Recensione Il dubbio - Un Caso di coscienza di Vahid Jalilvand, premiato a Venezia
In sala dal 10 maggio.
Il dubbio - Un caso di coscienza (No date, no signature) è il film di Vahid Jalilvand premiato al Festival di Venezia. Il regista iraniano sa indubbiamente il fatto suo dietro la macchina da presa: il film è un medical drama con una verità da scoprire, o meglio (provocatoriamente) da interpretare. Il finale, infatti, offre il respiro necessario per rileggere l'opera daccapo, grazie agli interrogativi sollevati.
Kaveh
Nariman (Amir Agha’ee) è uno stimato medico legale di Teheran. Sta
tornando a casa dal lavoro quando, colpito da un'auto durante un
sorpasso maldestro, sbanda urtando un motorino.
A bordo ci sono
Moosa (Navid Mohammadzadeh), la moglie Leila (Zakiyeh Behbahani) e i
due figli. Ad attirare l'attenzione del medico, sono le condizioni
del piccolo Amir che ha otto anni. Niente di grave, ma Kaveh vorrebbe
vederci chiaro e insiste per una visita in ospedale. Moosa, invece,
vorrebbe chiamare la polizia, ma il medico ha l'assicurazione
scaduta. In cambio di soldi, si fa promettere dal capofamiglia un
controllo.
Invece, Moosa non svolta versa la via che conduce al pronto soccorso. La famiglia se ne va per la propria strada per imboccare quella stessa via con il figlio Amir cadavere poche ore dopo. Gli esami parlano chiaro: il bambino aveva una intossicazione alimentare letale, il botulismo. Moosa ricorda di avere comprato una carogna di pollame a prezzo stracciato. È un indigente e ignorava il rischio. Dopo la verità dell'autopsia, sarà un indiziato per omicidio premeditato.
Anche il medico non si dà pace. È convinto che la causa della morte del bambino sia dovuta a un'emorragia o una frattura dovuto all'incidente notturno. Il film procede per indizi e interrogativi leciti.
I dialoghi sono essenziali, in funzione di una sceneggiatura onesta. Diverse le sequenze importanti. E tra queste, quella di un pianto disperato per un lutto anzitempo: lo strazio è tale da scuotere l'armonia del creato. Un caso di coscienza rappresentato nelle molteplici contraddizioni.
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