La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra, recensione videogame per PS4 e Xbox One

Games / Recensione - 13 October 2017 14:00

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra è l'action RPG di Warner Bros, ambientato nell'universo de Il Signore degli Anelli

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La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra è il videogioco sviluppato da Warner Bros Interactive Entertainment, l’incarnazione videoludica che utilizza luoghi ed immaginario de Il Signore degli Anelli di J.R.R Tolkien, con una struttura narrativa personale e incentrata sul personaggio dalla doppia anima di Talion e Celebrimbor. L’Ombra della Guerra esce tre anni dopo il sorprendente Shadow of Mordor, capace di presentare un rivoluzionario Sistema Nemesi in una struttura di gioco free roaming, con un combat system profondo e divertente, mutuato e riadattato da un’altra produzione Warner, ovvero la serie di Batman Arkham.

La trama di La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra ci getta nelle splendide ma al tempo stesso pericolose lande de Il Signore degli Anelli, proseguendo da dove si era interrotto il precedente capitolo. Il protagonista del gioco è ancora una volta Talion, capitano dei raminghi e soprannominato il Senzamorte, che con l’aiuto dello spettro elfico Celebrimbor, creatore degli Anelli, attraversa Mordor per vendicarsi dell’Oscuro Sire di Mordor. Per sconfiggere Sauron, tuttavia, non basta eliminare i suoi generali, e l’esercito che sta radunando deve essere contrastato organizzandone uno a nostra volta, grazie al potere persuasivo del Nuovo Anello forgiato proprio da Celebrimbor. Il prologo è un perfetto esempio di commistione tra narrativa, filmati e situazioni di gioco, con una difesa strenua della roccaforte di Minas Ithil, invasa e attaccata dagli orchi per mano di Sauron.



Il gameplay di La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra mantiene le solide basi del predecessore, riproponendo una struttura da action-RPG in una mappa liberamente esplorabile, con elementi da gioco di ruolo che migliorano statistiche e abilità sia della parte umana di Talion che della sua metà elfica, con set di armi, armature e corazze che donano nuove possibilità ludiche al protagonista. Se le prime fasi portano allo scontro diretto, lo sviluppo del personaggio permette un approccio più ragionato, potendo sfruttare l’attacco dalla distanza con l’arco o altresì sorprendere il nemico con uccisioni silenziose. Tutta la struttura di gioco ruota attorno al Nemesis System, grande rivoluzione del primo capitolo, che crea e plasma un mondo reale e credibile, suscettibile di cambiamento a seconda delle nostre azioni e successi (o insuccessi). L’esercito nemico ha determinate gerarchie che vengono modificate dalle nostre battaglie, con l’uccisione di un nemico che mette in moto la sostituzione dello stesso con un altro personaggio. Ogni azione viene memorizzata dal gioco, con dialoghi secondari che ci ricordano l’aver sconfitto o mutilato un avversario, così come lo scherno nel caso fossimo noi quelli caduti in battaglia. Accanto al Sistema Nemesi fa la sua comparsa quella che è la novità più intrigante del gioco: la conquista delle fortezze, poste a controllo delle diverse regioni della Terra di Mezzo, con un sistema di assalto e successiva difesa che unisce fasi di strategia alla pura forza bruta. Sconfiggere un orco in duello non significa solo eliminarlo dai ranghi nemici; esso può essere dominato e portato dalla nostra parte grazie al potere del Nuovo Anello, andando così a formare quell’esercito necessario a sconfiggere Sauron e assaltare le sue fortezze più potenti. 



La grafica di La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra riproduce eventi e paesaggi che si collocano temporalmente tra Lo Hobbit e la trilogia de Il Signore degli Anelli, con una fedeltà e cura per l’immaginario tolkeniano particolarmente spiccata. La vastità della mappa abbraccia intere regioni, come Seregost, Gorgoroth, Nurnen e Cirith Ungol, dove completare missioni principali e secondarie, con differenti morfologie e architetture. Il lato narrativo trova un efficace riscontro nei filmati, in cui si apprezza da vicino il lavoro svolto e l’ottimo doppiaggio in lingua italiana, con voci eccellenti e una colonna sonora potente, evocativa. Il set di animazioni durante gli scontri, veloci e spettacolari, permette coreografici attacchi e schivate, con arti e teste che saltano durante le esecuzioni. Lo stesso non si può dire delle movenze durante l’esplorazione, con una corsa brutta da vedere e molto poco naturale, che stride con la bellezza paesaggistica del titolo Warner.

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