Days Gone, recensione videogame per PS4
Games / Recensione - 09 May 2019 14:00
L'esclusiva Sony ambientata in un mondo post-apocalittico
Days Gone è il videogioco post-apocalittico sviluppato da Bend Studio, un open-world dalla forte atmosfera e componente narrativa, la maggior esclusiva Sony per PS4 della prima metà del 2019. L’uscita ritardata ha permesso al team di sviluppo di perfezionare il prodotto, nato quasi come un derivato di The Last Of Us, ma che con il tempo ha saputo ritagliarsi spazio e importanza, arrivando sul mercato come un titolo dotato di una propria anima e personalità. Days Gone presenta infatti una storia matura e densa di contenuti, supportata da un gran personaggio principale e un impianto visivo dal forte impatto cinematografico.
Lasciamo la nostra motocicletta al lambire di una vecchia rimessa, tranquilla, pacifica, abbandonata. Il sole di mezzogiorno schiaffeggia calorosamente il nostro viso e sguardo, intento a cercare qualche possibile risorsa da portare all’accampamento: pezzi di ricambio, equipaggiamento, magari qualche tanica di benzina ancora mezza piena. I nostri passi risuonano nel soffice e rassicurante suono della natura, che è tornata ormai ad abbracciare ogni cosa, tra ruggine e polvere. I capannoni sono pericolanti, lasciati inermi al loro destino, e bisogna muoversi facendo attenzione ad ogni piccolo dettaglio; eppure sembra tutto così tranquillo, senza nessun predone in giro, il cantare degli uccelli e nulla altro. Quando l’ombra si posa nuovamente sul nostro corpo, entriamo in una tenda, tra materassi sporchi e qualche baule dove rovistare, un medikit e degli oggetti di fortuna. Proseguiamo nella ricerca, attraversando vecchie travi di legno, spezzate, e il cigolio di porte logore. In lontananza alcuni rumori, insoliti, diversi, strani: non appena voltato l’angolo un piccolo essere deforme ci taglia la vista. Sentiamo delle urla, qualcuno grida aiuto, ma non appena ci rendiamo conto della situazione, un’orda con decine di zombie corre senza sosta verso di noi, una marea degenerata e inarrestabile. Dobbiamo fuggire, ricordare dove abbiamo lasciato la motocicletta, unica speranza di andarsene in fretta e senza avere conseguenze. Nella rocambolesca e folle corsa spingiamo via una di quelle aberrazioni, una volta umana, e prendiamo una strada alternativa per uscire dalla rimessa, quella stessa rimessa che fino a qualche minuto fa sembrava un piccolo porto sicuro. Cerchiamo di rallentare gli infetti, spariamo qualche colpo e lanciamo delle molotov, ma neanche il fuoco sembra avere alcun effetto. Ma la nostra motocicletta è lì, ci aspetta, è fuori da quest’inferno, l’abbiamo lasciata al lambire della rimessa proprio per un motivo: raggiungerla e poter così fuggire dall’orda di zombie.
Days Gone racconta la storia di Deacon St. John, un cacciatore di taglie, viandante in un mondo decimato da un’epidemia iniziata appena due anni fa, ma che ha già trasformato profondamente tutta la zona del nord-ovest americano. Lo Stato dell'Oregon è un lontano ricordo del passato e quello che resta è caos, distruzione, violenza, una realtà quotidiana dove sopravvivenza, desiderio di ripartire e ricostruire qualcosa sono le uniche mete dei pochi superstiti. Deacon, biker di quello che una volta era il Mongrels Motorcycle Club, è un personaggio caratterizzato in maniera profonda e stratificata, con un passato doloroso e spesso al limite della legge; il presente è invece un mondo senza regole e morale, un ecosistema selvaggio dove la sua sete di vendetta e abilità nel combattimento gli permettono di sopravvivere. L’inizio lento ed esplorativo si trasforma in un racconto maturo, crudo, duro, con una crescita personale ed intima del protagonista, un viaggio introspettivo che conferma ancora una volta come le esclusive targate Sony puntino decisamente sulla componente narrativa, uno dei grandi segreti dell’enorme successo di PS4.
Days Gone è un gioco d’azione in terza persona, strutturato all’interno di una mappa liberamente esplorabile, fatta di natura selvaggia, accampamenti, covi infestati, missioni principali e secondarie. L’aspetto survival è rappresentato dalla raccolta di risorse e materiali, con cui costruire oggetti e potenziare la nostra motocicletta, fattore centrale nell’esperienza di gameplay. Muoversi rapidamente, all’interno dell’estesa mappa di gioco, è possibile proprio grazie al nostro mezzo a due ruote che, se all’inizio si presenta lento e macchinoso, con i giusti potenziamenti diventa ben presto un ottimo mezzo per esplorare il territorio e fuggire nei casi di emergenza. I nemici umani, insieme ad alcuni animali selvatici e alle temibili orde di zombie, delineano un mondo alla deriva, dove violenza, vendetta e disperazione regnano ormai sovrane. Il sistema di combattimento presenta uno shooting in terza persona molto realistico, tutt’altro che scontato, con la mira che si muove in maniera credibile e non sempre precisissima: anche qui intervengono alcune skill da sbloccare, che permettono una maggior efficacia nelle sparatorie. Le nostre abilità, divise in energia, vigore e focus, possono essere sviluppate e migliorate liberando i nidi dei Furiosi, gli infetti del gioco, e riattivando il generatore negli accampamenti Nero, un'agenzia governativa dai tratti oscuri. La componente di crafting (creazione di oggetti ed equipaggiamento) passa, oltre che dalla raccolta di materiali sparsi in giro per la mappa, anche da un sistema di fiducia e amicizia con i vari accampamenti, da cui si sbloccano parti per la nostra moto e componenti per le armi a disposizione.
Days Gone è una delle migliori espressioni in termini tecnici per quanto riguarda illuminazione e utilizzo dell’HDR, con fonti di luce e contrasti bilanciati in maniera impeccabile, che tagliano la scena in modo sempre credibile e fotorealistica. L’intento di Bend Studio, perfettamente riuscito, è quello di tratteggiare un mondo post-apocalittico carico di atmosfera, con accampamenti, covi e terrificanti orde di zombie ben caratterizzate dal punto di vista visivo ed estetico. Splendidi gli effetti atmosferici in situazioni di bel tempo, con una pienezza della luce sublimata dal 4K HDR, insieme all’effettistica legata a temporali, pioggia, vento, polvere. Nota stonata le transizioni tra fasi di gameplay e filmati, con una schermata nera dalla durata di qualche secondo, che spezza ritmo e immedesimazione del giocatore, e alcune animazioni un po’ grezze, sporche, poco rifinite. Stupendo invece il sound design, con rumori ambientali, musiche e un'efficace riproduzione sonora delle condizioni ambientali, unite ad un ottimo doppiaggio interamente in lingua italiana: in tal senso sorprendente la voce di Deacon, qui interpretata da Francesco Rizzi, un doppiatore poco conosciuto e usato spesso su ruoli secondari, ma che regala un'interpretazione assolutamente coinvolgente e cinematografica.
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