Recensione Becoming Astrid, il biopic sull'autrice di Pippi Calzalunghe
Cinema / Recensione - 10 December 2018 08:00
Uscito negli Stati Uniti, distribuito da Music Box: applaudito dalla critica.
La
mamma di Pippi Calzalunghe, lo scopriamo in questo meritevole biopic
diretto e co-sceneggiato da Pernille Fischer Christensen (insieme a
Kim Fupz Aakeson), ha una natura battigliera, proprio come la sua
intramontabile creatura, un classico della letteratura per
l'infanzia.
Nata
Ericsson, coniugata Lindgren, la scrittrice raccontata nel film, non
può essere che l'alter-ego di Pippi: è la supereroina della porta
accanto, capace di tenere compagnia a milioni di bambini, cavalcando
i tempi grazie all'universalità del suo messaggio, ispirando forza e
gioia.
Da adolescente, Astrid (brillantemente interpretata da
Alba August) è già una stella della letteratura, neanche troppo
acerba, destinata a brillare.
Svezia, Anni Venti
Nata cittadina del mondo, è un'adolescente insofferente alla quotidianità di un paesotto meridionale della Svezia. Siamo negli Anni Venti, Astrid è curiosa, con un occhio entusiasta verso la musica e la moda ruggente. Si taglia i capelli in un'epoca, in cui esistono solo barbieri; si scatena in balli nella sala parrocchiale, in assenza di pretendenti; soprattutto, sente l'esigenza di urlare la ribellione, verso una mentalità puritana e maschilista, in faccia a un famigliare paesaggio ghiacciato.
Becoming Astrid: trama, premi e critica
Becoming
Astrid (Unga Astrid, il titolo originale dell'opera) si apre con
l'autrice, ormai ultranoventenne (interpretata da Maria Fahl Vikander, madre di Alicia). Legge e ascolta
tutte le migliaia di messaggi, mandati dai suoi giovanissimi
lettori.
Il segreto del suo successo sta in un'infanzia felice. E, naturalmente, nel dono della penna capace
di raccontarla.
La vita di Astrid, infatti, si complica. Appena diciottenne, rimane incinta dell'editore di un giornale locale (Henrik Rafaelsen). Lui ha già una prole numerosa e un difficile divorzio in atto. Astrid si ritrova ragazza madre. Senza soldi, contro i pregiudizi dell'epoca.
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