Venezia 80, recensione film Poor Things

Cinema / News - 03 September 2023 13:00

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Film Il prigioniero coreano

La libertà assoluta di sperimentare il mondo è il tema centrale di Poor Things, il film del regista greco Yorgos Lanthimos in concorso all’80esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Un film che riprende il filone surreale caro a Lanthimos (The Lobster, Il sacrificio del cervo sacro, La Favorita) e che sfrutta a pieno la versatilità di Emma Stone, brillante anche nell’interpretare la stramba creatura nata dalle mani di God - questo ironicamente il nomignolo del dottore pazzo che le ridà la vita.


Mostra del cinema di Venezia 2023 - immagini

Le creature confuse del film Poor Things

“Siete delle creature molto confuse”: questa la frase centrale del film, che Bella Baxter, il “mostro” che il dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe) ha creato sfruttando la sue conoscenze da medico, rivolge al suo amante, Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo). E’ il passaggio centrale del film: Bella inizia a sperimentare il mondo e vive le sue esperienze in modo distaccato, asettico, raziocinante, senza farsi condizionare dalle emozioni - a cui ancora non è del tutto abituata. E quando tradisce il suo amante con altri uomini, iniziando a prostituirsi, ecco che Duncan si infuria: ma è il mostro a quel punto che si meraviglia e si chiede quanto la mente umana sia confusa rispetto a certi tipi di atteggiamento. Il mostro che non comprende l’umano.


Il film descrive le peripezie di Bella, suddividendo la trama in paragrafi: la creatura prima viene istruita da un assistente del dottore, Max McCandless (Ramy Youssef), il quale si innamora della giovane e ottiene la promessa di averla in sposa. Ma Bella capisce presto che il mondo che God le ha creato intorno è troppo stretto: allora decide di scappare con il suo nuovo amante, “for fun and for adventures”, per divertirsi e per vivere nuove avventure. “Se non mi dai il permesso”, urlerà Bella in faccio al suo creatore, “inizierò a provare odio nei tuoi confronti”. God capisce che la situazione gli sta sfuggendo di mano e la presenza di sentimenti nell’animo della sua creatura cambia tutto. Bella e Duncan partono vero Lisbona, poi Atene, poi Alessandria e il ritorno a Londra.

La sperimentazione de mondo 

Ma ovviamente qui la storia si complica: Bella scopre il mondo e lo approccia in maniera risoluta, andando ripetutamente a infrangersi contro la passione che intanto Duncan, donnaiolo celebre in mezza Europa, inizia a provare per lei. Una volta rimasti senza soldi, Bella inizia a prostituirsi fino a quando non riceve una lettera che la farà tornare di corsa a Londra. Qui trova God in fin di vita e, quando rivede il suo promesso sposo, ecco che il suo fuoco si riaccende e la coppia convola a nozze. Ma il passato è in agguato e il marito originario di Bella - che Doc aveva rimesso in vita trovando il cadavere di lei dopo che si era appena suicidata lanciandosi da un ponte - la convince a tornare con lui. Non sarà una buona idea e la stessa Bella comprenderà a pieno il perché di quel suo gesto estremo.

Un film che rilancia, alla maniera di Lanthimos, la libertà (e la necessità?) di sperimentare il mondo con i propri occhi. Soprattutto in un’epoca in cui la realtà viene sempre più mediata da qualcun altro.


© Riproduzione riservata


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