Venezia 2017, 'Three Billboards', incontro con il regista e Frances McDormand
La terza fatica del commediografo e regista britannico si è rivelato uno dei titoli più acclamati alla 74° Mostra di arte cinematografica
“Three billboards outside Ebbing, Missouri” è un dramma a tinte black humor scritto e diretto da Martin McDonagh, che con il suo “In Bruges”, nel 2008, aveva ottenuto un consenso critico pressoché unanime.
Mildred Hayes (Frances McDormand) è una donna al limite della sopportazione: dopo mesi di estenuanti indagini, il brutale omicidio della figlia rimane irrisolto. Ad un certo punto, Mildred decide di prendere in mano la situazione, e di pubblicare tre messaggi su altrettanti cartelloni all’ingresso della cittadina in cui vive. Le scritte sono soprattutto un attacco al capo della polizia locale, William Willoughby (Woody Harrelson). La situazione si aggrava ulteriormente quando il vice di William, Dixon (Sam Rockwell), un “cocco di mamma” particolarmente predisposto alla violenza, decide di immischiarsi nello scontro tra Mildred e le forze dell’ordine di Ebbing.
All’incontro con la stampa erano presenti il regista e i tre interpreti principali.
Frances McDormand ha risposto alla prima domanda elogiando la sceneggiatura di McDonagh: “Quando hai uno script così chiaro, come attore non devi fare particolari sforzi. Non ci sono vuoti da colmare, non c’è niente di vago, basta affidarsi a quello che c’è scritto.”
“Dal punto di vista fisico mi sono ispirata soprattutto a John Wayne, perché non avevo nessuna icona femminile su cui basarmi per il personaggio di Mildred, ne trovavo solo di maschili”, ha detto l’attrice. “Si colloca nella tradizione dell’uomo senza nome tipica del spaghetti western, che arriva camminando in mezzo alla strada, estrae le pistole, e spazza via tutti”.
McDonagh e McDormand ci hanno tenuto a sottolineare che “Three Billboards” non intende attribuire certe problematiche esclusivamente agli Stati Uniti. “C’è razzismo in Italia? In Europa? In Russia? Su Plutone?” ha chiesto con tono un po’ polemico l’attrice. “Il film non vuole essere un ritratto dell’America razzista di oggi, ma del razzismo in generale”, ha detto il regista.
McDonagh ha anche svelato che i cartelloni che innescano il conflitto centrale della storia esistono davvero, in un certo senso. “Stavo guidando, e lungo la strada ho visto questi cartelloni con dei messaggi davvero oscuri. Ho deciso che chi aveva acquistato lo spazio doveva essere una madre in lutto, e da lì la storia si è scritta da sola”.
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