maggiori conquiste dell'architettura Maya, con oltre 1.800 glifi individuali che formano l'iscrizione Maya più antica mai conosciuta.

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