Venezia 73, recensione The Bad Batch: cannibalismo come critica di un sistema difettoso

Cinema / News - 07 September 2016 10:16

The Bad Batch viene presentata in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2016 per la regia di Ana Lily Amirpour con Suki Waterhouse, Keanu Reeves e Jim Carrey

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Barbara Alberti - video

Ana Lily Amirpour già apprezzata regista di A Girl Walks Home Alone, si propone con The Bad Batch alla Mostra del Cinema di Venezia, puntando su tematiche scioccanti quale quella del cannibalismo, dell'esclusione sociale e della lotta per la sopravvivenza in un ambiente ostile e cataclismico.

Samantha (Suki Waterhouse) viene scartata dalla società americana e condannata a vagare nel "lotto difettoso" dove non esistono leggi ed ognuno è abbandonato alle proprie capacità di sopravvivenza. Catturata dai cannibali, riesce a fuggire nonostante le sia stato asportato un braccio ed una gamba per fini alimentari. Ormai persa nel deserto, viene salvata da un cencioso (Jim Carrey) che la porta in un'improvvisata cittadella  governata da un balzano capo carismatico (Keanu Reeves).

Ana Lily Amirpour immagina un futuro nel quale le differenze di classe e le discriminazioni si sono talmente acuite tanto d'essere legalizzate al punto che ogni emarginato viene espulso dalla società civile ed abbandonato al proprio destino. Una probabile ed audace critica all'attuale sistema economico effettuata mediante l'utilizzo di metafore estreme ma pervasive ed efficaci. In un ambiente ostile e privo o quasi di risorse alimentari viene introdotto il concetto di cannibalismo come metafora del più forte mangia il più debole. Una narrazione nella quale vengono espressi sia i difetti di una società sia i suoi aspetti positivi come la passione che sfocia tra il predatore ed il suo pasto. La critica al sistema economico assume compimento simbolico con la poca importanza attribuita al denaro bruciato da un irriconoscibile Jim Carrey che compie una trasformazione degna della sua fama artistica.

The Bad Batch presenta una narrazione che indugia spesso nel paesaggio circostante, quasi a voler far emergere una similitudine con lo sconfinato è pericoloso vecchio West, una storia nella quale giusto e sbagliato si mescolano in un tutt'uno elaborando tematiche accattivanti previa una esposizione a tratti enigmatica.

Il cast, composto da Suki Waterhouse attrice emergente nel contesto hollywoodiano, Keanu Reeves nell'insolito ruolo di un improbabile guru, Jim Carrey, un eccelso Giovanni Ribisi e Jason Momoa (il Khal Drogo de Il Trono di spade), coniuga efficacia e autorevolezza in una trama nella quale viene espresso un senso d'oppressione verso ciò che non è visibile riguardante la società civile esclusivista mentre la libertà ed il diritto alla vita va conquistata giorno dopo giorno.

© Riproduzione riservata



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