Se la strada potesse parlare, intervista all’attrice del film Ebony Obsidian

Cinema / Intervista - 10 December 2018 10:00

Se la strada potesse parlare è candidato a 3 Golden Globes

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Film Speak No Evil - video

Se la strada potesse parlare (If Beale Street Could Talk) è il film di Barry Jenkins (premio Oscar nel 2017 per Moonlight) in uscita in questa settimana negli Stati Uniti. È tratto dal romanzo di James Baldwin, ed è candidato a tre nomination ai prossimi Golden Globes, tra cui miglior film. 

Racconta la storia della  diciannovenne di colore Tish (Kiki Layne) che aspetta un figlio dal fidanzato Fonny (Stephan James), il quale però è in carcere per un crimine che non ha commesso: infatti un poliziotto bianco cerca di camuffare la verità. 

Mauxa ha intervistato una delle interpreti del film, Ebony Obsidian


Film  Se la strada potesse parlare


In Se la strada potesse parlare hai il ruolo di Adrienne. Puoi parlarci del tuo personaggio?

Adrienne è una giovane donna estremamente audace. Protegge non solo se stessa ma i suoi parenti. Sotto quel senso di difesa, ha una profonda nostalgia per ottenere una famiglia più unita. Imparerà chi è, si troverà faccia a faccia -  letteralmente -  con Tish, il personaggio principale, che sembra avere qualcosa che sente di perdere - una vita piena di amore genuino.

Il film unisce crime e vicenda sociale inerente il razzismo. Cosa ne pensi di questo connubio?

La storia sicuramente non tratta la lotta dei Black Americas in relazione al sistema giudiziario. Finché i neri sono stati in questo paese, siamo stati sottoposti a pene incredibilmente più severe rispetto alle nostre controparti bianche e fin troppo spesso per crimini che non abbiamo commesso. Questo modello è intessuto nella storia dell'America. E non c'è una differenza significativa tra il 1974 e il 2018 a tale riguardo. Questo è ciò che rende il lavoro di Baldwin senza tempo. La verità è che questa unione è inevitabile perché è impossibile discutere dell’una senza l'altra.

Barry Jenkins sul set vi ha lasciato improvvisare?

Barry è un vero artista. Sapeva esattamente quello che voleva uscisse da ogni scena, ma ci ha dato lo spazio per farlo in molti modi diversi, e tutto si è rivelato molto liberatorio. La maggior parte della storia si svolge ad Harlem, un quartiere di New York. Un sacco di spazi interni sono stati convertiti per catturare lo stile degli anni '70. Per il mio ruolo, abbiamo girato in una vera casa di quel periodo, e ciò ha davvero aiutato a catturare l'autenticità di queste vite di personaggi.



Hai lavorato alla serie TV Tough Love. Di cosa si tratta?

Tough Love è una serie digitale nominata ai Daytime Emmy che segue le vite di sei amici millennials mentre si muovono tra. problemi d'amore e la scoperta di sé a New York City. Interpreto Alicia, che è una giovane forte, calma e determinata. Lei e il suo fidanzato  Quincy, lottano per mantenere a galla i loro affari. Combattono anche per bilanciare i  ruoli all'interno della loro unione, in termini di ciò che una donna può dare e di ciò che un uomo deve. Nel mezzo dei loro problemi, mentre i segreti personali iniziano a svelare la realtà sulla loro relazione.

Hai anche studiato giornalismo. Perché sei passato alla recitazione?

L'ho fatto. Scrivere era sempre qualcosa in cui ero brava. La narrazione è stata qualcosa che ho sempre amato. Tuttavia, durante i miei studi di giornalismo, ho imparato rapidamente che ero molto attaccata ai personaggi nelle mie storie, e che potevo essere più utile mettendo in luce le loro vite incarnandole. Prima di allora mi ero dilettata nella recitazione, e posso dire che ciò  mi ha aiutato ad assestare i miei obbiettivi. 

Quali hobby hai?

Tutti i miei giorni sono così diversi. Alcuni sono sepolta in un libro, altri in una sceneggiatura. Anche se vivo in città, sono cresciuta appena fuori, quindi mi piace davvero la tranquillità. Ci sono molti luoghi negli Stati Uniti in cui non sono stata, quindi ho fatto molti viaggi brevi. E scrivo musica, quindi mi dedico anche a questo.

Quali sono i tuoi libri preferiti?

Credo di averne diversi. Uno è di Zora Neale Hurstons, dal titolo I loro occhi guardavano Dio; poi c’è un volume di  Camilla Gibb, dal titolo Aqua in bocca (“Sweetness in the Belly”, n.d.r.) e  "Milk and oney" di Rupi Kaur.

Qual è il tuo prossimo progetto?

Ci sono alcuni progetti per il prossimo anno, ma nulla di cui posso parlare con certezza. Sono entusiasta di vedere come prenderanno forma nel 2019.



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