Libro Paolo Volponi, Le mosche del capitale: la democrazia industriale del professor Saraccini
Comics / News - 04 April 2014 16:19
Paolo Volponi, "Le mosche del capitale": la carriera fallimentare del professor Bruto Saraccini, dedito alle riforme sociali.
Paolo Volponi nasce a Urbino nel 1924. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, lavora alla direzione delle relazioni aziendali della Olivetti a Ivrea. Successivamente presterà la propria consulenza per diverse realtà industriali italiane, tra cui la Fiat a Torino. L'esperienza professionale determina le tematiche dominanti dello scrittore confluendo nell'opera narrativa. Nel 1983, iscritto come indipendente al PCI, Paolo Volponi viene eletto senatore.
Volponi fa il suo ingresso nel mondo letterario sotto il segno della poesia: le raccolte “Il ramarro” (1948), “L'antica moneta” (1955), “Le porte dell'Appennino” (1960) definiscono la dimensione mitica di una vita pre-industriale. Tuttavia, presto volge alla prosa dimostrando una vivace varietà di moduli di scrittura. Nel 1962 pubblica “Memoriale”, in cui imprime il leitmotiv della propria produzione letteraria: il rapporto tra l'uomo e la fabbrica nella società contemporanea. È un romanzo tra la confessione in prima persona e l'inchiesta sociale, tra nevrosi e diagnosi: con un passato doloroso di emigrazione, prigionia e tubercolosi, Albino Saluggia saluta il lavoro di operaio come la possibilità di un nuovo inizio. In fabbrica, però. troverà il corrispettivo dell'ingranaggio mostruoso e alienante.
In “La macchina mondiale” del 1965, con cui si aggiudica il Premio Strega, entra in scena una tipologia antagonista alla logica produttiva, destinata a tornare nei romanzi successivi. Infatti, nel 1974 Volponi dà alle stampe “Corporale”, in cui il protagonista è il professore Girolamo Aspri, personaggio in bilico tra utopia e critica sociale.
Seguono “Le mosche del capitale” (1989) e “La strada per Roma” (1991), premiato con un secondo Premio Strega.
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Le mosche del capitale – Il professor Bruto Saraccini è un brillante dirigente che guarda all'industria come un mondo aperto alle riforme. Nominato amministratore delegato della MFM da Nasàpeti, il presidente del gruppo industriale, viene affiancato dall'ingegnere Sommersi Cocchi, un pedante esecutore di ordini con il compito di ostacolarne iniziative potenzialmente sgradite ai vertici. A Saraccini non rimane che cambiare aria per trovare impiego come consulente al Megagruppo, dove respirare una mentalità più progressista. Invece, invano, dovrà confrontarsi con la mediocrità della dirigenza interna.
Ambientato tra fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta, nel romanzo sono riconoscibili l'esperienza biografica, così come personalità e situazioni note dell'epoca. Volponi approfondisce problematiche già trattate: l'impossibilità di una democrazia industriale e di un qualsiasi tentativo di innovazione sul sorgere. Il realismo, a servizio delle forme di degrado sociale, non ne affievolisce lo sguardo poetico. Ne proponiamo un passaggio:
“La grande città industriale riempe la notte di febbraio senza luna, tre ore prima dell'alba. Dormono tutti o quasi, e anche coloro che sono svegli giacciono smemorati e persi: fermi uomini animali edifici; perfino le vie i quartieri i prati in fondo, le ultime periferie ancora fuori della città, i campi agricoli intorno ai fossati e alle sponde del fiume; anche il fiume da quella parte è invisibile, coperto dalla notte se non dal sonno. Buie anche le grandi antenne delle radio-comunicazioni e dei radar della collina. È un rumore del sonno quello di un tram notturno che striscia tra gli edifici del centro. Gli uomini le famiglie i custodi i soldati le guardie gli ufficiali gli studenti dormono, ma dormono anche gli operai: e non si sentono nemmeno quelli dei turni di notte, nemmeno quelli dei turni di guardia di ronda tra le schiere dei reparti o sotto le volte dei magazzini. Quasi tutti dormono sotto l'effetto del Valium, del Tavor e del Roipnol.
Ma dormono anche gli impianti, i forni, le conduttore, dormono i nastri trasportatori delle scale mobili che depositano le pozioni chimiche nelle vasche della verniciatura o nei lavelli delle tempere. Dorme la stazione ferroviaria, dormono anche le farmacie notturne, le porte e le anticamere del pronto soccorso, dormono le banche; gli sportelli le scrivanie i cassetti le poste pneumatiche le grandi casseforti i locali blindati; dormono l'oro l'argento i titoli industriali; dormono le cambiali i certificati mobiliari i buoni del tesoro. Dormono i garzoni con le mani sul grembiule o dentro i sacchi di segature. Dormono le prostitute i ladri gli sfruttatori le bande organizzate, i sardi e i calabresi; dormono i preti i poeti gli editori i giornalisti, dormono gli intellettuali; quanto caffè, alcool, fumo tra quelle ore. E mentre tutti dormono il valore aumenta, si accumula secondo per secondo all'aperto o dentro gli edifici.
Dormono i calcolatori, ma non perdono il conto nei loro programmi. È un problema di ordine, efficienza, produzione.
Saraccini confida negli psicofarmaci e nei calcolatori. Capiranno i giornali, i finanzieri, i direttori, i tecnici, i giovani specializzati, i consigli d'amministrazione, i contabili, i sindacalisti di fabbrica, quelli provinciali e nazionali, poi i sindaci, i politici, e poi anche i vertici della confindustria, dell'Iri, e poi i ministri e gli editori. Tutti dovranno capire il primato sociale, culturale, scientifico dell'industria: e lo stesso capitale dovrà sottomettersi e seguirne le ragioni. Il capitale verrà rinnovato e regolato dall'industria.”
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Il capitale sempre e ovunque. Non dorme, ma domina vigile la vita di tutti: “Ogni cinque minuti scatta il calcolo degli interessi, ogni dieci quello del tasso di inflazione, ogni mezz'ora, avendo intanto percorso il giro del mondo, l'indice di costo delle principali materie prime, ogni tre ore l'indice di valore del dollaro e del marco svizzero, seguito dopo venti minuti da quello di tutte le altre monete dei principali paesi industriali del mondo. Spesso manca la quotazione della lira. Il suo dato rimbalza all'improvviso fuori luogo insieme insieme con quelli bigiornalieri del costo del lavoro, compresa la contingenza con la specificazione di un indice medio generale e dei seguenti indici di settore: metalmeccanici chimici tessili poligrafici, trasporti, comunicazioni, edili, cartai”.
In un articolo su “La Repubblica” (18 maggio 1989) Asor Rosa scrive a proposito delle pagine del libro di Volponi che “forse non hanno eguali nella letteratura italiana di quest'ultimo decennio”.
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