Miami Beach, 'capisco chi lascia il nostro paese': intervista all'attore del film Emanuele Propizio
Mauxa ha intervistato Emanuele Propizio, attore del film "Miami Beach" di Carlo Vanzina. Nel cast ci sono Ricky Memphis, Max Tortora e Paola Minaccioni.

Miami Beach è il film di Carlo Vanzina da oggi al cinema, distribuito da 01 Distribution. Nel cast ci sono Ricky Memphis, Max Tortora, Paola Minaccioni, Emanuele Propizio e Giampaolo Morelli.
La trama ruota attorno alla tendenza di scegliere mete estere per studiare o lavorare: Luca (Filippo Laganà), romano figlio di Giovanni (Tortora) e Valentina (Camilla Tedeschi), milanese figlia di Olivia (Minaccioni) vanno all’Università di Miami. Durante il viaggio in aereo Olivia e Giovanni litigano, mentre i figli non sanno che si ritroveranno insieme nella stessa università. A Miami arrivano anche Giulia con le amiche, per assistere ad un concerto di deejay: lei doveva andare in vacanza con il padre (Ricky Memphis), lo ha lasciato in aeroporto e lui decide di andare a cercarla a Miami. L’uomo si fa aiutare da un perdigiorno italiano, Bobo (Propizio), perenne studente fuoricorso. Giulia però s’invaghisce di un italiano immobiliarista.
Mauxa ha intervistato Emanuele Propizio, che racconta come si sia avvicinato al personaggio: “È uno studente che sta a Miami, ma fa tutto tranne che studiare. Ha una famiglia assente, è libero di fare ciò che vuole, essendo giovane compie stupidaggini, ha conti aperti. Ad un certo punto incontra Lorenzo il quale gli chiede di cercare la figlia persa a Miami. Io dico di sì, basta che mi paghi: inizialmente me ne approfitto, sono un giovane furbo. Con il passare del tempo però comincia a comportarsi bene, poiché sente la mancanza del padre, vede in Lorenzo la figura che non ha mai avuto”.
Emanuele sul set ha recitato quanti sempre con Ricky Memphis, instaurando un ottimo rapporto collaborativo: “Ho lavorato spesso con Ricky e Lena Leoni, che interpreta la figlia. Con Ricky emerge anche il atto che c’è un affetto anche nella realtà. Ribadisco sempre che lavorando con attori che conosci, tutto viene più facile. Spero di lavorare ancora con lui, spesso è difficile trovare questo spirito collaborativo, sopratutto in questo ambiente. Quando trovi un attore che ti può insegnare molte cose è solo fortuna”.
D. Carlo Vanzina è un grande regista di commedie. Come è sul set?
R. “Carlo è il padrone della commedia di questo genere. Lui è un maestro, capta se l’attore in quel momento ha un’idea giusta. Se lui la reputa esatta, te la fa realizzare, non ingabbiandoti nella sceneggiatura. Se hai un’intuizione in quel momento, te la fa mettere in pratica”.
D. Emanuele, il film racconta anche della possibilità di fuggire dal proprio paese per allontanarsi dalle proprie responsabilità. Sei d’accordo?
R: “Purtroppo sì. Sono un po’ polemico su questo aspetto. Amo questo paese, la mia città, Roma. Farei fatica a lasciarla. Specialmente per la nostra generazione, ciò che si sta offrendo è troppo poco. Non è facile trovare un’occupazione: faccio un mestiere che mi fa lavorare, non vorrei mettermi nei panni di un ventenne laureato o diplomato. Quindi si va a cercare fortuna fuori, magari in Australia a fare il cameriere. Continuando così però i nostri figli si troveremmo male. Oggi non c’è una base su cui costruire un solido futuro”.
Emanuele racconta di avere viaggiato per lavoro, non trovando però una qualità di vita migliore rispetto quella italiana: “Vai a Londra, Miami, ti accorgi che tutto va molto bene dal lato lavorativo, ma ti rendi conto che non hanno molto più di noi. Capisco chi lascia il paese, hanno la mia stima totale”.
Emanuele ha lavorato anche alla serie tv “I licealI”, giunta alla terza stagione. Tra i due mezzi preferisce il cinema: “Ho avuto la fortuna di fare 10 anni di carriera, ad aprile 2016. Ne ‘I Liceali’ ero ancora minorenne. è stato un lavoro bellissimo”.
Nel 2010 ha anche partecipato al progetto “Gioventù Ribelle. L'Italia del Risorgimento”. “Era un monologo su Goffredo Mameli - dice Emanuele - Mi chiamarono, era un giovane come noi, immerso nella gioventù ribelle. Non so se ce ne saranno altri di progetti simili, ma mi piacerebbe”.
Se dovesse intepretare un film, opterebbe per “Blow” (2001) con Johnny Depp, e “Risvegli” di De Niro. Appassionato di musica, come album preferito sceglie quello de I Negramaro: “Casa 69’ è uno dei migliori”.
Emanuele è anche al cinema con un altro film, “Tre giorni dopo” che esce il concomitanza con “Miami Beach”. È un film drammatico: “Interpreto un tossico matto. Sono figlio di un boss, girato al quartiere Pigneto di Roma. Il mio padre è Giorgio Colangeli".
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