Neruda: recensione del film biopic reinventato sul pittoresco poeta cileno

Cinema / Recensione - 14 October 2016 08:00

Luis Gnecco, ma anche Alfredo Castro e Gael García Bernal, sono diretti da Pablo Larrain per un film che indaga la fuga di uno dei più grandi letterati che il XX secolo ricordi, Pablo Ne

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Film The Lovebirds - video

Pablo Larrain dirige Luis Gnecco in Neruda, un film che guarda alla forma biopic sulla leggendaria figura del poeta omonimo costretto a fuggire e a nascondersi, reinventando con arguzia e invettiva le imposizioni di regime di fine II Guerra Mondiale inizio Guerra Fredda, oltre a rendere omaggio all’uomo e artista.

Neruda narra il travagliato percorso seguito da Pablo Neruda (Luis Gnecco) durante la Guerra Fredda. Nel suo Cile Neruda cerca di esprimere liberamente le proprie idee politiche di stampo volutamente comunista, ricoprendo anche l’onorevole carica di senatore, ma le sue opinioni trovano l’opposizione del presidente autoritario Gonzalez Videla (Alfredo Castro), finendo per entrare in aspro contrasto. E allora entra in gioco il prefetto della polizia Oscar Peluchonneau (Gael García Bernal), a cui verrà affidato il compito di stanare il fuggitivo Neruda in una caccia al ladro che assume i toni di una pittoresca commedia in cui il ricercato sembra prendersi gioco del ricercatore, esprimendo se non le opinioni politiche, almeno quelle artistiche.

Pablo Larrain prende a prestito la storia vera dello scrittore, senatore e poeta cileno Pablo Neruda per addentrarsi nei meandri di una personalità ricca di estro e di contrasti, che non accetta il ruolo di personaggio secondario nella rappresentazione della sua stessa esistenza, ma gioca da protagonista, rischiando in chiave comica la sua stessa vita. Non potendo narrare il vasto genio creativo albergante nella sua mente, il regista decide di immortalare il ritratto dell’uomo non puramente legato alle sue opere, ma connesso principalmente alla sua fuga come uomo libero.

Proprio grazie al percorso di fuga intrapreso dall’artista nasce Canto General, la sua decima raccolta poetica che racchiude quei sentimenti intimamente nascosti nel corso della sua fuga. Abbracciando surrealismo e realismo, fantasia letteraria più sognante ed attaccamento ai fatti politici più concreto, Pablo Neruda offre un tumulto di emozioni contrastanti che si dispiegano nei suoi versi.

E allora Neruda vuole dipingere l’uomo nella sua avventura contro l’autoritarismo dando vita ad un profondo passaggio segreto che mette in comunicazione arte e poesia con realtà e politica, per un film che vira sull’indagine poliziesca di personaggi in continuo mutamento cercando, tra una trasformazione ed un’altra, di carpire barlumi del sognatore Pablo Neruda.

© Riproduzione riservata



Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon