Il PlayStation
Showcase ha mostrato le prime fasi giocate, e alcuni filmati, del
secondo capitolo della trilogia ad ispirazione norrena di God Of
War. Il nuovo inizio della serie aveva sconvolto pantheon e
dinamiche di gioco, passando nelle fredde terre nordiche e
abbracciando una visuale alle spalle del protagonista; la seconda
iterazione ne porta avanti filosofa ed impianto di gioco, sembrando a
tutti gli effetti un “more of the same” del predecessore.
God of War: Ragnarok
è il seguito diretto del gioco uscito nel 2018, capace di vincere il
premio di Game Of The Year e ponendosi come uno degli action
adventure di maggior successo e pregio nell'industria videoludica.
Ragnarok è ambientato pochi anni dopo la fine delle vicende di God
of War e vede come evento ormai imminente la fine del mondo, già
anticipata nel capitolo passato e che sta trasformando, in maniera
irreversibile, gli equilibri nella cosmologia norrena. Nostro figlio
Atreus è al centro
delle vicende, dopo il finale del primo capitolo, una presenza capace
di influenzare, insieme a
Kratos,
il destino di un intero universo, fatto di divinità e personaggi
provenienti dai
nove reami.
La
storia riparte
quindi da dove si era interrotta, con i nostri compagni di viaggio
Brok e Sindri (i fabbri nanici) e la testa parlante di
Mimir,
fonte di conoscenza e aneddoti durante il nostro viaggio. Torna la
strega
Freya, figura
di straordinaria importanza e con cui abbiamo un sanguinoso conto
aperto, e
Thor, il
Dio del tuono, che appare qui in una veste estremamente vicina al
mito nordico, lontana dai canoni da copertina che il mondo
hollywoodiano ci ha voluto proporre nell'ultimo decennio. Quello che
sarà il nostro ostacolo principiale verso
Odino
è proprio suo figlio, raffigurato in maniera corpulenta e panciuta,
con una barba incolta e dei lunghi capelli rossicci arruffati.
Il
gameplay di God of
War: Ragnarok appare subito come una naturale estensione del primo
episodio: più mosse e abilità, una maggiore spettacolarità
nell'azione, evocazioni per Atreus e una gamma di combinazioni rese
possibili dalle
Lame del Caos,
adesso disponibili sin dalle prime fasi dell'avventura. Kratos
mantiene quasi inalterato il suo look, con l'aggiunta di un pesante
mantello di pelliccia, complice anche il clima rigido che sembra aver
stretto
Midgard; si
intravedono infatti scenari già apparsi nel primo capitolo, come il
Lago dei Nove, ora
completamente ghiacciato e percorribile con una slitta trainata da
due cani delle nevi, una scelta che potrebbe sostituire la barca in
diverse sezioni di gameplay. Scontri con nemici e filmati si
alternano in quello che sembra definire un nuovo reame, probabilmente
Vanaheimr, il Regno
dei Vani, data la natura verde e lussureggiante, che modifica in
maniera sensibile l'estetica e lo stile visivo del titolo. Grande
pregio del primo era proprio la differenziazione artistica e
stilistica di reami e avversari, un'idea rimasta anche alla base di
Ragnarok, vedendo alcuni nuovi nemici, tra cui un lucertolone gigante
e la presenza dei minotauri, insieme alla comparsa dei pochi giganti
rimasti, quali
Tyr
(il Dio della Guerra norreno) e Angrboda. La ricchezza del mondo di
gioco sembra quindi beneficiare di una maggiore corposità
dell'universo narrativo, più vivo e denso di personaggi, con una
durata dell'avventura
intorno alle 40 ore totali, tra storia principale e missioni
secondarie. Quello che un po' ha deluso le aspettative, almeno per il
momento, è lo stacco grafico con il precedente capitolo che,
soprattutto in versione
PS5,
era atteso da molti videogiocatori. Il gioco uscirà infatti sia per
le vecchie console Sony che per la nuova ammiraglia; il comparto
tecnico è sembrato un mero potenziamento del precedente, senza
grandi novità o miglioramenti evidenti. Non un dramma, considerata
la qualità ancora oggi elevatissima del primo God of War, ma
sicuramente da Santa Monica, uno dei team più talentuosi al mondo,
ci si poteva aspettare un deciso balzo prestazionale in chiave
next-gen. La
data di uscita
di God of War: Ragnarok è attesa per il 2022, andando quasi
sicuramente ad occupare la seconda metà dell'anno, considerate le
uscite nei primi mesi di Horizon: Forbidden West e Gran Turismo 7.
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