Realtà virtuale, l'evoluzione della nuova frontiera dell'intrattenimento
Cinema / Festival / News - 02 August 2017 15:00
È una tecnologia ancora imperfetta e riservata a pochi, ma il crescente interesse mostrato sia dalle grandi case di produzione hollywoodiane che dal Festival di Venezia ne certifica le enormi p
Seppure allo stato embrionale, le possibilità offerte dalla realtà virtuale fanno gola a molti. Negli ultimi anni, tutte le più importanti major di Hollywood hanno deciso di sperimentare in questo settore, e il futuro sembra promettere ulteriori investimenti.
La 20th Century Fox è forse la casa di produzione che al momento sta puntando di più sulla VR, come dimostra anche la nascita dell’apposita divisione FoxNext. È stata la prima a lanciare un prodotto di questo genere con “The Martian VR Experience”, svelato lo scorso novembre a Las Vegas. Dopo quel primo tentativo, è ricorsa sempre più spesso alla realtà virtuale per dare una marcia in più alle sue campagne di marketing: l’ha fatto, ad esempio, con “Alien: Covenant”, offrendo un’esperienza in VR intitolata “Alien: Covenant in Utero” e prodotta dallo stesso Ridley Scott.
Gli altri “big”, come ad esempio la Warner Bros. e la Paramount, non sono da meno. La Warner ha deciso di utilizzare abbondantemente la VR nella promozione del prossimo film di Spielberg, “Ready Player One” (ambientato, non a caso, dentro un gioco di realtà virtuale), mentre la Paramount ha rilasciato la sua prima esperienza in VR per Oculus Rift nell’ambito della campagna promozionale per il remake live-action di “Ghost in the Shell”.
In maniera analoga, lo scorso 30 giugno la Sony ha pubblicato “Spider-Man: Homecoming VR”, un gioco che permetteva all’utente di sparare ragnatele e di volteggiare tra i grattacieli di New York, mentre la Universal è ricorsa alla realtà virtuale per promuovere il primo capitolo del suo “Dark Universe”, “La mummia” con Tom Cruise. Il progetto è il risultato della collaborazione tra lo studio e la 5th Wall, un’agenzia specializzata in VR e video a 360°.
Anche i più prestigiosi festival internazionali sembrano intrigati dalla realtà virtuale: quest’anno a Venezia ci sarà il primo concorso in assoluto per prodotti VR, nell’ambito della sezione Venice Virtual Reality. Che il festival più antico del mondo fosse affascinato da questo nuovo mezzo, lo si era intuito già l’anno scorso, con l’apertura del VR Theatre e la presentazione in anteprima mondiale del lungometraggio “Jesus VR: The Story of Christ”.
Presidente della giuria della Venice Virtual Reality sarà il leggendario regista John Landis. Al suo fianco ci saranno la sceneggiatrice e regista francese Céline Sciamma, e l’attore e regista Ricky Tognazzi. Tre i premi che dovranno attribuire: Miglior Film VR, Gran Premio della Giuria VR, Premio per la Migliore Creatività VR.
In tutto la sezione conta 31 film, di cui 22 in concorso. Riportiamo brevemente alcuni titoli.
“My name is Peter Stillman” è un’esperienza VR creata dalla 59 productions, che mescola animazione tradizionale e tecnologia all’avanguardia per annullare il confine tra realtà e fantasia, facendo immergere lo spettatore in un noir teso e coinvolgente.
“The Argos File” è un’esperienza VR live-action a tinte fantascientifiche che permette allo spettatore di immedesimarsi nel ruolo di un detective impegnato a risolvere omicidi avvalendosi dei ricordi dei morti.
“Snatch VR Heist Experience” è un progetto interattivo con Rupert Grint e Luke Pasqualino come protagonisti, che permetterà allo spettatore di unirsi a una banda di truffatori.
Infine, c’è l’interessante esperimento di “Gomorra VR – We own the streets”, concepito con l’intento di traghettare gli spettatori di “Gomorra – La serie” dalla seconda alla terza stagione.
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