Recensione Un giorno all'improvviso, con Anna Foglietta e Giampiero De Concilio
In sala dal 29 novembre, l'opera d'esordio di Ciro D'Emilio.
Un giorno all'improvviso, il titolo del film s'ispira al popolare coro delle curve degli stadi italiani. L'opera d'esordio di Ciro D'Emilio è stato presentato nella sezione Orizzonti allo scorso Festival di Venezia.
Il
sogno della serie A per Antonio (Giampiero De Concilio) è una
necessità primaria. Al diciassettenne, infatti, non importa dei
soldi, né della celebrità.
Vive con la madre Miriam (Anna
Foglietta), in balia dell'indulgenza di un'assistente sociale, stanca
di chiudere un occhio, nonostante la determinazione di un bravo
ragazzo. Antonio, infatti, coltiva il terreno di casa, si arrangia
con il lavoro saltuario. E, soprattutto, si prende cura di mamma
Miriam, una donna con un ingombrante disagio mentale.
Schede
Miriam si scorda di prendere gli psicofarmaci, si indebita per giocare con le slot machines. Soprattutto, non ha mai dimenticato il padre di Antonio, un uomo brutale che, come tutto il paese, del resto, considera la donna una pazza, costantemente in cerca di guai. Il figlio non l'ha mai voluto riconoscere: quella famiglia azzoppata è fonte di grande imbarazzo. Allo stesso tempo, per Miriam è un desiderio, ormai un'ossessione patologica, che non si è mai piegato all'evidenza, né tantomeno spezzato.
La
situazione si fa sempre più complessa, quando il provino per la
Primavera del Parma concretizza la possibilità di un cambiamento in
una città, sufficientemente, lontana dal paese campano.
I favori
chiamano favori, ma il talent scout (Massimo De Matteo) ha puntato su
quel diamante grezzo e decide di tirare Antonio fuori da una
circostanza compromettente. Nel frattempo, anche il primo amore con
una coetanea (Alessia Quaratino) è vissuto con un senso di
responsabilità tristemente sproporzionato, rispetto all'età del protagonista.
Un giorno all'improvviso riserva scene brillanti: anche, se vogliamo, necessarie per allentare la tensione del dramma sociale, in cui sono calati i personaggi. Il rapporto tra madre e figlio è di profondo amore, ma la malattia si rivela un intruso letale. Da spettatori, ci troviamo di fronte a un ottimo cast per un ottimo film, capace di fondere tragedia e poesia, senza ricatti emotivi.
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